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Dentro il film: “Le ali della libertà”

 

 

 

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Andy: [dopo due settimane nel buco] c’era il signor Mozart a farmi compagnia… questo è il bello della musica: nessuno può portartela via. A voi la musica non fa lo stesso effetto?

Red: Beh, quand’ero giovane mi divertivo con l’armonica, ma ho perso interesse col tempo. Qui dentro poi che senso ha?

Andy: È proprio qui dentro che la musica ha senso. Serve per non dimenticare.

Red: Dimenticare?

Andy: Sì, per non dimenticare che ci sono posti, a questo mondo, che non sono fatti di pietra e che c’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare, né togliere, se tu non vuoi.

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Ancora oggi non so cosa dicessero quelle due donne che cantavano, e a dire la verità non lo voglio sapere. Ci sono cose che non devono essere spiegate. Mi piace pensare che l’argomento fosse una cosa così bella da non poter essere espressa con delle semplici parole. Quelle voci si libravano nell’aria ad un’altezza che nessuno di noi aveva mai osato sognare. Era come se un uccello meraviglioso fosse volato via dalla grande gabbia in cui eravamo, facendola dissolvere nell’aria, e per un brevissimo istante tutti gli uomini di quella prigione si sentirono liberi.

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La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero.

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Red : La prima notte è la più dura. Su questo non c’è dubbio. Ti fanno restare nudo, come il giorno in cui sei nato, con la pelle bruciata e mezzo accecato da quella merda anti-pidocchi che ti sparano addosso. E quando ti mettono nella tua cella, e senti sbattere il cancello, allora capisci che è tutto vero. L’intera vita spazzata via in quel preciso istante. Non ti resta più niente, solo una serie interminabile di giorni per pensare. Molti novizi danno quasi i numeri la prima notte, e ce n’è sempre qualcuno che si mette a piangere. Succede ogni volta. L’unica domanda è: chi sarà il primo? È una cosa buona su cui scommettere, come ogni altra, credo. Io avevo puntato su Andy Dufresne. Mi ricordo la mia prima notte. Dio, quanto tempo è passato.

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Andy : La cosa strana è che quando ero fuori ero un uomo onesto, dritto come una freccia. Qui in prigione sono diventato un diavolo!

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Red: Secondo me tu così ti fai del male, Andy. Insomma, questo è un sogno irrealizzabile; voglio dire, il Messico è più lontano della luna, tu sei qui, così stanno le cose.

 Andy: Sì, hai ragione; le cose stanno così. Il Messico è lontano e io sono qui dentro. Alla fine la scelta è molto semplice, davvero. O fai di tutto per vivere… o fai di tutto per morire.

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Red : Io dico che queste mura sono strane: prima le odii, poi ci fai l’abitudine, e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato… È la tua vita che vogliono, ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno.

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Red : Andy Dufresne, che attraversò un fiume di merda e ne uscì fuori pulito e profumato. Andy Dufresne, diretto verso il Pacifico. Noi che lo conoscevamo bene, ne parlavamo spesso, e ne avevamo di cose da raccontare. Certe volte però ero triste pensando che Andy se n’era andato. Ma alcuni uccelli non sono fatti per la gabbia, questa è la verità. Sono nati liberi e liberi devono essere. E quando volano via ti si riempie il cuore di gioia perché sai che nessuno avrebbe dovuto rinchiuderli. Anche se il posto in cui vivi diventa all’improvviso grigio e vuoto senza di loro. Il fatto è che il mio amico mi mancava.

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Andy Dufresne : C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare né togliere, se tu non vuoi. Si chiama speranza!

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StaffRFS