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Intervista con l’autore: Aurora R. Corsini

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Benvenuta Aurora e grazie per aver deciso di prestarti a questo nuovo progetto e per rispondere alle domande che ti farò.

Grazie a voi per aver pensato a me.

Clicca Qui per leggere la recensione di Pardus.

Partiamo da Pardus (ma un paio di domande sulle tue opere precedenti te le farò ugualmente), il tuo primo romanzo m/m, che per me è speciale in quanto mi ha fatto conoscere un genere tutto nuovo.

Cosa ti ha spinto a voler raccontare una storia d’amore tra due uomini?

Pardus” è il mio primo romanzo m/m, ma non la prima cosa che scrivo che ha come protagonisti due uomini. In precedenza aveva già scritto un paio di racconti gratuiti di genere m/m, seppure non fantasy, quindi in realtà non sono del tutto estranea al genere. Molto semplicemente, nel momento in cui mi si è delineata nella mente la storia di “Pardus”, scegliere due uomini come protagonisti mi è sembrato logico, perché le dinamiche che volevo innescare tra di loro non avrebbero funzionato altrettanto bene con una coppia composta da un uomo e una donna.

Le mie letture sono molto variegate, spazio dai saggi storici ai thriller e dai romance m/m al fantasy classico, quindi credo che la mia immaginazione prenda spunto da una moltitudine di elementi; quando penso a una storia non mi pongo mai il problema della sessualità dei personaggi, perché sono totalmente aperta a qualsiasi possibilità.

In particolar modo, parlando di “Pardus”, un fantasy che tratta di creature che possono vivere per millenni, tendo a pensare che, avendo appunto un’esistenza così lunga, molte di esse non applichino delle barriere rigide alla propria sessualità ma la vivano in modo fluido, innamorandosi più delle persone in sé che del loro genere sessuale. È un dettaglio che ho tenuto a introdurre nel romanzo, quando Mathias parlando con Kane gli rivela la propria bisessualità, stupendosi di come per lui, che è molto più giovane, essa sia un po’ difficile da accettare. Certo in questo mondo ci sono anche personaggi esclusivamente eterosessuali oppure omosessuali, come ad esempio lo sarà il protagonista del secondo volume della serie, ma è presente una forte accettazione della bisessualità dovuta proprio a questa concezione “aperta” delle possibilità offerte da una vita pressoché eterna.

Perché hai scelto dei personaggi così particolari, con un passato tanto crudele e spaventoso?

Questo romanzo è nato quasi per caso, stavo cercando inutilmente di lavorare a un’altra storia (totalmente diversa, che forse prima o poi vedrà la luce) quando mi è balenata in mente l’immagine di un leopardo mannaro che osservava dall’alto di una pedana un banchetto macabro. I pensieri di Kane erano rassegnati, tristi, quasi annoiati da una routine di sofferenza della quale non intravedeva la fine.

Ho scritto le prime frasi di getto e più scrivevo, più me ne venivano: cosa poteva aver causato questi pensieri? Quale tipo di esistenza? Pian piano al collo di Kane è comparso un collare legato a un guinzaglio, che lo costringeva ai piedi di una Padrona crudele, qualcuno che l’avesse spinto talmente oltre il limite del dolore da farlo rassegnare a non poter più nemmeno liberarsi tramite la morte.

E se la salvezza non poteva essere rappresentata dalla morte, negata dalle capacità di guarigione offerte dal suo lato mannaro, allora chi poteva incarnarla? Così su quella stessa pedana sono arrivati dei guerrieri spietati ma giusti, l’Eos, e tra di essi qualcuno in grado di strappare Kane alla propria dolorosa solitudine e alla prigionia che la sua stessa mente ormai gli imponeva: Mathias, che cela un cuore gentile dietro a un volto segnato da tante battaglie.

In questo modo, una frase dopo l’altra, mi si è aperto davanti l’universo dell’Eos: un gruppo di creature sovrannaturali che cercano di far rispettare la giustizia in un mondo dominato dal sangue.

Il legame che si crea tra Kane e Mathias è da subito speciale. Come ti è venuta l’idea di una relazione tra un leopardo mannaro e un vampiro?

Il mondo dei vampiri mi affascina sin da quando da piccola leggevo le avventure di Vampiretto, che forse qualche altra bambina degli anni ’80 ricorda, poi da adolescente ho scoperto Anne Rice e più avanti Laurell K. Hamilton e molti altri, ma non avevo mai scritto nulla al riguardo. Da amante dei felini, mi ritengo scherzosamente una sorta di gattara sovrannaturale, infatti la mia mente alla ricerca di idee in un momento vuoto ha partorito, come ho detto prima, un leopardo mannaro. Quindi sul momento, dovendo trovare un compagno per Kane, mi è sembrato naturale che potesse essere un vampiro, un guerriero che avesse combattuto innumerevoli battaglie nel corso dei secoli, con il corpo solcato da cicatrici antiche e un’insana passione per le armi da taglio.

Avevo in qualche modo bisogno che entrambi fossero maschi, perché accanto al guerriero vampiro volevo che ci fosse qualcuno non solo fisicamente altrettanto forte, in grado di lottare alla pari con altre creature sovrannaturali, ma anche psicologicamente segnato dall’essere stato assoggettato a una Padrona folle e sadica. Se Kane fosse stato una femmina la storia avrebbe funzionato lo stesso, ovviamente, ma avrei dovuto scriverla in modo diverso, rinunciando ad alcune sfumature che invece volevo fossero presenti.

Dici spesso che entrambi i tuo ragazzi girovagavano da parecchio nella tua mente. Quando hai deciso di dar loro la possibilità di farsi conoscere anche da noi lettori?

Non erano tanto loro nello specifico a girare nella mia mente, perché come dicevo sono nati molto velocemente insieme alle prime frasi della storia, quanto più che altro le figure del vampiro e della bestia mannara, delle quali non avevo ancora avuto modo di scrivere ma che mi affascinavano, insieme al mondo di possibilità che si portano dietro e che adesso sto cercando di esplorare lavorando ai seguiti di “Pardus”.

Il genere m/m è ancora abbastanza tabù, ahimè, ma tu hai voluto comunque osare. Perché hai deciso di tentare questa strada?

Per due motivi: il primo molto semplice, la passione per il genere m/m, che probabilmente è ciò che mi ha spinto a concepire una vicenda che avesse bisogno di due protagonisti maschi per funzionare; il secondo è stato una sorta di sfida con me stessa, per vedere se riuscivo a scrivere qualcosa in cui non mi ero mai cimentata, ovvero delle scene intime piuttosto esplicite. Nei miei primi romanzi non mi ero spinta molto in là con il lato erotico della vicenda, inizialmente perché ero consapevole di non essere in grado di scrivere delle scene degne di essere lette, in seguito perché, nonostante i personaggi stessi mi portassero in quella direzione, ero costretta a frenarmi per rispettare il pubblico di riferimento che si era appassionato alle mie divinità. Avere un pubblico composto in parte da ragazze giovani mi ha costretto a sfumare molte scene tra i due protagonisti della trilogia di “Bacio Immortale”, Penny e Valo, ma anche tra altri personaggi, soprattutto quelle riguardanti Ermes e poi la coppia formata da Ares e Afrodite. Ecco perché, partendo da zero con una nuova saga, ho deciso di testare le mie capacità e buttarmi nell’ignoto, nella speranza che le scene tra Kane e Mathias risultassero sensuali ma non banali o volgari.

Hai in mente di scrivere uno spin off sul passato di Kane?

No, penso che le torture inflitte da Leda a Kane nel corso della sua prigionia debbano restare nel passato, mentre lui come personaggio è proiettato verso il futuro insieme a Mathias. Anche durante la stesura di “Pardus” ho cercato di lasciar trapelare l’orrore senza mostrarlo, raccontando torture e stupri in modo fugace perché non volevo gravare la narrazione con particolari macabri, bensì far capire come le sofferenze patite avessero plasmato la psiche di Kane, impedendogli persino adesso che è libero di varcare i confini della sua prigione.

Hai già qualche nuova storia da raccontarci o per il momento ti stai dedicando completamente al seguito di Pardus?

Al momento sto aspettando di seguire l’editing del secondo volume della serie “Le luci dell’Eos”, che uscirà nel giro di qualche mese per Triskell, nel frattempo sto iniziando a scrivere il terzo volume e ho delineato la trama del quarto e ultimo capitolo della saga (ma non gioite troppo presto, con i miei ritmi lenti di scrittura, condizionati innanzitutto dal mio essere prima di ogni cosa madre di due bimbi, mi servirà ancora parecchio per scrivere il terzo e il quarto libro). Poi la mia mente si perde in mille altri progetti, che finiscono nella mia fedele agenda degli appunti e spero prima o poi troveranno la via per diventare qualcosa di concreto.

Ha intenzione di dare spazio anche agli altri personaggi che abbiamo incontrato nel fantastico mondo che hai creato?

Pardus” è raccontato dal punto di vista di Kane, che non conosce i membri dell’Eos e a malapena esce dalla propria stanza, insieme a lui veniamo introdotti in questo mondo e iniziamo a scoprirlo. Con il secondo volume, che (SPOILER) seguirà il punto di vista del vampiro Javier, la visione in qualche modo si amplierà, conosceremo meglio altri membri dell’Eos e il loro passato, così come le ragioni che li hanno spinti a unirsi al gruppo per combattere. Di libro in libro, nuovi membri dell’Eos diventeranno protagonisti, trovando l’amore mentre tutti insieme lottano contro un nemico sfuggente, che minaccia la sicurezza della comunità sovrannaturale.

In precedenza hai scritto “Bacio Immortale” trattando l’argomento degli Dèi. Hai, perciò, una certa attrazione per le creature sovrannaturali calate in contesti reali. Hai intenzione di cambiare genere? (Ti prego dì di no!)

Posso rincuorarti, perché per il momento la mia immaginazione è totalmente concentrata sul mondo dell’Eos, tra vampiri, leopardi e lupi mannari. Forse in futuro mi dedicherò a una storia più “normale”, ho una trama a cui tengo molto nel cassetto, ma per adesso resto legata al fantasy.

Alle domande dei tuoi lettori in merito a uno spin off della serie “Bacio Immortale”, rispondi che prima o poi arriverà. Sai già chi potrebbero essere i protagonisti?

Più che uno spin off, io vorrei scrivere un racconto prequel su come si sono conosciuti Ermes e David (riponete torce e forconi), spiegando come un umano sia finito al servizio di una divinità greca, vivendo al suo fianco per più di vent’anni, innamorato di lui senza poterlo toccare, consapevole che anche l’altro lo ama ma non tenterà mai neppure di sfiorarlo.

Avrei anche una mezza idea su un racconto ambientato dopo qualche anno rispetto al finale della saga, per ritrovare Penny, Valo e Atena, magari raccontato dal punto di vista di uno dei personaggi che ho potuto approfondire di meno nel corso della trilogia.

Per il momento restano progetti, idee che coltivo senza scadenze precise; sono concentrata su altri personaggi e storie nuove, anche perché ho trascorso cinque anni immersa nel mondo degli Dei e alla fine avevo bisogno di staccare, cambiare prospettiva e universo. Ma gli Dei restano nel mio cuore, non li ho ancora abbandonati, quindi penso che, al momento giusto, ritornerò da loro.

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StaffRFS