“Un giorno l’amore finisce e basta. E lo fa così, un mercoledì sera, senza preavviso. Sei lì che guardi “Chi l’ha visto”, con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo, e lo osservi, e ti sembra di vederlo per la prima volta, che mangia fissando lo schermo, una forchettata di pasta dopo l’altra, e ti rendi conto che non ce la fai più. Ma nemmeno un po’. E che non puoi resistere un altro minuto seduta su quel divano con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo. Cioè, per carità, gli vuoi un bene dell’anima, e se avesse bisogno di un rene glielo daresti senza batter ciglio, ma ecco, è lì il problema: preferiresti dargli un rene che non un’altra parte di te… E questo perché? Perché, ripeto, un giorno finisce e basta. E questo non te lo dicono nei film, o nei libri, perché succede appena finiscono i titoli di coda. Perché la verità è che Richard Gere non ha mai smesso di rinfacciare a Julia Roberts di battere sul Sunset Boulevard, e Julia Roberts si è stufata dopo dieci minuti di stare su quella cazzo di panchina al freddo di Notting Hill insieme a Hugh Grant, e sempre Richard Gere non ha mai perdonato a Susan Sarandon di avergli fatto rinunciare alle lezioni di danza con Jennifer Lopez! È così che va la vita, non c’è mai un lieto fine, c’è solo una fine.” È con questa amara consapevolezza che Francesca cerca di fare i conti lavorando come una matta, perché il lavoro è l’unica parte della sua vita che riesce a tenere sotto controllo e che non la delude mai.
Questa storia è il racconto di un viaggio. Il viaggio di una donna attraverso la solitudine, il coraggio, l’insoddisfazione, il riscatto, la disperazione, il tradimento e la rinascita.
Francesca è imprigionata in un rapporto ormai consumato, dove ognuno è cresciuto (o non è cresciuto) su strade diverse. Edo la ama incondizionatamente con tutto se stesso, è dolce, gentile e premuroso. È quasi l’uomo perfetto… ma non per lei.
Perché non puoi amare una persona limitandoti a metterla su un piedistallo per poterla ammirare tutto il tempo. Ci vogliono passione, obiettivi comuni e complicità per continuare ad alimentare questo amore, per sentirsi veramente vivi ed appagati con chi ti sta accanto.
Ma per quanto la vita che viviamo sia difficile ed insoddisfacente, prendere quelle decisioni che possono cambiarla è ancora più difficile.
“Quand’è che siamo diventati così fragili da pensare di non poter sopravvivere senza l’altro?”
E mentre Francesca cerca il coraggio per riuscire a dare una svolta alla propria vita, vive con i sensi di colpa per la frustrazione che prova verso l’uomo con cui credeva avrebbe trascorso tutta la vita.
I cambiamenti, la diversità e l’individualità di ciascuno di noi creano necessità e desideri diversi. Ma solo se si trovano dei punti in comune si può andare avanti insieme. Altrimenti il rapporto diventa una sofferenza. E se le cose cominciano a non funzionare, fino al punto che lo stare insieme diventa un peso ed una sofferenza, non dovremmo comunque sentirci in colpa e non per questo siamo cattive persone. Semplicemente quello che abbiamo non è più ciò che vogliamo.
“Un giorno l’amore finisce e basta. E non è colpa di nessuno.
È quello che decidiamo di fare con ciò che abbiamo imparato che fa la differenza”
Pagina dopo pagina ho conosciuto Francesca, una donna a cui manca quella certezza che ti nasce dall’essere amata incondizionatamente, prima di tutto dalla tua famiglia.
E mentre leggo, mi ritrovo a sperare intensamente che accada qualcosa, qualsiasi cosa, che la porti fuori da una vita che la tiene in gabbia e che la sta “spegnendo” lentamente ed inesorabilmente.
«Com’è che noi donne non riusciamo mai ad andarcene quando siamo in tempo…» rifletto a voce alta «quando c’è ancora la possibilità di correre verso l’uscita con appena qualche bruciatura e non con il soffitto che ci sta crollando addosso.»
A volte il coraggio ha bisogno di un esplosione per riuscire a farsi avanti. E così arriva il momento in cui il cuore esplode dal dolore, tutto si sfascia, tutto sembra perduto. E non ti rimane altro che andare avanti, un passo dopo l’altro, un respiro dopo l’altro, senza vedere nulla, insensibile al mondo che ti circonda e che continua ad andare avanti senza di te.
E quando il dolore e la paura hanno fatto la loro strada, allora forse puoi trovare quella forza che è sempre stata dentro di te, ma che non sapevi di avere.
Una storia intensa, a tratti anche ironica e divertente, che ci parla di qualcosa con cui tutti noi ci troviamo a fare i conti, prima o poi: la profonda paura di scelte difficili, il coraggio del cambiamento e la forza di non arrendersi.
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Prima di iniziare a leggere, ero sicura che avrei avuto a che fare con un libro sull’amore, magari declinato in forme diverse. Pagina dopo pagina, però, ho avuto sempre di più l’impressione che il tema centrale di “Il peso specifico dell’amore” fosse il coraggio.
La protagonista è prigioniera di una vita che non riconosce più come sua, ingabbiata in una serie di consuetudini che sopporta con grande insofferenza, senza fare nulla per uscire dal grigiore che ha avvolto ogni aspetto della sua vita. Vive con un uomo apparentemente perfetto, quello che ogni donna vorrebbe avere al proprio fianco, ma non lei. L’amore si è trasformato in un affetto quasi fraterno, condito da abitudini e silenzi che logorano il sentimento che un tempo li univa.
Il lavoro tanto desiderato non offre le soddisfazioni sperate, nonostante l’impegno profuso per ottenerle.
L’insoddisfazione è il pilastro portante della sua vita.
Nella vita, però, ci sono dei momenti in cui tutto può cambiare. Basta avere il coraggio di saper cogliere l’opportunità di inseguire ciò che desideriamo senza arrenderci a sopravvivere in una vita che, a un certo punto, ci è sfuggita di mano e ha preso una direzione che non abbiamo voluto o saputo correggere. Perché sopravvivere è più semplice. Lasciare che tutto scorra e ci trascini lì dove non avremmo mai voluto andare e lottare contro la corrente richiede forza e coraggio.
Non si tratta soltanto di riscoprire quelli che un tempo erano i propri sogni e iniziare a lottare davvero per riuscire a realizzarli. Arriva un momento, nella vita di ognuno in cui, non è solo in nome di quei sogni, che si combatte. Acquisire la consapevolezza di chi si è in realtà, che non sempre – o meglio dire, quasi mai – corrisponde a ciò che gli altri vedono in noi, saper rinunciare a dei rapporti che un tempo ci rendevano felici ma che hanno finito per privarci della serenità necessaria per affrontare la vita di ogni giorno: dare una svolta alla propria esistenza, rimettendola sui binari scelti da noi e non impostici da altri, richiede un enorme coraggio.
E Francesca trova il coraggio di dare una svolta alla propria vita, esce dalla gabbia di abitudini e false certezze che la imprigionavano e sceglie di rischiare, in amore e nel lavoro. Smette di cercare negli altri la chiave della propria felicità, consapevole, ormai, che niente e nessuno può donare ciò che non sei disposto a lottare per ottenere.
“Il massimo del sempre che possiamo garantire è questo preciso istante: uno schioccare di dita, un battito del cuore, non di più.
E dovremmo essere molto cauti quando promettiamo qualcosa. Specialmente quando promettiamo sentimenti.
Tutta questa storia mi è servita per crescere e diventare più forte, ma ci ho messo un’eternità a recuperare le forze. E a ricominciare a fidarmi.”
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Sensualità per entrambe le recensioni: