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Recensione: “Alpha Barman” di Sue Brown (J.T’s Bar Vol. 1)

 

 

 

 

Da due anni Jake Tyler ha lasciato le operazioni segrete: è un uomo devastato e spezzato, dopo aver scoperto la sorella brutalmente assassinata da suo marito, Riley. Da allora, ha trovato una sorta di pace e gestisce un bar. L’ultima cosa che Jake Tyler si aspetta è che la sua ex squadra appaia all’improvviso con brutte notizie. L’ex cognato di Jake è fuggito di prigione e sta venendo a cercarlo. Tutta la squadra è arrivata per proteggerlo e con loro c’è anche Mitch Mitchelson, caposquadra, nonché ex amante di Jake.
Mitch è arrabbiato e ferito. Perché l’uomo di cui si fidava e che amava, ha abbandonato sia lui che la squadra. Jake non ha mai dato a Mitch un’occasione per aiutarlo o per capire la sua decisione. Indipendentemente dai protocolli della missione, Mitch non ha intenzione di aprire nuovamente il suo cuore a quel dolore. Ma la forte attrazione tra i due non può essere ignorata. Come faranno a lavorare assieme se Mitch prova ancora del risentimento per la scomparsa di Jake, e se per Jake la squadra rappresenta tutto ciò che lo ha distrutto? E, nel contempo, attendono che Riley li 
trovi e che la minaccia venga sistemata una volta per tutte.

Mitch ti ma ancora, stupido stronzo. E tu ami lui. Non provare a negarlo.

Siete senza speranza. Ha passato tutta la notte a guardarti,

temendo sparissi dalla sua vista. Scommetto che non lo sapevi.

E scommetto che non sapevi nemmeno che lo hai cercato mentre dormivi.

Sue Brown ci presenta subito Jake come un uomo in fuga da vicende dolorose che, per sfuggire a ciò che lo tormenta, ha scelto di mettere una grande distanza fisica tra sé e tutto ciò che lo legava al suo passato. All’inizio il piano sembra funzionare, ma il lettore si rende presto conto che è solo apparenza. Jack vive in una città nuova, addirittura in un altro stato, ha un lavoro nuovo, quello di barman insieme al suo socio Howie, ma nonostante tutto, è chiaro che Jake non vive a pieno la sua vita. La fuga di prigione di Riley e l’incontro con la sua vecchia squadra, accorsa per proteggerlo, sono l’occasione per capire che la lontananza fisica non è sufficiente a cancellare il dolore che prova e che non potrà stare meglio se non deciderà di affrontarlo.

Il nostro protagonista è pertanto un personaggio in continua evoluzione per l’intera durata dell’arco narrativo del romanzo: parte con convinzioni precise e sembra irremovibile, poi piano piano cambia e, grazie alla sua vecchia squadra, comincia a mettere in dubbio le sue certezze, in particolare quelle relative alla colpevolezza di Riley, nonostante comportino un notevole peso per la sua coscienza. Nel finale, grazie al suo lavoro interiore, non senza qualche consiglio da parte delle persone a lui vicine, Jake ritrova la capacità di vivere a pieno la sua vita insieme a Mitch l’uomo che, nonostante tutto, non è mai stato in grado di dimenticare.

Un aspetto interessante del libro è, a mio parere, il fatto di affrontare su un duplice piano due rapporti differenti (uno amoroso e l’altro di amicizia) che hanno un elemento in comune: quello di essere entrambi legati alla questione della fiducia reciproca, alla perdita di quest’ultima e infine alla sua riconquista. Da un lato abbiamo infatti il rapporto tra Jack e Mitch, dall’altro quello tra Jack e Riley.

Ho apprezzato il fatto che, a prescindere dall’innegabile attrazione fisica, che è scoppiata quasi subito (tra i due protagonisti non manca infatti il sesso che si rivela essere bollente), a livello emotivo si siano riavvicinati in modo piuttosto lento, tra alti e bassi e dandosi tutto il tempo necessario per elaborare i propri dubbi e per capire cosa fosse più giusto per loro. L’unico appunto che farei è il fatto che i rapporti tra Jake e Riley sembrino aggiustarsi un po’ troppo velocemente.

Un altro aspetto che ho amato molto è stata la capacità dell’autrice di descrivere il cameratismo tra i diversi componenti della squadra, il fatto che considerino Jake ancora parte del team e che il team, nonostante le differenze di carattere tra gli uomini che lo compongono, sia una sorta di famiglia. Jake, Mitch, Simon, Del, Ruiz e anche Riley sono profondamente legati l’uno all’altro. Simon, in particolare, svolge un ruolo importante nel delicato riavvicinamento tra Jack e Mitch, ma l’autrice non si dimentica di lasciargli uno spazio personale, tutto dedicato ai suoi sentimenti per Howie.

L’epilogo si legge tutto d’un fiato e ci lascia con la curiosità di sapere cosa accadrà nel prossimo volume di questa serie.

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Voto Coffegirl 4

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