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Recensione: “Backstage Roadies Series #1” di Erika Vanzin

Titolo: Backstage
Autore: Erika Vanzin
Serie: Roadies Series #1(libro auto-conclusivo)
Genere: New Adult Romance (music romance)
Prezzo ebook: 2,99 €
Prezzo cartaceo: 12,15 €
Formato: Per Kindle, Kindle Unlimited, cartaceo
Data di uscita:21/07/20

Sono immune a tutto questo fascino da celebrità.»
«No, non lo sei, ho visto come sbavavi per Damian lì dentro.»
«Solo una pazza non strapperebbe volentieri i vestiti di dosso a tutto quel ben di Dio, ma non per questo non gli pianterei un pugno in faccia quando fa lo stronzo.»

Lilly è una bassista emergente che sogna di arrivare in cima alle classifiche di tutto il mondo assieme alla sua band. Salire su un palco e suonare la sua musica è tutto ciò che desidera fare nella vita. C’è un’unica cosa che la frena a tal punto da sperare che il suo sogno non si avveri mai: soccombere alla pressione mediatica che deriva dalla popolarità.
Damian è il cantante leader della rock band più famosa al mondo. Lui è abituato a stare in cima alle classifiche e al centro dell’attenzione, sembra nato per essere inseguito dal gossip. Ha un unico scopo nella vita: continuare a vivere immerso nella fama per non tornare alla sua vita precedente.
Damian accetta di stare sotto i riflettori, Lilly li evita scomparendo nell’anonimato.
Lui non è disposto a rinunciare al suo attico a Manhattan, lei è preparata a dividere il microscopico appartamento di Brooklyn con i suoi genitori.
Lui evita a tutti i costi le complicazioni, lei è una che di complicazioni se ne porta dietro tante.
Le loro vite sono totalmente incompatibili ma c’è un unico problema: dovranno condividere mesi di tour con le loro rispettive band.

Buongiorno Fenici, ho letto il primo volume della Roadies Series ed ecco cosa ne penso. Come si intuisce dal titolo, si tratta di un classico music romance, ma senza niente di speciale.

Per quanto riguarda la trama, ho trovato elementi di novità nelle storie personali dei protagonisti e nei motivi che li hanno portati dove sono e che giustificano l’intreccio. Ma non ho amato molto le caratterizzazioni.

Damian è il tipico bad boy e ricalca il classico sviluppo già visto in migliaia di altri romance, quello di un playboy che improvvisamente si innamora e che sul finale si scioglie mettendo a nudo il suo animo tenero, con il risultato di cambiare totalmente personalità e tempra.

La trama è incentrata sul suo percorso di crescita al termine del quale accetta la sua vulnerabilità, riconoscendo di non essere davvero “cattivo”, concedendosi quindi di essere amato.

Lilly è una protagonista che non ho apprezzato quasi per niente. Incarna la donna perfetta: superba, autonoma e decisa, grintosa, pur essendo dentro di sé estremante vulnerabile e piagnona. Ha sfaccettature controverse e una personalità volubile. Da un lato è traumatizzata da un episodio che la rende fragile, paurosa e con attacchi d’ansia; nello stesso tempo vuole incarnare il personaggio determinato e grintoso molto rock, autonomo e combattivo quando viene attaccata. Al di là del fatto che la storia la porti ad affrontare le sue paure, non ho apprezzato un grande sviluppo del personaggio: non eccelle in dimostrazioni d’amore, in particolare quando, nel momento cruciale della storia, non riesce a fidarsi ciecamente della persona che ama e della sua morale.

«Tu non hai bisogno di un principe azzurro, fidati. In tutto il contesto di una fiaba, saresti sicuramente il drago scassa palle che protegge la torre della principessa. Passi la tua vita a dare del filo da torcere a chiunque non ritieni degno della tua presenza. Una spina nel fianco per qualsiasi principe voglia anche solo avvicinarsi a quella torre. Sei quella da ammazzare, non da salvare.»

(tratto dal libro)

Se posso dirlo in modo brutale, l’ho trovata la classica storia in cui lei pensa di essere troppo preziosa per concedersi a lui, e lo lascia cuocere a fuoco lento fino alla nausea, negandogli il sesso per buona parte del romanzo, per poi cedere di punto in bianco senza particolare motivo. A quel punto inizia anche una serie di tira e molla dovuti a errori di Damian, non abituato a gestire una relazione. Lilly non fa mai un passo nella sua direzione; si aspetta che sia lui a trasformarsi da cattivo a bravo ragazzo, continuando ad andarla a cercare, conquistare, riprendere. E proprio sul finale, lei avrebbe potuto fare, finalmente, un piccolo gesto per scendere dal piedistallo e mettersi in gioco a sua volta ma non lo fa, non in modo determinato, per lo meno.

Nelle storie di questo genere, ambientate nei roadies (camper per concerti), mi aspetto di trovare un romanzo corale, ma sono rimasta delusa. I personaggi primari (Damian e Lilly) e i comprimari (Luke e Thomas, i migliori amici) sono ben caratterizzati e approfonditi, mentre gli altri musicisti delle due band rimangono sullo sfondo, sono appena abbozzati e per lo più compaiono in blocco.

Se l’elemento corale non è pregnante, è invece inserita molto bene la problematica legata alla fama, la difficoltà di mantenere distinta vita pubblica e privata: il disturbo creato da stampa, gossip, blogger, social che si inseriscono e si frappongono in una relazione che ancora sta cercando di nascere e consolidarsi.

Lo stile è una prima persona abbondante alternata, con un eccesso di pensieri, aggettivi e avverbi. Frasi insomma non troppo pulite e quindi, a mio avviso, poco scorrevoli. L’abbondanza di riflessioni e il ribadire più volte gli stessi concetti rende prolisso qualsiasi sviluppo.

Nel complesso è un libro molto piccante, in particolare di passione immaginata perché, soprattutto nella prima parte, questa non viene esercitata. Ed è anche molto romantico, dato che il desiderio è fisico ma anche mentale ed emotivo.

«Devo dire che è stato… intenso.» La voce di Luke mi fa distogliere lo sguardo dal palco dove Damian sta continuando lo spettacolo. «Davvero?» la mia voce tremante tradisce la volontà di apparire distaccata. Luke alza un sopracciglio facendomi capire che non crede al mio atteggiamento ingenuo. «Le ondate di testosterone da quel palco mi hanno quasi spinto a terra.»

«Esagerato, era solo per fare spettacolo.» «Lil, se il sesso potesse marchiare il possesso di una persona, tu adesso avresti “Damian” stampato su una chiappa» ride divertito.

(tratto dal libro)

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