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Lo scrigno delle emozioni: “Scelte per amore” di Claudia Piano

progetto grafico Angelice

«Amore mio! Stai bene?» Annabelle si avvicinò di slancio a Raul… O meglio, al mostro in cui lui si era trasformato…

Deglutii sconvolta.

Eravamo state aggredite da uomini incappucciati che grugnivano come animali… Pluto, il mio adorato cane, giaceva a terra svenuto, colpito mentre cercava coraggiosamente di difenderci… Il ragazzo della mia migliore amica Annabelle si era trasformato sotto ai nostri occhi in una specie di demone alato… La mia amica Annabelle lo aveva appena chiamato “Amore” …

Non sapevo quale fosse la cosa più sconcertante… Ero rimasta pietrificata…

«Ti prego rispondimi…» lo stava accarezzando! Le sue lunghe dita affusolate che amavo tanto vedere correre sul pianoforte, stavano sfiorando con dolcezza la pelle ruvida e scura di quel…

Con la coda dell’occhio vidi un movimento. Sam. Anche lui si era trasformato e stava finendo di sistemare l’ultimo dei nostri malaugurati assalitori… Con un calcio allo stomaco lo stordì, poi tirò fuori una lunga lama… E quella da dov’era uscita? Lo affettò in due parti. Non feci nemmeno in tempo a portare le mani al volto per nascondermi, la parte superiore del corpo scivolò di lato e all’interno, invece delle interiora, che già mi avrebbero nauseato a sufficienza, creature purulente si dimenavano straziate… Era pieno di vermi!

Arretrai di un passo, probabilmente stavo per svenire o vomitare, forse entrambe le cose…

Sam si voltò, incrociò il mio sguardo, i suoi occhi scuri profondi e meravigliosi che tanto mi avevano colpito quando lo avevo visto la prima volta, avevano un sottile contorno verde… Brillavano di una luce inquietante.

Abbassò lo sguardo, come se si vergognasse e si rivolse al suo mostruoso amico «Mio Signore…»

Signore?

Okay, che non fossero proprio due ragazzi come tutti gli altri lo avevo già capito, erano sempre molto cupi e, nonostante la loro bellezza mozzafiato, dovevo ammettere che mettevano i brividi.

Con noi, però, erano sempre stati gentili, soprattutto Raul.

Era più di un mese che ci frequentavano, dopo che lui e Sam ci avevano salvate da quella terribile tromba d’aria.

Eravamo andate in città per fare spese e al ritorno, ci aveva sorpreso un tremendo nubifragio. Stavamo attraversando la strada provinciale che attraversa il bosco, l’illuminazione era saltata e un improvviso turbine di vento aveva abbattuto un grande albero, facendoci finire fuori strada, dritte contro il fitto del bosco. Annabelle che era alla guida aveva preso i sensi, io avevo la gamba incastrata nella lamiera…

Dal nulla erano apparsi i nostri due provvidenziali soccorritori, ammetto che in quel momento non mi ero posta tante domande su di loro, lieta che ci avessero tirato fuori da quella situazione… Come ci avessero portato all’ospedale non lo ricordo, dopo aver visto la mia profonda ferita alla gamba, anche io avevo perso i sensi…

Al nostro risveglio li avevamo trovati lì.

Raul, misterioso, alto, imponente, da quel momento aveva avuto occhi solo per lei…

E Sam. Affascinante da togliere il fiato… Eh già, mi aveva colpito al cuore… Anche lui da quel giorno era stato sempre presente, ma era molto silenzioso e riservato. Certo si capiva che era un amico affezionato, anzi devoto… di Raul e che stava con me solo per permettere a lui di stare con lei, però si era sempre comportato in modo dolce e premuroso con me, soprattutto quando rimanevamo soli, mi faceva compagnia e mi stava ad ascoltare e… O fingeva molto bene, oppure non sembrava facesse molto sforzo a stare con me… Qualche volta gli avevo pure strappato un sorriso… Oh… Quando sorrideva era bellissimo…

Entrambi erano bellissimi, probabilmente non ero mai stata obbiettiva con il loro aspetto inquietante e lo trovavo rassicurante, perché ci avevano salvate e…

Beh, anche in quel momento in cui tutto sembrava oltrepassare i limiti della realtà, ci avevano comunque protette.

«Portiamole via di qui, prima che qualche altro invitato arrivi alla festa…» Raul si sollevò in piedi a fatica, era ferito, ma con la sua forza sovrumana, afferrò Annabelle e la strinse a sé spiccando il volo…

Io mi sentii afferrare per la vita. Dietro di me c’era Sam «Tieni stretto Pluto, si parte» detto questo mi sollevò in aria con lui…

Chiusi gli occhi e nascosi il viso nella pelliccia del mio Pluto, fortunatamente era ancora privo di sensi, non credo avrebbe apprezzato il volo. Mi lasciai portar via senza protestare, ero troppo sconvolta.

Per quanto tempo volammo non saprei proprio dirlo, avrei dovuto essere terrorizzata, io soffrivo di vertigini, ma le braccia di Sam attorno alla mia vita, mi tranquillizzarono e aprii gli occhi solo quando sentii il terreno solido sotto ai piedi.

Annabelle era tra le braccia di Raul e sia lui che Sam erano tornati normali, così mi concentrai su Pluto, lo analizzai in cerca di qualche ferita, ma sembrava illeso…

«Starà bene» Sam era accanto a me, molto vicino, anche lui passò le mani tra la pelliccia scura di Pluto, ma non sembrava controllarlo, si stava semplicemente godendo il contatto con lui, gli piaceva accarezzarlo, lo avevo già notato…

«È stato tramortito da una scossa dei demoni di Uriak» mi spiegò, come se le sue parole dovessero chiarirmi l’accaduto…

In verità alla parola “demoni” sussultai, sì perché una parte di me era seriamente intenzionata ad ignorare tutto quello a cui avevo assistito, pronta a catalogarla come “allucinazione da esperienza traumatica”.

La mano di Sam trovò la mia e la strinse appena reclamando la mia attenzione, non lo avevo più guardato in faccia.

«Come stai?» la sua voce era dolce e la sentivo su di me come una carezza…

Sospirai e alzai lo sguardo, il suo viso perfetto, i suoi occhi neri un po’ preoccupati, tutto era al posto giusto.

Feci appena un cenno di assenso e poi spostai la mia attenzione ad Annabelle, si era ripresa e stava baciando appassionatamente il suo fantastico eroe.

Era completamente andata, lo sapevo, ma che continuasse a provare per lui gli stessi sentimenti dopo aver visto… Forse anche lei stava ignorando i fatti…

Cosa avevamo visto esattamente? Nel momento in cui eravamo stati circondati da quegli individui, Raul e Sam avevano come vibrato, emesso a loro volta dei ringhi animaleschi, i loro vestiti si erano strappati e grandi ali nere erano emerse dalle loro spalle… I loro bellissimi visi avevano assunto un’espressione rabbiosa, la pelle era diventata più scura, spessa, forse ruvida e lunghe zanne erano cresciute schiudendo le loro labbra… Quelle labbra che a noi ragazze erano sempre sembrate così morbide e sensuali… Anche le unghie si erano allungate dalle loro mani diventando artigli micidiali… Erano diventati due demoni letali e la lotta si era scatenata…

Dovevo affrontare la realtà, dovevo farlo per lei.

Rabbrividii, feci un respiro profondo per prendere coraggio poi mi alzai e mi avvicinai un poco agli innamorati…

«Verrà via con me» Raul aveva alzato lo sguardo su di me e sorrideva trionfante «non le importa cosa sono…»

Non potevo crederci, allora non stava solo ignorando la realtà, era completamente pazza!

«E cosa sei in realtà?» mi obbligai a chiedere, mi voltai anche verso Sam «Cosa siete?»

Raul si alzò in piedi, era ancora più alto di quanto ricordassi, si gonfiò di orgoglio «Io sono Raulphazar, re dei demoni di Iltar» sorrise, come se fosse una bella cosa! Poi si rivolse a Sam «E lui è Samalseth, mio fedele amico, nonché guardia del corpo.»

Ecco lo sapevo, avevo notato una sorta di devozione, lui era il suo re, quindi era ovvio, stava accanto a me solo per obbedienza… Okay era veramente assurdo che io pensassi davvero a quello… Il re dei demoni! Pronto? Avrei dovuto scappare a gambe levate e trascinare via la mia assurda amica che invece guardava il suo demone con aria sognante…

«Anna?» cercai disperatamente la sua attenzione.

Annabelle si voltò a malincuore e mi sorrise raggiante. Aveva già deciso, lo avrebbe seguito, è il caso di dirlo, anche all’inferno…

«Possiamo parlare un attimo?» le chiesi implorante, inutile tentativo…

Quandi vidi Zaria uscire dalla porta del castello rimasi agghiacciata. Era bella, bellissima ed il suo splendido essere demoniaco emanava odio. Sapevo bene qual era il bersaglio del suo sentimento: la mia adorata, inconsapevole ed incosciente amica Annabelle…

Era più di un mese che eravamo all’inferno, già non ero riuscita a convincerla, non solo, ma il pensiero di lasciarla andare laggiù da sola, mi faceva stare così male che avevo deciso di accompagnarla.

Avremmo dovuto dare un’occhiata, poi decidere, ma dopo un mese eravamo ancora lì…

Inizialmente tutto era fantastico, non in senso di meraviglioso, ma incredibile. Il regno di Raulphazar si estendeva sottoterra, ma sopra di noi, lo spazio era talmente ampio che pareva esserci comunque il cielo. Tutto era immerso in una fitta nebbia rossastra, le case e le strade erano interamente ricavate dalla roccia, come… un formicaio gigante…

L’ingresso, come nelle mie più classiche e banali aspettative era la bocca di un vulcano, non so nemmeno quale, visto che per portarci là ci avevano bendate… Come se avessimo potuto tornarci da sole…

Ripensai al lungo viaggio e sospirai, mi aveva portata Sam, o meglio Samalseth. Anche se lui voleva che continuassi a chiamarlo Sam. Il ricordo delle sue braccia attorno a me era ancora vivo sulla mia pelle, il suo profumo inebriante, di muschio e di Sam… Arrossii, dimenticandomi per un attimo della perfida e glaciale Zaria.

Annabelle sorrideva beata guardando il suo Raulphazar, peccato che non fosse affatto suo… Dopo un paio di giorni dal nostro arrivo avevamo appreso che il sovrano del regno dei demoni di Iltar era sposato, con la bella e terrificante Zaria. Io ne ero rimasta sconvolta e Annabelle?

Incredibile! Non aveva fatto una piega! Okay Raulphazar le aveva assicurato che non amava Zaria e che si erano sposati come sempre accade tra sovrani dei demoni, per interesse e per il potere, lui amava solo Annabelle.

Sospirai, da una parte invidiavo la mia stordita amica per il solo fatto di provare un sentimento così forte da non lasciarle mai un ombra di dubbio, ma dall’altra ero preoccupatissima. Se Zaria non amava Raulphazar, perché trasudava odio, ogni volta che guardava Annabelle?

Le avevo parlato, cercando di spiegarle che temevo fosse pericoloso per lei, insomma era una regina dei demoni!

Annabelle aveva accettato tutto con una scrollata di spalle, avrebbe fatto qualunque cosa per Raul, era diventata la sua amante ufficiale…

Io, però, sentivo le voci che giravano sul fatto che, prima o poi Zaria l’avrebbe fatta uccidere… Non era così difficile da capire, anche se non lo amava più, non le piaceva certo fare la parte della regina tradita… Insomma non era più la “più bella del reame”!

Ne parlavo spesso con Sam, che nonostante ormai fosse nel suo mondo, continuava a mantenere un aspetto umano, per non spaventarmi diceva, già, in fondo non ero circondata da demoni?

Era divenuto la mia guida ufficiale e trascorreva gran parte delle giornate con me, portandomi a visitare la città e i dintorni.

E rispondeva pazientemente a tutte le mie interminabili domande. Insomma un mondo sotterraneo abitato da creature demoniache… Chi se l’era mai immaginato? Okay immaginato sì, letto nei libri, ma che fosse reale!

Scoprii che i più anziani di loro chiamavano se stessi Terranei, non demoni, come invece facevano quelli che avevano cominciato da avere contatti con il mondo degli umani. E non erano spiriti magici, erano in carne e ossa come noi. Avevano, però, una superforza e quella strana capacità di trasformarsi, ma non erano immortali, vivevano solo un po’ di più di noi, circa 150 anni…

Niente magia, ero rimasta delusa, solo una strana affinità con l’elemento terra e fuoco, avevo visto molti di loro far scaturire il fuoco dai polpastrelli, ma Sam mi aveva assicurato che non era magia, riuscivano ad incanalare l’energia elettrostatica del loro corpo che combinata con una leggera polvere di zolfo di cui era spesso ricoperta la loro pelle, dava origine ad una fiamma…

Volli sapere anche che origine avevano, mi raccontò che nella loro società non veniva data molto importanza alla storia, erano tutti molto impulsivi e pratici, non avevano studiosi… C’era una leggenda romantica che raccontava di come la loro discendenza fosse iniziata dall’incontro di una donna umana con un dio alato dell’aria… Forse un angelo? Sam mi confidò che i più realisti credevano ad un’altra versione secondo la quale un uomo nato deforme era stato allontanato dagli umani e costretto a nascondersi sotto terra… Con l’alettante offerta di giovani fanciulle, gli estorsero la promessa di non rivederlo mai più alla luce del sole… Beh un po’ meno poetica…

Più di una volta mi aveva chiesto se non volessi tornare a casa mia…

In realtà lo volevo eccome, mi mancava il cielo vero, gli alberi, il mare e il mio Pluto… Avevo dovuto portarlo a casa di mia nonna.

Quando era stato chiaro che Annabelle non avrebbe cambiato idea, avevo fatto un salto nel mondo di fuori, come lo chiamavano i demoni a prendere qualcosa a casa nostra. Avevo anche dovuto contattare la libreria dove lavoravo per l’estate come commessa, raccontando che avevo avuto un’emergenza di famiglia. Poi avevo sistemato Pluto.

Mi ero presentata, accompagnata da Sam. La mia cara nonnina, facendomi arrossire, lo aveva etichettato come mio fidanzato e gli aveva fatto un sacco di complimenti e raccomandazioni tipo: “prenditi cura della mia nipotina”…

Mentre lei parlava, lui le sorrideva dolcemente e intanto non la smetteva di accarezzare Pluto… Lo sapevo che gli piaceva, fin dalla prima volta che lo aveva visto, nonostante il mo adorato cane, molto più lungimirante di noi ragazze, avesse probabilmente percepito la vera natura dei nostri due bei cavalieri tenebrosi… Gli aveva ringhiato, ma Sam con pazienza gli si era avvicinato parlandogli dolcemente, finché Pluto si era rilassato e lo aveva accettato come amico.

Anche la nonna aveva notato la sua passione e gli aveva detto che sperava accarezzasse anche me con tanta tenerezza…

Terribilmente imbarazzante. Quel pomeriggio era stato bello, ma straziante, avevo respirato l’aria pura e passeggiato sulla spiaggia… Con Sam.

Mi sarebbe mancato il mondo di fuori, ma avrei voluto portare via Annabelle assieme a me… e magari anche Sam? Beh, che male c’è a sognare?

Avevo saputo da Annabelle che era stato lui a chiedere a Raulphazar si potermi fare da guardia del corpo, sia nella mia uscita che nel regno degli inferi… Quella notizia mi aveva procurato un leggero sfarfallio allo stomaco…

Scossi la testa, dovevo concentrarmi su Zaria. Quel giorno c’era una sorta di cerimonia ufficiale demoniaca, un impegno di rappresentanza, in cui il re e la regina dovevano presenziare insieme.

Avevo provato a convincere Annabelle a non andare, ma Raul la voleva la suo fianco e lei non poteva certo dirgli di no… Era assurdo, come faceva a essere così serena? Non le sentiva le occhiate di odio di Zaria perforarle la schiena? Beh io le vedevo, erano dardi infuocati! Non volevo che la mia amica fosse odiata in quel modo da qualcuno, nemmeno dalla regina dei demoni! Dovevo fare qualcosa.

Salimmo a bordo di una sorta di carrozza, riuscii a stento a dirottare Anna in quella più piccola dietro, non potevamo stare rinchiuse in un piccolo spazio con lei! Incredibile! Dopo un istante salì a bordo anche Raul, dicendo che non gli importava di stare nella carrozza reale, ma voleva stare con noi, cioè con Anna…

Esasperante.

«Non puoi competere con il re dei demoni» mi stuzzicò sottovoce Sam.

Lo guardai risentita.

Diverse volte mi ero sfogata con lui che mi era stato ad ascoltare paziente, cercando di tranquillizzarmi, secondo lui Anna era perfettamente al sicuro.

La giornata fu snervante, almeno per me. Annabelle non si accorse di nulla, tutta presa com’era a compiacere il suo sovrano. Invece io mi sentivo a disagio, lei stonava in mezzo a tutte quelle creature del male…

Sam mi aveva spiegato che i Terrani non erano necessariamente malvagi, non erano come i “diavoli” che imperversavano nelle leggende umane, in realtà erano creature molto forti, potenti e un tantino animaleschi… Alcuni erano bruttissimi, distorti, ma effettivamente avevo avuto modo di trovare gentilezza e generosità durante la mia visita per la città…

Comunque Zaria era cattiva e mi faceva una paura terribile.

Alla fine della cerimonia la regina si alzò e chiese la parola. Dall’espressione allarmata di Raulphazar capii che stava per accadere qualcosa di imprevisto. Mi avvicinai velocemente ad Annabelle. Avevo lo stomaco serrato dall’ansia, Sam mi prese la mano per rassicurarmi, ma anche il suo viso era teso.

Zaria attese di avere l’attenzione di tutti e poi parlò «Chiedo il Kandir!» la sua voce gelida tuonò imperiosa «Il diritto di rivalsa» aggiunse sorridendo spietata.

Un silenzio improvviso gravò sull’arena dov’era stata radunata la folla di demoni.

«Se lei perderà, diventerà una Skasicha…» continuò spostando su Annabelle il suo sguardo carico d’odio.

Ci furono urla di approvazione e di entusiasmo.

Guardai Sam con aria interrogativa. Che voleva dire?

Sam avvicinò il suo viso al mio orecchio «È un antico rito, nessun reale ne aveva più chiesto il diritto da tempo immemorabile…»

«Che succederà?» chiesi ansiosa.

«Zaria sfida Annabelle…»

«A fare cosa?»

«Una sfida di coraggio…»

«Cosa?» lo interruppi ancora, ma Annabelle non era coraggiosa, già io non lo ero tanto e lei era sempre stata la più fifona tra noi due….

«Lasciami finire» Sam mi prese per le spalle scuotendomi leggermente «Dovrà affrontare la sfida a meno che, Raulphazar non rinunci a lei…» disse grave «oppure al trono…»

Sgranai gli occhi «Ma non mi avevi detto che era normale per voi demoni avere delle amanti?»

Sam sospirò «Solo per i reali» sottolineò «non per tutti, di solito l’amante è solo per…» mi guardò in imbarazzo… «divertimento… e piacere…»

Bene! Quindi la mia amica era ritenuta dal tutti una sorta di prostituta? Ero arrabbiata, frustrata, mi sentivo umiliata al posto suo e poi ero anche spaventata…

Sam mi stava guardando preoccupato «La regina, però, si è accorta che Raul la ama davvero…» disse dolce «…e non è la sola ad essersene accorta…» aggiunse avendo intuito i miei pensieri…

«E che succede se perderà questa sfida? Che significa che diventerà una Skasicha?» mi tremavano le mani…

«È una donna… Come le chiamate voi? Prostitute?» disse piano.

«Cosa?» dissi con voce strozzata.

«Lui non lo permetterà» mi abbracciò «stai tranquilla…»

Rimasi per un attimo irrigidita, ma poi mi lasciai andare, sprofondai il viso nel suo petto e lo strinsi forte, cominciai a singhiozzare…

Mi consolò, mi accarezzò passandomi le mani tra i capelli, intanto sussurrava parole dolci… Mi stavo facendo coccolare da un demone? Sì, e lui lo stava facendo molto bene…

Intanto attorno a noi era scoppiato un putiferio. Fummo raggiunti da un Raul furente che si stava trascinando dietro la mia povera Annabelle… Mi voltaì verso di lei, allontanandomi da Sam, spalancai le braccia per lei. Ecco, in quel momento non sorrideva più, era spaventata, guardava il suo demone smarrita…

Quando mi vide, però, si gettò tra le mie braccia, era la mia occasione, forse potevo riuscire a convincerla ad andare via da lì…

Camminavo svelta verso casa mia e di Anna. Avevo fatto un salto veloce al supermercato, il frigo era deserto. Eravamo tornate la notte precedente, lei non aveva fatto altro che piangere… Mi sentivo straziata, Sam ci aveva aiutate a fuggire, mentre Raul era a colloquio con la sua sposa per cerare di farla ragionare…

Povera Anna… L’avevo convinta e Sam incredibilmente mi aveva aiutata. Ero a pezzi, non avrei voluto infierire sulla mia cara Annabelle, proprio in quel momento in cui avrei dovuto consolarla e convincerla che tutto sarebbe andato per il meglio. Invece le avevo vomitato addosso la verità, avevo giocato sporco, mettendola davanti a tutto quello a cui aveva rinunciato… Principalmente alla sua integrità. Non che secondo me dovesse farsi degli scrupoli per Zaria… ma non era giusto che Raul… proprio lui che diceva di amarla tanto, le avesse chiesto di vivere in quel modo…

Una volta a casa, però, l’avevo consolata, dicendole che se lui l’amava davvero, e di quello ne ero certa, avrebbe trovato una soluzione. Tutto si sarebbe sistemato, oppure lontana da lui, sarebbe stata più razionale e avrebbe capito che forse non valeva la pena di rinunciare al mondo per lui… Questo ultimo pensiero me lo ero tenuta per me, ovviamente…

Comunque lui non era stato onesto completamente ed era un problema suo…

Un tonfo improvviso mi riscosse dei miei pensieri…

Una figura scura mi piombò davanti facendo tremare il terreno.

Il problema adesso forse era anche mio…

Percepii la sua rabbia ancor prima di vedere il suo volto…

Che in un attimo trovai a meno di un centimetro dal mio «Dov’è!» mi ruggì in faccia.

Era trasformato i suoi occhi avevano un contorno rosso e lampeggiavano furiosi, ero paralizzata dalla paura.

Arretrai appena e scossi la testa. L’avevo fatta nascondere a casa di mia nonna, Raul sapeva dove abitavamo… Non glielo avrei mai detto.

Raul emise un ruggito degno di un leone, rabbia e frustrazione si impadronirono di lui. Mi afferrò per la vita e volò via.

Chiusi gli occhi terrorizzata e trattenni il fiato. Non mi teneva vicina a lui, come aveva fatto Sam, mi aveva caricato in spalla e non stava avendo nessun comportamento di riguardo nei miei confronti.

Quando sentii il tonfo dell’atterraggio, non feci a tempo ad aprire gli occhi che venni scaraventata a terra. Mi guardai attorno, eravamo sottoterra, era un luogo che non avevo visitato nella mie gite turistiche con Sam.

Raul si accucciò appena e sibilò «Ora tu mi dirai dov’è!» stava trattenendo la rabbia, probabilmente avrebbe voluto picchiarmi «Resterai qua senza cibo ne acqua, finché non parlerai!»

Rimasi per un attimo interdetta, sentivo il cuore battermi forte nel petto e anche nelle orecchie, ero veramente spaventata, ma non solo. Lentamente stava salendo dentro di me una rabbia incontrollata, ripensai all’umiliazione a cui aveva sottoposto la mia dolce Annabelle…

Fece apparire dal nulla un cerchio di fuoco e stava per allontanarsi, lasciandomi lì intrappolata.

«Fermati!» la mia voce tuonò, stupendo più me che lui. Si voltò fissandomi con sguardo indagatore.

Mi avvicinai a lui con impeto e…. Incredibile! Gli tirai un pugno sul naso!

Raul si portò una mano al volto, più sorpreso che dolorante «Ma che accidenti…»

«Sei uno stupido, crudele ed egoista!» io non dico parolacce e non sono abituata ad offendere nessuno, quindi quella breve serie di offese, furono il meglio che riuscii a mettere insieme.

Raul sgranò gli occhi, non furono certo le mie parole, quanto il tono a colpirlo.

«Possibile che tu non capisca?» rinvigorita dalla sua reazione, per così dire, spaventata… Ehm diciamo più stupita, continuai imperterrita «Lei ha rinunciato a tutto per te!» gli feci notare «Al suo mondo, a rivedere la sua famiglia, ai suoi progetti…» sarei potuta andare avanti ancora, ma volevo arrivare al punto.

«Io la amo» mi interruppe lui, come per giustificarsi.

Quello invece mi fece imbestialire ancora di più «La ami?» mi avvicinai ancora e anche se ero molto più piccola di lui, in quel momento mi sentivo un gigante.

Raul mi guardava interdetto «Certo, non posso vivere senza di lei».

«Questo non è amare!» lo afferra per la casacca e lo tirai ancora verso si me «Tu la vuoi! E basta!» feci una pausa per vedere se aveva capito, ma non ne ero molto convinta.

«Amare» continuai «significa essere pronti a fare qualsiasi cosa per la felicità dell’altro…» feci un respiro profondo e cercai di calmami.

«Ma io farei qualsiasi cosa per lei!» ribatté.

«Ma sei anche pronto a rinunciare a qualsiasi cosa per lei?» chiesi dura.

Mi fissò in silenzio.

«E sei sicuro che la sua felicità sia stare per sempre qua sotto a essere odiata dalla tua… sposa?» aggiunsi quella frase in tono un po’ velenoso. Ero convinta che Annabelle non gli avesse fatto capire quanto fosse stato grave aver omesso che era sposato con un’altra.

Raul mi ringhiò di nuovo in faccia allontanandomi da lui, io finii per terra, mentre lui si voltò e se ne andò lasciandomi nella mia trappola di fuoco.

Non mi presi nemmeno la briga di rialzarmi, scossi la testa… Cosa potevo fare? Io non ce l’avevo con lui, sapevo che l’amava, non ero cieca, vedevo come la guardava… Raramente avevo visto qualcuno più coinvolto di lui, ma pensavo che fosse… Come dire? Viziato? Beh, certo era un re, sicuramente era abituato ad avere sempre tutto quello che voleva e subito. Non volevo che si approfittasse dell’amore di Annabelle.

Mentre rimuginavo con la testa affondata tra le ginocchia, non mi ero accorta che le fiamme si erano abbassate, poi sentii qualcuno accanto a me… Raul era tornato?

«Nessuno gli aveva mai parlato in quel modo, sai?» era Sam.

Alzai la testa e me lo trovai molto vicino. Allungò una mano verso il mio viso e con una carezza mi asciugò lacrime di cui ignoravo l’esistenza… Stavo piangendo?

«Io…» tirai su con il naso «non volevo mancargli di rispetto» accidenti avevo detto di tutto ad un re…

Sam mi aiutò ad alzarmi e mi trovai molto vicina a lui.

«Volevo solo…»

Sorrise «…solo proteggere la tua amica, lo so…»

Trattenni il fiato incantata dalle sue labbra, erano molto vicine.

«E lo sa anche lui…» sorrise ancora, accidenti era proprio bello quando sorrideva «Sei stata molto coraggiosa» mi rassicurò.

Si allontanò appena, ma continuò a tenermi la mano «Ti riporto a casa.»

Lo guardai stupita «Non si arrabbierà con te?»

Sam mi attirò a sé e mi sollevò, con un adorabile grugnito si trasformò e le sue ali si spiegarono dietro di lui «Lo già fatto arrabbiare una volta, ricordi?» sorrise ancora, questa volta mettendo in mostra tutte le sue zanne, ma non era poi così terrificante.

«Questa volta comunque me lo ha chiesto lui…»

Lo guardai stupita e sorrisi.

«Tieniti forte» sussurrò e mi strinse al suo petto.

«Arrivati» atterrò tanto dolcemente che non me ne accorsi, finché non me lo annunciò.

Aprii gli occhi e sorrisi un po’ imbarazzata, era tornato umano e mi stava guardando intensamente con un sorriso appena accennato.

Eravamo poco lontano da casa mia. Lo ringraziai e feci per allontanarmi, ma lui allungò una mano e mi fermò.

«Aspetta» mi stava osservando pensieroso.

Mi voltai sorpresa, anche se in realtà ultimamente era stato con me molto curioso, come se volesse cercare di capirmi meglio…

«Secondo te, cosa dovrebbe un demone come noi per dimostrare il suo amore ad una ragazza… del mondo di fuori?» la sua mano era scesa lungo il mio braccio ed aveva afferrato la mia, distraendomi un poco… Aveva detto “come noi”, che c’entrava lui?

Sospirai e cercai di mettere a fuoco il discorso, «Perché me lo chiedi?»

Abbassò appena lo sguardo un po’ imbarazzato «Forse potrei dargli un consiglio, a volte mi ascolta…»

«Annabelle è una persona buona, non merita di vivere accanto a persone che la odiano o la umiliano…» io volevo solo il meglio per lei «se la vuole al suo fianco, dovrebbe trovare il modo di offrirle un suo posto dignitoso, non trovi?»

Sam annuì serio «Lui è re, ha delle responsabilità nei confronti della sua gente…» cercò di spiegarmi. Fece una pausa e poi continuò «Tu cosa vorresti che succedesse?»

Lo guardai stupita, che centravo io… Sembrava quasi che stesse parlando di me e… di lui?

«Intendo per lei» precisò «Cosa vorresti che facesse?»

Come non detto, «Vorrei che fosse lui a rinunciare a tutto per lei…» era la verità, non trovavo giusto che lei non potesse più vivere nel suo mondo…

«Ma come potrebbe?» chiese lui sorpreso, dovevo averlo scioccato…

Scossi la testa «Non so, esisterà un modo, forse un incantesimo per “sdemonizzarvi”?» ridacchiai per l’assurdità della mia affermazione, mi aveva raccontato che non praticavano nessuna magia, ma poi tornai seria «Davvero, nessuno di voi ha mai scelto di vivere tra gli umani?»

Sam rimase in silenzio pensieroso, intanto continuava a tenermi la mano e tracciava piccoli cerchi con il pollice sul dorso, come se stesse studiano la consistenza della mia pelle…

Quando rispose, avevo quasi dimenticato di cosa stessimo parlando…

«Certo, è già capitato che qualcuno ci provasse, ma per noi è molto difficile…»

«Perché? In fondo anche per lei non sarebbe stato facile adattarsi al vostro mondo…»

«Noi dobbiamo fingere di essere umani e talvolta diventa complicato, non siamo abituati a controllare le nostre emozioni…» mi stava guardando intensamente «ci vuole una grande motivazione…»

«Beh, quale motivazione è più grande dell’amore?» gli chiesi «Io penso che stare un po’ lontani, farà chiarezza nei loro sentimenti…»

Inaspettatamente sorrise, uno di quei sorrisi che mi toglievano il fiato, poi mi attirò più vicina… Inclinò appena la testa… Stava per baciarmi? Trattenni il fiato, il cuore impazzì… Chiusi gli occhi, sentii il suo respiro sfiorarmi le labbra…

Poi le sue labbra morbide, ma non sulle mie… Sulla mia guancia, ma fu ugualmente un contatto intenso… Rimase così vicino per un po’, inspirò come se stesse assaporando il mio profumo… Mi sentivo le gambe molli, per fortuna mi stava sorreggendo altrimenti sarei caduta…

«Spero di rivederti presto» sussurrò al mio orecchio.

Anche io, ma non riuscii a dirglielo, improvvisamente non sapevo più come si faceva a parlare…

Deglutii, lo sentii allontanarsi da me, quando aprii gli occhi, lui non c’era più… E io sentivo già la sua mancanza…

Ero sulla spiaggia, il sole era appena tramontato, era il momento che preferivo in assoluto… Il cielo era ancora chiaro, mentre la luce si affievoliva, striature di rosso tingevano le nuvole…

Sospirai, Annabelle mi mancava.

Pluto arrivò di corsa portandomi il suo bastone, glielo rilanciai e mi sedetti sulla sabbia. Era incredibile come diventasse subito fresca, come se immediatamente sentisse la mancanza del sole…

Mi mancava anche Sam.

Dopo qualche giorno, Raul si era presentato a casa mia con in mano un mazzo di rose, per ringraziarmi e scusarsi con me…

E una lunga lettera per Anna.

Avevano trovato un accordo, lui e la regina, avevano sciolto il matrimonio e lui le aveva concesso il controllo della parte del regno che lei più amava, la provincia di Verton.

Raulphazan sarebbe stato libero… Aveva chiesto ad Anna di sposarlo e di vivere al suo fianco come regina dei demoni di Iltar. A quel punto sarei stata pronta ad incoraggiarla per accettare la sua proposta, ma non ce n’era stato bisogno… Anna era volata tra le sue braccia ed aveva abbandonato il mondo di fuori…

Io invece ero rimasta qua. Non me la sentivo di rinunciare a tutto, d’altra parte nessuno me lo aveva chiesto… Raul mi aveva dato una scheda telefonica speciale per poterli contattare in qualsiasi momento, se avessi avuto bisogno di loro o se anche solo avessi avuto voglia di andare a trovarli…

Avevo preso in mano il telefono almeno una decina di volte ogni giorno, ma non avevo mai chiamato… Sam mi aveva guardata con rammarico quando ci eravamo salutati e come l’ultima volta mi aveva dato un tenero bacio sulla guancia, ma… Niente di più…

Probabilmente non si sentiva preso da me come lo ero io da lui…

Mi sentivo sola. Due lacrime scivolarono giù dai miei occhi offuscati… Pensai ad Annabelle, presto avrei dovuto comunque mandarle mie notizie, avrei dovuto mentirle dicendole che stavo bene… Altrimenti lei avrebbe fatto il diavolo a quattro, era proprio il caso di dirlo… Senza che me ne accorgessi un sorriso si era allargato sul mio viso…

«Cosa può farti piangere e sorridere nello stesso tempo?» era Sam!

Sobbalzai e lo guardai preoccupata «Qualcosa non va? È successo qualcosa ad Anna?» evidentemente non ero poi così tranquilla per lei…

Sam scosse la testa e mi regalò uno dei suoi sorrisi speciali «In questo momento è abbastanza felice, solo la sua preoccupazione per te le impedisce di esserlo completamente…»

Mi sentii subito in colpa «Mi spiace, avrei dovuto chiamarla…»

«Ma non lo hai fatto…» si sedette accanto a me.

Mi stava accusando? Lo guardai aspettandomi un rimprovero…

«Che c’è che non va?» mi sorprese con una carezza, poi la sua mano proseguì dietro la mia nuca, mi tirò a sé per abbracciarmi.

Ero così felice che fosse lì, certo non volevo illudermi, lo sapevo che lo aveva mandato Anna o forse Raul, comunque mi stava abbracciando…

Inspirai profondamente il suo odore rassicurante e mi sentii subito meglio.

«Perché non sei rimasta anche tu?» mi sollevò il mento per guardarmi negli occhi.

Cosa potevo rispondere, perché nessuno me lo ha chiesto? In realtà non era proprio così… Era perché lui non me lo aveva chiesto…

«Anna non ha più tanto bisogno di me…» dissi invece, non era proprio una bugia…

Sam mi scrutò stringendo appena gli occhi, non era soddisfatto della mia risposta.

«E io non ero pronta ad abbandonare completamente la mia vita…» anche quella non era una bugia.

«Non avevi una motivazione… valida?» mi chiese sorridendo leggermente, mi stava prendendo in giro?

Mi scostai leggermente da lui «Raul non lascia ad Anna molto tempo libero, che avrei fatto poi io? Mi sarei sentita sola…»

Lui sorrise ancora, ma che c’era di tanto divertente? «Beh anche qua, mi sembra che tu sia sola…»

Ma che diamine! Cosa voleva che gli dicessi che mi mancava lui? Mi divincolai dal suo abbraccio e mi alzai in piedi «Di’ pure ad Anna che sto bene, ora puoi anche andare…»

«Non mi ha mandato lei…» mi interruppe.

«Beh, allora a Raul!» avevo alzato la voce esasperata.

«Nemmeno lui» disse piano.

Rimasi interdetta «Chi ti ha mandato?»

«Nessuno» stava guardano in basso, non potevo vedere l’espressione del suo viso… Era venuto di sua spontanea iniziativa?

In quel momento arrivò Pluto «Ehi, cucciolone!» Sam lo abbracciò mentre il mio cane “traditore” gli faceva le feste…

Mi accucciai di nuovo ed aspettai che alzasse lo sguardo su di me.

I suoi occhi neri erano dolcissimi mentre stropicciava il testone di Pluto, poi mi guardò.

«Perché sei venuto?» chiesi seria.

Abbassò lo sguardo imbarazzato «Mi mancava…»

Cosa gli mancava? Gli mancavo io? Trattenni il respiro…

«…Pluto» disse divertito.

Sussultai come se mi avesse schiaffeggiato. Non gli importava nulla di me! E si stava divertendo a prendermi in giro! Cosa voleva che ammettessi come una disperata che mi mancava da morire e che speravo con tutto il cuore che fosse venuto a chiedermi di andare con lui?

Mi alzai senza rispondere, sentivo le lacrime pronte a tradirmi, mi sentivo ferita. Mi voltai e feci per allontanarmi un po’, avevo bisogno di spazio… Dovevo calmarmi. In fondo lui non mi aveva mai lasciato intendere nulla, forse gli ero simpatica, gli piaceva Pluto, quello lo avevo capito. Era sempre stato gentile con me, ma…

Mi fermai solo quando l’onda mi avvolse le caviglie, si era alzato un vento piuttosto fresco, mi strinsi le braccia al corpo…

Poi lo sentii dietro di me, mi posò le mani sulle spalle e poi scese lungo le braccia fino a coprire le mie mani con le sue… Appoggiò il mento nell’incavo del mio collo.

«Volevo vederti» sussurrò.

Non mi voltai, non gli credevo, mi stava di nuovo prendendo in giro, rimasi rigida e feci una fatica terribile a non gettargli le braccia al collo…

«Se ti avessi chiesto di restare per me,» sussurrò ancora «lo avresti fatto?»

Mi voltai e lo fissai senza rispondere, adesso non ci capivo più niente, i suoi occhi erano colmi di dolcezza, ma c’era l’ombra del dubbio… Per cosa? Per il suoi sentimenti o per i miei?

Mi stava tenendo stretta a lui «Io avrei voluto che tu restassi…» mi spostò i capelli dietro alle orecchie «ma…»

Voleva che stessi con lui? Ma? Stavo impazzendo… Avevo paura di dichiarami apertamente, ma forse anche lui… Continuai a fissarlo piena di aspettativa…

Sospirò «Lo avresti fatto?» ripeté.

Dovevo dirglielo, presi un bel respiro e annuii, non riuscii a parlare, ma anuii… Era già qualcosa…

Sorrise, si rilassò visibilmente, prese il mio viso tra le mani e mi baciò…

Le sue labbra… Il suo profumo… Le sue mani mi stringevano… Il mio cervello smise di funzionare, mi lasciai travolgere dal trasporto che provavo verso di lui.

Avevo paura di lasciare il mio mondo, ma lo avrei fatto… Per lui, avrei avrei rinunciato a tutto…

Il tempo si fermò e sentii solo le sue labbra morbide…

Quando lentamente si staccò da me, aprii gli occhi e lo guardai… Sorrideva, era chiaramente emozionato.

«Rinunceresti davvero a tutto questo per me?» si allontanò appena ed il suo braccio si aprì verso il mare come per mostrami il mondo intero.

Strinsi le labbra, sarebbe stata dura, ma sì, per lui lo avrei fatto, annuii «Perché non me lo hai chiesto?» aveva davvero creduto che gli dicessi di no? Non pensavo che avesse paura di un rifiuto…

«Non te l’ho chiesto» disse piano «e non te lo chiederò…»

Come? Spalancai gli occhi…

Sam rise, ma non per prendermi in giro… «Non posso chiederti di rinunciare al tuo mondo per me…» abbassò appena lo sguardo «se non sono pronto a rinunciare io a tutto per te» concluse.

Ero confusa.

«Sei stata tu a dirmelo» mi spiegò.

Ripensai alla nostra chiacchierata, quando non capivo se stava parlando di Raul e Anna oppure di noi…

Annuì, come se avesse seguito i miei pensieri.

«Resterai tu con me?» non potevo crederci.

Sam inclinò la testa per studiarmi «Tu… Vuoi?» intanto Pluto ci aveva raggiunti di nuovo, si era alzato sulle zampe posteriori e Sam lo abbracciò «Lui mi vuole» mi fece notare alzando le sopracciglia, continuò a fissarmi in attesa…

Non riuscivo a rispondere, fino ad un attimo prima avevo creduto che a lui non importasse di me, poi mi aveva baciata e nel giro di un secondo mi ero preparata a lasciate tutto quanto avevo di caro per lui… E ora? Scossi la testa incredula e mi accorsi che stavo piangendo e sorridendo…

«Lo stai facendo di nuovo» mi fece notare lui «e non mi hai ancora risposto».

Gli lanciai le braccia al collo e senza più paura lo attirai a me «Sì, sì, sì!!» lo baciai.

«Io non sono molto pratico con il mondo di fuori» mi stava facendo presente «Dovrò trovarmi un lavoro» sembrava preoccupato.

Io non riuscivo a smettere di sorridere, proprio come Pluto, poi mi venne un’idea.

«Potremmo aprire un allevamento di cani!» gli proposi.

La sua espressione fu impagabile, come un bambino che apre il suo più bel regalo la mattina di Natale.

Scoppiai a ridere e lui mi prese in braccio, mi fece girare.

«Andiamo a casa» e ci avviammo lungo la spiaggia, mentre facevamo progetti fantasiosi ed assurdi sul nostro futuro…

Il nostro futuro insieme…

Scelte per amore

Claudia Piano

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