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Lo scrigno delle emozioni internazionale: “An on Dublin Street Christmas” di Samantha Young

An on Dublin Street Christmas di Samantha Young

Traduzione diPiperitaPatty

Editing di Tayla

– Riediting e progetto grafico  FranLu

Un Natale a Dublin Street” (il primo Natale di Braden e Joss)

L’aroma del caffè e della cannella stuzzicarono i miei occhi curiosi obbligandomi ad aprirli e mi sollevai pigramente su un gomito sorridendo a Braden. Era in piedi dall’altra parte del nostro letto disfatto, indossando un pigiama coordinato a maniche lunghe.

Buu all’inverno, per avermi rubato i momenti in cui Braden se ne stava nudo.

Le ciocche dei suoi splendidi capelli scuri, erano scompigliate in tutte le direzioni, per gentile concessione delle mie dita e per il rude trattamento che avevano ricevuto, quando Braden mi aveva dato il mio primo regalo di Natale del mattino. Un riempi calza, l’aveva chiamato prima di aprirmi le gambe e beh… riempire me.

*Sospiro.

Guardai le tazze di caffè alla cannella nelle sue mani.

Un altro regalo?” Chiesi, mentre prendevo la mia tazza. Lui mise il suo caffè sul comodino prima di tornare a letto con me. Mi accoccolai al suo fianco, mentre allungava un braccio per riprendere il caffè e una volta sistemato, feci tintinnare la mia tazza contro la sua. “Buon Natale.”

Buon Natale,” mormorò, premendo un tenero bacio sulle mie labbra.

Mmm, aveva un buon sapore. Un sapore Natalizio.

Braden mi lanciò uno sguardo canzonatorio quando si tirò indietro. “Sicuramente migliore di quello dell’anno scorso, per ora.”

Per niente divertita al ricordo, gli mostrai il dito medio. Lui gettò la testa all’indietro scoppiando a ridere.

L’anno scorso avevamo trascorso il giorno di Natale rivolgendoci a malapena la parola, passando il tempo in conversazioni imbarazzate, scambiandoci regali eccessivamente costosi e confortando Ellie, che era in attesa dell’imminente intervento chirurgico per rimuovere i tumori dal suo cervello. La parte dell’operazione ovviamente non era stata colpa mia. La pazzia con Braden, sì. Avevo rotto con lui. Avevo fatto un enorme casino, terrorizzata dal fatto di essere innamorata di lui e terrorizzata di perderlo.

Avevo tergiversato e per lui non era stato facile.

Ogni tanto lo accennava e il mio senso di colpa mi trasformava in una sfrenata dea del sesso, decisa a farmi perdonare da lui.

Beh, aveva già avuto la sua dose di sesso stamattina e io stavo imparando a non farmi abbindolare dalle sue manipolazioni.

È Natale. Non puoi giocare quella carta. Possiamo scambiarci i regali, invece.”

Braden mise il broncio in modo buffo. “Voglio solo fare sesso.”

Pazienza. Il sesso l’hai già avuto. Ora, hai un maglione.”

Un maglione?”

Fa freddo fuori.”

Ho un sacco di maglioni.” Mi guardò deluso. “Mi hai comprato sul serio un maglione per Natale? E poi me lo dici prima che lo apra? Perché preoccuparsi di incartarlo?”

Magari è un maglione di Natale speciale.”

Ha una renna che sta fumando una pipa di hashish?”

Sbuffai. “No.”

Allora non è un maglione speciale.”

Ridendo, scossi la testa. “Magari è messo insieme con il velcro, così quando ho voglia di saltarti addosso, devo solo strapparti via quella dannata cosa. È davvero speciale.”

Braden bevve un sorso di caffè. “Non mi hai comprato un maglione, vero?”

No! Chi pensi che sia? Tua zia May?

Io non ho una zia May.”

Lo so. Stavo solo dicendo che solamente una zia May compra dei maglioni. Se la tua ragazza ti compra un maglione al vostro primo cavolo di Natale insieme, sbarazzati subito di quell’imbecille scaricandola sul cordolo del marciapiede.”

Contraendo le labbra, gli occhi di Braden brillarono mentre fissava i miei. “Anche se mi avessi comprato un maglione, non ti scaricherei mai sul cordolo del marciapiede.”

Sentii lo stomaco fare le capriole e mi chiesi se mi sarei mai abituata al suo aspetto delizioso. “Davvero?”

Assolutamente no. È decisamente troppo scomodo fare sesso sul cordolo.”

Oh, ah-ah.” Sollevai gli occhi al cielo. “Spiritoso.”

Stava ancora sorridendo, quando fece un cenno con la testa verso la porta. “Apriamo in nostri regali prima che arrivino Ellie e Adam.”

A malincuore uscii dal nostro letto caldo, infilandomi una vestaglia grossa e le pantofole e stringendo la tazza del caffè caldo contro il mio corpo, seguii Braden fuori dalla camera da letto e verso il soggiorno.

Ellie si era lamentata con me per le nostre decorazioni natalizie. L’anno scorso nell’appartamento c’era un gigantesco albero di Natale, oltre ai festoni argentati che contornavano ogni porta, pendevano da ogni finestra e ornavano la mensola del caminetto. Tutto lavoro di Ellie. Io e Braden eravamo un po’ sottotono.

Quest’anno non c’era un solo festone argentato. Avevamo comprato invece un albero di Natale bianco, non tradizionale, molto chic, che si trovava davanti alla finestra e sotto c’era il nostro piccolo mucchio di regali. La finestra era contornata da lucine chiare e scintillanti e ne avevo drappeggiate altre sulle canne decorative che tenevo in un grande vaso nell’angolo della stanza.

Mi piaceva il Natale e tutto questo era sufficientemente natalizio per noi. Nell’appartamento di Ellie e Adam sembrava che Babbo Natale fosse passato di lì per fare festa, avesse bevuto troppo e vomitato il Natale dappertutto.

Questa era Ellie. Bizzarra confusione.

Che Dio la benedica.

Mi sedetti sul divano e aspettai paziente e felice, mentre Braden tirava fuori da sotto l’albero la pila di regali e li metteva ai nostri piedi. “Comincia tu,” mormorai indicando uno dei suoi doni più piccoli.

Cominciammo a scartarli, ci eravamo comprati a vicenda degli oggettini stupidi, che ci provocarono delle risate e alcune cose di cui avevamo sentito dire per caso dall’altro di averne bisogno. Braden mi aveva comprato anche alcuni gioielli bellissimi e molto costosi. Pensavo che gli orecchini di diamanti e la collana coordinata fosse il mio regalo principale, ma lui ha insistito per tenere il più importante per ultimo, proprio come ho fatto io.

Fissammo gli ultimi due regali.

Prima tu,” dissi di nuovo, sentendomi un po’ nervosa.

Braden tolse la carta e aprì la scatola sottile, i suoi occhi si illuminarono quando vide il Rolex Submariner in acciaio, con il quadrante verde smeraldo. Aveva sbavato online su quel dannato oggetto per mesi, ma non si decideva a comprarlo dal momento che non ne aveva bisogno. Era un bel regalo, uno che sapevo avrebbe amato, ma non era tutto lì il regalo.

Giralo,” mormorai, e il mio cuore accelerò, mentre aspettavo la sua reazione.

Con le sopracciglia aggrottate, Braden capovolse l’orologio e lo tenne sotto la luce. Sul retro del Rolex trovò una scritta: Braden, Tua per sempre, con amore Jocelyn x.

Era il regalo più sentimentale che gli avessi mai fatto. Non dicevo spesso ti amo, e anche se sapevo che lui sapeva che lo amavo, volevo che avesse ben chiaro che non avevo alcuna intenzione di smettere mai di amarlo.

Quando sollevò lo sguardo dalla scritta, i suoi occhi si erano scuriti con calore ed emozione. “È bellissimo, piccola, grazie.”

Sorrisi timidamente. “Di niente.”

Apri il tuo, ora,” ordinò dolcemente, tirando su la manica per potersi mettere l’orologio. Mi guardò da sotto le lunghe ciglia, percependo che il mio sguardo era ancora su di lui. Sorrise. “Non lo toglierò mai.”

Sollevata che il mio regalo fosse stato accolto così bene, sorrisi e poi presi il mio ultimo dono. Lo scartai. Era una scatola. Piuttosto pesante. La aprii, le mie mani si bloccarono davanti al contenuto. Avvolta nella carta velina, c’era una fotografia all’interno ad una moderna cornice di puro cristallo. Era una foto di me e Braden accanto al cannone Mons Meg nel Castello di Edimburgo. Eravamo abbracciati e ci stavamo baciando.

Ellie doveva averla fatta quando noi quattro avevamo visitato il castello durante l’estate. Pensavo di aver visto tutte le fotografie che Ellie aveva fatto quel giorno, ma è chiaro che Braden le aveva chiesto di tenere da parte quella. Solo lui sapeva cosa significasse per me quel cannone, che era il mio posto speciale e quello rendeva il suo regalo ancora più straordinario.

La amavo. Non era una di quelle foto false tipo ‘ehi, guardate come siamo carini in posa per la macchina fotografica’. Era uno scatto vero, di un bacio rubato a una coppia ignara.

La presi in mano, per dirgli quanto pensavo fosse fantastica, quando mi resi conto che c’era dell’altro. Sotto la fotografia ce n’era un’altra, incorniciata. La sollevai con dita tremanti e vidi che sotto a quella ce n’era un’altra.

Erano foto prese dall’album che avevo recuperato all’inizio dell’anno, dal magazzino in Virginia dove avevo tenuto le cose della mia famiglia. Avevo buttato via un sacco di roba, ma avevo portato con me, in Scozia, l’album delle foto. Negli ultimi dieci mesi avevo continuato a dire che avrei preso alcune cornici per i miei scatti preferiti, per metterli in salotto, ma avevo continuato a rimandare, temendo ancora il pensiero di sfogliare di nuovo l’album.

Così Braden l’aveva fatto per me.

Abbassai lo sguardo sulla foto di me che reggevo la mia sorellina Beth. Sembravo così diversa e non perché ero solo una ragazzina. C’era una luce nei miei occhi, che poi è sparita. Braden ed Ellie avevano fatto molto per cercare di farla ritornare e c’erano quasi riusciti, ma rimaneva sempre quella piccola ombra in fondo al mio sguardo. Mi mancavano gli occhi della ragazza in quella foto. L’altra fotografia era di mia mamma e di mio papà che si baciavano. Anche quello era uno scatto vero, uno che avevo fatto durante un picnic in riva al fiume.

Le foto erano perfette.

Assolutamente perfette.

Lo guardai, determinata a tenere il luccichio delle lacrime lontano dai miei occhi. Credo di aver fallito.

Non dovevo…?” Chiese Braden sommessamente, sembrando preoccupato.

Scuotendo la testa, avvolsi la mano intorno alla sua nuca e lo tirai giù per un lungo e lento bacio. Quando mi scostai, rimasi con la fronte appoggiata alla sua. “Sono perfette.” Sospirai, sorridendo scherzosa. “Sai, penso che potrei quasi amarti.”

Lui ridacchiò contro le mie labbra. “Penso che potrei quasi amarti anch’io.”

La porta d’entrata sbatté improvvisamente e la voce di Ellie risuonò attraverso l’appartamento, “Buon Natale!”

Braden imprecò sottovoce. “Dobbiamo toglierle quelle maledette chiavi.”

Il resto della giornata fu rilassante e divertente, esattamente come dovrebbe essere il Natale. Io e Braden abbiamo preparato la colazione per Ellie e Adam, raccontandoci la nostra mattina di Natale senza nominare le parti piccanti, che avrebbero solo mandato fuori di testa Braden e Ellie, considerato che erano fratello e sorella e via discorrendo.

Successivamente, dopo che io e Braden ci siamo lavati e vestiti per l’occasione, siamo saltati su un taxi diretti a casa della mamma di Ellie per festeggiare il giorno di Natale. Elodie Nichols era una cuoca favolosa e tutti i Nichols ora erano per me una specie di famiglia adottiva. Sarebbe strano passare il Natale senza di loro.

Declan il fratellastro di dieci anni di Ellie era esageratamente eccitato, saltellava da un regalo all’altro e da una persona all’altra, mostrando i suoi regali a chiunque si prendesse la briga di ascoltarlo. Ci teneva in ostaggio, dal momento che tutti noi pensavamo che fosse piuttosto carino. Anche se avevo imparato che dare a un bambino troppa cioccolata al mattino, non era la migliore delle idee se ti aspettavi di avere una giornata senza mal di testa.

Hannah era l’opposto. Si era rannicchiata su una poltrona con un libro nuovo e ci aveva chiusi fuori tutti con successo.

La cena fu deliziosa. Abbiamo mangiato della zuppa, un grande e vecchio tacchino grasso, tre differenti tipi di patate, delle buonissime verdure al vapore con la salsa, seguiti da profiterole e da budino al cioccolato. Durante il pasto abbiamo bevuto un sacco di vino e più tardi abbiamo preso un po’ di cappuccino.

Quando io e Braden ce ne andammo, poco prima di mezzanotte, riuscivo a malapena a camminare tanto ero imbottita di cibo. Mi sentivo anche fastidiosamente accaldata da tutto quel vino. Una volta nell’appartamento, camminai a passi pesanti lungo il salone verso la nostra camera da letto, ascoltando il rumore dei passi di Braden che mi seguiva.

Mi voltai per guardarlo mentre attraversava la soglia e mi strappai di dosso il maglione, gettandolo per terra. Mi accarezzai la pancia leggermente arrotondata e poi sganciai il primo bottone dei jeans con un enorme sospiro di sollievo.

Mi lasciai cadere all’indietro sul letto, con le braccia e le gambe spalancate, lo guardai e mi offrii generosamente. “Sono piena di cibo ma se non mi sbatacchi troppo, puoi fare sesso con me.”

Braden rise avvicinandosi lentamente al letto, togliendosi la giacca e appoggiandola su una sedia vicina. Incrociò le braccia sul petto, mentre si fermava proprio sopra di me. “Penso che questa sia probabilmente la più eccitante offerta che abbia mai ricevuto.”

Brontolai al suo sarcasmo. “Guarda, questo folletto ha quasi finito per oggi, quindi se vuoi farmi volare al Polo Nord prima che mi addormenti devi farlo adesso.”

Rise ancora di più, quasi soffocandosi, mentre allungava una mano e apriva la cerniera dei miei jeans. Lo sentii tirarli dall’orlo di ogni gamba. Me li tolse velocemente con pratica efficienza.

Alzai le braccia verso di lui con un sorriso assonnato e lui fece scivolare le sue braccia sotto di me, sollevandomi e tirando giù il copriletto con un movimento fluido. Gentilmente mi riadagiò sul letto e mi tirò su le coperte fino al mento.

Confusa lo guardai con gli occhi annebbiati, mentre cominciava a spogliarsi. “Niente volo al Polo Nord?”

Braden sorrise. “Non stanotte, piccola.”

Non sono sexy?”

Tu sei sempre sexy. Sei anche ubriaca e strapiena. Non penso che sopporteresti altro.”

Ma io voglio un altro riempi calza.” Mi si chiusero gli occhi e sentii il letto muoversi quando Braden scivolò accanto a me, il suo braccio avvolse il mio fianco per tirarmi più vicino a lui.

Domani è Santo Stefano. Ti darò quattro riempi calza,” promise.

Spalancai di colpo gli occhi. “Per riempi calza intendiamo orgasmi, giusto?”

Il suo respirò soffiò sul mio collo. “Giusto.”

Sorrisi e chiusi gli occhi, rannicchiandomi contro di lui. “Il miglior. Giorno. Di sempre.”

Braden emise un basso suono di approvazione, strofinando le labbra sulla mia spalla. “Buon Natale, piccola.”

FINE.

traduzione autorizzata dall’autrice 

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StaffRFS

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