Recensioni: serie TV e Film

Period-Mania: Vanity Fair-La fiera della vanità

Per la rubrica Period-Mania, questa settimana vi presentiamo Vanity Fair-La Fiera della Vanità.

Qui il nostro appuntamento precedente: The White Princess.

Vanity Fair
Progetto grafico di Francesca Poggi

Vanity Fair, miniserie del 2018, è composta da sette episodi ed è tratta dall’omonimo romanzo di William Makepeace Thackeray del 1848. Qui il trailer.

Paese: Regno Unito, 2018

Genere: in costume, storico

Puntate: 7, 420 min (totale)

Ideatore: Gwyneth Hughes

Regia: James Strong

Musiche: Isobel Waller-Bridge

Produttore: Julia Stannard

Produttore esecutivo: Damien Timmer, Tom Mullens, Gwyneth Hughes, James Strong

Casa di produzione: Mammoth Screen

Prima visione: 2 settembre 2018, ITV

Prima TV in italiano: 26 ottobre 2018, La EFFE

Cast

Olivia Cooke: Rebecca Sharp

Claudia Jessie: Amelia Sedley

Tom Bateman: Rawdon Crawley

Johnny Flynn: William Dobbin

Charlie Rowe: George Osborne

Simon Russell Beale: Signor John Sedley

Anthony Head: Lord Steyne

Martin Clunes: Sir Pitt Crawley

Frances de la Tour: Lady Matilda Crawley

Michael Palin: William Makepeace Thackery

Robert Pugh: Signor John Osborne

David Fynn: Jos SedleyVanity Fair-Immagine 1

Epoca napoleonica: Becky Sharp, orfana di umili origini ma cresciuta in una scuola per signorine, viene mandata via in campagna per diventare istitutrice.

La ragazza è un’arrampicatrice, una manipolatrice ed è pronta davvero a tutto pur di uscire dalla sua misera condizione ed elevarsi socialmente ed economicamente, anche a servirsi della amica Amelia Sedley, appartenente a una famiglia benestante, buona e arrendevole, fidanzata con l’antipatico George Osborne. Becky non si fermerà davanti a nulla per raggiungere il suo obiettivo: arrivare alla corte di Re Giorgio IV.

Curiosità e Location

Il romanzo Vanity Fair ha ispirato, oltre alla miniserie del 2018, diversi prodotti cinematografici e televisivi, tre serie tv nel 1967, 1987 e 1998 e sei film, di cui cinque tra il 1915 e il 1935 e l’ultimo del 2004 con Reese Witherspoon nei panni di Becky, vincitore di un Leone D’Oro a Venezia.

Le scene della giostra sono state girate a Syon Park; Fitzroy Square è stata utilizzata per le abitazioni degli Osborne e dei Sedley. Altre scene ambientate a Londra sono state girate a Lancaster House, Syon House, Osterley House e Marble Hill. Le sequenze riguardanti Bruxelles sono state realizzate invece vicino a Budapest.

L’attrice che interpreta Amelia, Claudia Jessie, è recentemente diventata più conosciuta grazie al ruolo di Eloise in Bridgerton.

Olivia Cooke (Becky) parteciperà all’attesissimo prequel di Got House of the Dragon.

Johnny Flynn (Dobbin) è anche un apprezzato musicista e ha interpretato David Bowie nel film Stardust e Mr Knightley in Emma, entrambi del 2020.Vanity Fair-Immagine 2

Considerazioni

Quando ho guardato questa serie ero molto curiosa e nutrivo grosse aspettative. La maestosità delle immagini iniziali, le scene dei giardini del piacere e l’ambientazione mi hanno molto gasato, tuttavia le puntate intermedie tra la terza e la sesta hanno smontato il mio entusiasmo e se non fosse stato per l’ultimo episodio, che ha riacceso il mio l’interesse, il mio giudizio sarebbe stato negativo.

Becky è odiosa e, nonostante si tenti in alcune scene di renderla meno repellente al telespettatore, non si riesce minimamente a empatizzare con lei, il problema è che la stessa cosa accade con Amelia, troppo piatta e arrendevole.Vanity Fair-Immagine 3

Vi dico che il mio personaggio preferito è Dobbin, vero eroe austeniano. Mi è sembrato che in questa serie ci sia troppa forma e poca sostanza e che sia stata, visto il meraviglioso romanzo a cui è ispirata, una occasione perduta.

In conclusione un prodotto a tratti gradevole, ma che non va affrontato con troppe aspettative. Interessante la trovata di far iniziare ogni puntata con l’autore William Makepeace Thackeray (Michael Palin) che racconta la storia, molto belle alcune delle interpretazioni (Dobbin e Matilda su tutte), carina la contaminazione con l’utilizzo di musiche moderne, prima di tutte l’azzeccatissima Material Girl di Madonna e la sigla iniziale con il carosello.Vanity Fair-Immagine 4

E voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta?

Appuntamento al prossimo period!

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