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Il Calendarfilm dell’Avvento – Quindici Dicembre- “Santa Clause”

Santa Clause

Regista: John Pasquin

Genere: Commedia

Anno: 1995

Paese: USA

Durata: 95 min

Data di uscita: 01 dicembre 1995

Distribuzione: Buena Vista

La notte della Vigilia di Natale Babbo Natale cade dal tetto; tutto ammaccato, non può fare il suo viaggio notturno e rischia di deludere i bambini che in tutto il mondo aspettano i suoi doni. Serve al più presto un sostituto: toccherà a Scott, neo-divorziato e padre un po’ imbranato. L’ostacolo più difficile da superare è in realtà lo scetticismo della ex moglie e dello psicologo. Modesta favoletta piena di zucchero con qualche momento d’ilarità: la parte della trasformazione del giovanotto in un Babbo Natale che si rispetti, con pancione e barba bianca.

Fonte: FilmTv.

Oh oh oh Fenici! È arrivato Babbo Natale!

Questo è un film abbastanza datato, che quando uscì non riscosse un gran successo, ma per me resta assolutamente e inderogabilmente “il film”: non è Natale senza che lo guardi almeno una volta.

Il titolo americano sarebbe assolutamente improponibile per noi, quindi lo hanno italianizzato in The Santa Clause, un gioco di parole tra Claus e Clause che significa clausola, e andando avanti capirete il perché.

Scott Calvin (interpretato da Tim Allen) è un padre un po’ troppo preso dal suo lavoro e sempre in competizione con la madre del figlio: Charlie. I due sono divorziati e, quest’anno, tocca proprio a lui passare la festività con il bambino. Inutile dire che quest’ultimo non è contento. Dopo un disastroso tentativo di preparare la cena, finiscono al Danny’s, immagino sia l’odierno McDonalds o qualcosa di simile, e la serata si conclude nel più classico dei modi, con la lettura di una favola natalizia.

Durante la notte il piccolo si sveglia perché sente dei rumori sul tetto, subito convinto che Santa Claus sia arrivato, sveglia il padre che non è dello stesso avviso, morale: esce per controllare e, inavvertitamente fa scivolare dal tetto proprio il nostro signore delle feste. Cercando i documenti, trova un biglietto in cui è scritto che se dovesse accadergli qualcosa dovrebbe indossare il vestito e seguire i suggerimenti delle renne.

Magicamente appare una scala, Charlie sale sul tetto e Scott è costretto a seguirlo, esilarante l’incontro con le renne, e come da copione, il ragazzino vince sulla poca convinzione del padre e inizia per loro una lunga lunga notte per consegnare i regali.

Finalmente, terminato “il lavoro”, i due vengono trasportati al Polo Nord, dove vediamo la fabbrica di Babbo Natale e facciamo la conoscenza di uno scontroso capo Elfo: Bernard (interpretato da David Krumholtz, chi guardava Numbers lo ricorderà sicuramente), tra esclamazioni della serie non ci credo, questo non è possibile, Charlie non toccare niente e simili, Bernard gli spiega la situazione, anche un po’ irritato, è convinto che quest’uomo sia un po’ tonto. Il biglietto trovato nella tasca del precedente Santa Claus in realtà è una specie di contratto, che comprende appunto una clausola, se indossi il vestito diventi il nuovo Babbo Natale, senza se e senza ma.

Mentre sono nella stanza da letto, un incredulo Scott si guarda intorno, il paesaggio è fantastico, e c’è un orso polare che dirige il traffico. Judy, un’Elfa molto carina, cerca di convincerlo che quello che sta vedendo è reale, inutile, lui proprio non riesce e qui c’è una delle frasi, magari sdolcinate e scontate ma che non ho mai scordato: “vedere non è credere, credere è vedere!” Vero? Falso? Chissà, fatto sta che Scott ha undici mesi per sistemare la sua vita normale e tornare lì per il prossimo Natale.

La mattina si risvegliano a casa, e mentre il signor Calvin è convinto di aver fatto un sogno pazzesco, il piccolo è assolutamente certo che il suo papà è Santa Claus e ne parla a tutti in continuazione.

Nei mesi successivi le cose degenerano, fisicamente Scott si sta trasformando e Charlie  non smette di parlarne, questo preoccupa non poco la madre e il nuovo compagno. Tra siparietti divertenti e non, si arriva a rivolgersi al tribunale dei minori e ovviamente il padre perde la patria potestà.

La sera di Natale Scott va a casa Miller per salutare il figlio un’ultima volta e chiede a Laura (la madre) di lasciarli un attimo da soli, le cose ovviamente non vanno lisce, infatti arriva Bernard per trascinare un reticente Scott al Polo Nord per prendere il suo post, e Charlie va con loro. Immediata la denuncia alla polizia e l’uomo viene arrestato proprio mentre lascia i regali nella casa del figlio, aveva ragione il folletto, è tonto!

Niente paura esiste una squadra apposita per questi problemi: un gruppetto di folletti guidati da Charlie riescono a far evadere Santa Claus, appena in tempo per risalire sulla sua slitta e consegnare i regali a tutti i bambini del mondo.

Laura capisce finalmente che tutto questo è vero e straccia le carte per l’affidamento e tutto finisce nel migliore dei modi. Durante il primo giro al Polo Nord, Bernard aveva regalato a Charlie una palla di vetro con la neve, sapete quelle che si agitano e si vedono paesaggi innevati, beh questa è speciale, oltre a mostrare il Polo Nord, è una specie di cellulare, ogni volta che il bambino la scuote, il padre andrà da lui.

Tutto bene quel che finisce bene!

Che posso dire? Un film sdolcinato, a tratti anche troppo, dove i buoni sentimenti trionfano sempre, ma non è a questo che servono i film natalizi? A farci tornare un po’ bambini e ricordarci che compiere buone azioni ti fa sentire meglio. La realtà è ben diversa, ma per qualche giorno, nel mese più bello dell’anno, certe pellicole fanno il loro dovere.

E come direbbe lui …. Oh oh oh Buon Natale e a tutti buona notte!

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StaffRFS

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