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A TU PER TU CON PATRISHA MAR

Vi aspettiamo numerosi!!! 

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Trama

Finalmente è arrivato il giorno del tanto atteso colloquio di lavoro e Sara deve fare bella figura. Sono già due anni che si è laureata, ma né in campo professionale né in quello sentimentale sembra che la sua vita abbia preso una piega accettabile. E adesso eccola, traballante su tacchi troppo alti, in ritardo cosmico – grazie alla simpatica sveglia che non suona quando dovrebbe e a un autobus che ha deciso di saltare una corsa – sotto la sede della rivista di moda e gossip più letta del momento. Sara deve avere quel lavoro… Ma la giornata a quanto pare è nata storta e può solo peggiorare. E infatti, come una ciliegina sulla torta, l’ascensore che è riuscita a prendere al volo pensa bene di bloccarsi. Uno scossone prima e un altro a breve distanza ed è chiaro che non ripartirà. Ma Sara lì dentro non è sola… Accanto a lei c’è qualcuno. Qualcuno che soffre di claustrofobia e che è sul punto di avere un attacco di panico. A meno che lei… non si faccia venire qualche idea geniale per impedirlo. Un’idea così geniale che lascerà il segno…

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BiografiaPatrisha è mamma, moglie e casalinga disperata. Scrive storie che a quanto pare gli altri han voglia di leggere, gira patrisha marsempre con il suo fedele taccuino per appuntare nei momenti più disparati le idee che le saltano in testa o le battute che i suoi personaggi le suggeriscono. Adora la cioccolata fondente, la pizza alla diavola, gli anime e i manga shojo con le loro delicate storie d’amore. Divora romanzi in maniera compulsiva e riesce a comprare più libri di quanti mai riuscirà a leggerne! Adora i film della Marvel che sa a memoria, gli sceneggiati in costume della Bbc, i telefilm americani come Smallville, Arrow, Flash, Big Bang theory e tanti altri. Ama la montagna anche se non fa trekking neanche se la pagano. E ha una fissazione da quando era ragazzina: Superman/Clark Kent.

Scritte-Nuove-sito intervista esclusiva

Ciao Patrisha, scrivere questa intervista è come entrare nel mondo delle favole. Grazie mille per aver accettato. Ti va di raccontarmi qualcosina di te e del tuo romanzo? Partiamo?

Pronti via…

Prima di tutto ciao a tutti, mi chiamo Patrisha, sono mamma, moglie, autrice, casalinga disperata, lettrice compulsiva e l’amante segreta di Superman/Clark Kent. A parte gli scherzi, cosa posso dirti, oltre al fatto che amo scrivere, è come respirare per me? E leggere, adoro leggere, fra poco i libri a casa mia mi sfratteranno perché occupo spazio.

Per quanto riguarda il romanzo, La mia eccezione sei tu è una commedia romantica, una favola moderna dove abbiamo un principe azzurro con qualche sfumatura, una cenerentola laureata in cerca di lavoro e invece dei topini una cagnolina adorabile. È una storia che vuole strappare un sorriso, far sognare e divertire. Una lettura che spero possa aprire il cuore come è accaduto a me mentre la scrivevo, sempre con il sorriso sulle labbra.

 

Per preparare un’intervista inizio sempre a guardare le recensioni di Amazon. La maggior parte di quelle lette, decantano la tua scrittura frizzante, brillante, allegra e scorrevole. Il romanzo è ricco di battute piene di spirito, esilaranti, momenti di intimità interrotti da un “Scusate, disturbiamo?”. È un romanzo rosa ma anche molto divertente. È un’idea che avevi già in mente oppure i dialoghi e gli aggettivi scherzosi sono nati nel momento stesso in cui scrivevi?

Quando scrivo sono molto istintiva, mi lascio condurre per mano dai personaggi nella loro vita, nella loro testa, e permetto loro di essere totalmente se stessi, quindi ogni battuta, ogni tono scherzoso e divertente è il frutto dell’istinto del momento e dei personaggi. Non avevo preventivato il tono del romanzo, si è scritto da sé in stesura, anche se speravo mi venisse brillante.

 

Ci sono due parole che ricorrono molto spesso ne “La mia eccezione sei tu”, e sono Destino e Principe Azzurro. Tu ci credi davvero?

Allora, per il Principe Azzurro ci credo eccome, da quando ero una bambina innamorata del Principe Filippo di La bella addormentata nel bosco. Credo nell’anima gemella, nella persona giusta che ci completa, e se anche è un po’ imperfetta resta comunque il principe, quello che ci fa sentire principessa.

Per quanto riguarda il destino, il discorso è complesso. Mi piace pensare che siamo artefici del nostro futuro, che in qualche modo con le nostre scelte possiamo influenzare quello che sarà, ma poi mi domando se in fondo quelle scelte facciano parte del nostro destino, un qualcosa di superiore che ci attende, che ci è destinato. Quindi da un punto di vista puramente romantico, sì, credo nel destino che porta un grande amore, e forse le nostre scelte sono uno strumento per arrivarci senza saperlo. Sono un po’ contorta, lo so, chiedo perdono.

 

Sei una scrittrice nata self approdata nella grande distribuzione. Come ci si sente? È stato difficile veder modificare il tuo romanzo o i tuoi personaggi da parte degli editor?

Come mi sento? Molto fortunata perché so che tra i self ci sono autori bravissimi che ancora attendono di essere scoperti, meritevoli di una pubblicazione che li porti anche in libreria. Ho lavorato sodo per tre anni, cercando di pubblicare i miei romanzi al meglio delle mie possibilità, stando molto attenta all’editing, alle revisioni, a ogni aspetto che coinvolgesse le mie creature e ora mi ritrovo in una nuova fase della mia vita di autrice, una fase ricca di incognite e di nuove sfide. Sono emozionata, scombussolata, frastornata e grata al mio editore per avere creduto in me e in Eccezione.

Per quanto riguarda la seconda domanda, devo ammettere che prima dell’editing ero spaventata, ogni autore ha paura di veder in qualche modo stravolto il proprio romanzo, di veder cambiare scene, dialoghi o personaggi. Ma anche in questo sono stata fortunata, perché l’editing ha toccato più che altro la scorrevolezza del testo, ho imparato dalle mie ingenuità lavorando a stretto contatto con una professionista che mi ha mostrato tante piccole cose utili anche per il futuro. Ma dialoghi, scene, situazioni, non è variato nulla. Sono davvero felice di questo.

 

Sara è una ragazza come tutte noi. Affronta le situazioni, le paranoie, come le affronterebbe la classica ragazza della porta accanto. Fa fatica a pagare i conti a fine mese, passa i sabato sera a guardare la televisione e indossa calzini di Duffy Duck. La cosa che più mi ha colpito sono le sue reazioni: una fra tutte è il controllo dei giornali di gossip; lei non vorrebbe farlo ma come una comune mortale cede alla tentazione. Perché non hai voluto darle un’aura più da “film” o in questo caso più da “libro”, ma hai voluto invece farla rimanere una semplice ragazza acqua e sapone?

Sara si è presentata così a me, non scherzo. Come ti dicevo la mia scrittura è molto istintiva, non creo i personaggi a tavolino per poi farli interagire, si presentano a me da soli, con idee, aspetto, abitudini, fissazioni, carattere. Un momento prima non ci sono e il momento dopo sono lì e vivono di vita pulsante. È molto emozionante per me. Quindi quando Sara si è mostrata a me, era una di noi, una ragazza come tante, una che possiamo essere noi, o la nostra migliore amica, la nostra collega di lavoro, una ragazza vera, con dubbi veri, incertezze, sogni e speranze, con buffe abitudini e con un carattere spinoso. Quindi mano a mano che scrivevo il romanzo, lei era sempre più centrata, ben definita, per certi versi reale. Per assurdo c’è chi ha criticato il fatto che una qualsiasi donna all’invito di un modello come Daniel Gant sarebbe caduta ai suoi piedi e non avrebbe fatto tanto la ritrosa. Mi chiedo perché dovremmo ragionare tutte così, Sara ha un carattere preciso, la fissazione di controllare tutto, di vivere situazioni alla sua portata, non sa lasciarsi andare e allora come potrebbe svenire davanti al modello annullando ogni aspetto saliente del suo carattere? Ho cercato di mantenere la coerenza, e sono contenta di esserci riuscita.

 

Daniel. E cosa ti chiedo? È perfetto! Addirittura è un uomo che in viaggio porta il suo e-reader… Pesandoci bene mi è venuta in mente una domanda: perché non ha un difetto? È simpatico, ironico, intelligente, intrigante, sensuale, gentile, premuroso e chi più ne ha più ne metta. Posso dire che l’unico difetto che, io ho trovato, sia quello di non averla chiamata nella tre settimane statunitensi in cui sono distanti? Voglio dire, ha sempre fatto di tutto per lei, perché in quell’occasione non capitola?

Mi piace questa domanda perché mi offre l’opportunità di spiegare una cosa. Molti han visto Daniel perfetto, e apparentemente lo è, ma non dimentichiamo che lo vediamo con gli occhi innamorati di Sara, per forza lei lo vede perfetto. Il pov, anche se in terza persona, nel romanzo è quello appunto di Sara. Ho volutamente precluso al lettore la possibilità di leggere nella mente di Daniel perché volevo che ci fosse una totale empatia con Sara. Ma Daniel non è affatto perfetto, tra le righe del romanzo si capisce bene che è vanesio, arrogante quanto basta, ama stare al centro dell’attenzione e non sa accettare un rifiuto. E mentre è negli Stati Uniti non si fa sentire perché forse sentimentalmente non è bravo a gestire l’amore, è un’esperienza nuova per lui, totalizzante che lo ha destabilizzato. È insicuro, ha bisogno di tempo. Quindi anche questo aspetto incrina la sua aura di perfezione. Non è un tipo facile con cui vivere un rapporto d’amore, ma il bello di una relazione, quando si ama davvero, è che si impara anche dall’altro. Sara imparerà delle cose, Daniel altre. Spero avrete modo di leggere il seguito del romanzo se verrà pubblicato. Potrete sbirciare nella mente di Daniel e scoprirete la sua personalità, senza ombre.

 

Non vorrei inimicarmi parte delle tue lettrici, però trovo che tutti i tuoi personaggi, ovvio non con la stessa intensità dei protagonisti, siano meravigliosamente vincenti. Nonna Glicine, Mamma Caterina, Virginia (io la adoro), Teo e Samuele, Alessandro e persino Spank. Anche qui ti chiedo, era un effetto voluto e cercato sin dal concepimento del romanzo oppure scrivendo, loro ti hanno suggerito cosa volevano fare e come avrebbero voluto agire?

È proprio come dici tu, loro hanno suggerito chi erano, cosa volevano dire e fare e come volevano agire. I personaggi si sono scritti da soli. Virginia, Alessandro e nonna Glicine sono personaggi che adoro, li ho scritti con la gioia nel cuore. Virginia e Alessandro hanno molto da dire nei seguiti, sono due personaggi da tenere d’occhio. Nonna Glicine è una complice, un’amica, una spalla su cui appoggiarsi, una gran donna con un cuore immenso. Vorremmo tutti conoscere una nonna Glicine nella vita. E Spank è il mio idolo, che posso farci? Che caratterino.

È una domanda sciocca, lo so, scusa ma la devo fare! Anzi sono due. Hai utilizzato due stratagemmi che mi hanno lasciato senza fiato. Il primo è nel libro, il flash mob. Come ti è venuta questa idea? E’ esilarante! Ed il secondo, collegato alle tue idee innovative si trova al di fuori del libro: Una cena con Daniel. Hai creato un appuntamento virtuale con il protagonista ed una ragazza molto fortunata ha cenato con lui e gli ha fatto tantissime domande. Nel mentre in un altro post le lettrici commentavano la loro conversazione, Antony e la fanciulla in questione parlavano al loro tavolo, mentre noi fan spettegolavamo in un altro… è stato emozionante! Dalle risposte che dava il nostro modello credo che, anche chi gli suggeriva le parole si sia divertito molto. È così?

Sono contenta ti siano piaciute queste mie trovate. Che dirti, l’idea del flash mob è venuta dal nulla. Non ricordo neppure come, ma nel momento in cui i due personaggi si trovavano a Villa Borghese e interagivano, ho detto, però… ci starebbe bene qualcosa fuori dall’ordinario. Ma sì… flash mob. Sono soddisfatta di quella scena, mi sono divertita parecchio a scriverla, e ha permesso a Daniel di fare una cosa che voleva fare da un po’.

Per quanto riguarda la cena, la verità è che volevo scrivere di nuovo Daniel, volevo ruolarlo come in un gioco di ruolo e ho pensato che potesse essere divertente coinvolgere una lettrice, permetterle di conoscere il personaggio e fargli domande di ogni tipo, dando l’occasione così a tutte le lettrici interessate di scoprire con noi un altro po’ di Daniel. È venuta fuori una cena perfetta, divertente e spiritosa. Un vero spasso per me e per il modello.

 

E arrivo così alla domanda che volevo porti dal principio. Ti hanno “accusato” di aver scritto un romanzo prevedibile, dal finale scontato e povero di colpi di scena quali, scenate di gelosia, isterismi ecc ecc. Permettimi di rispondere a questi punti di vista. È un romanzo ROSA, che cosa vi aspettavate? I Dark Romance non vanno bene perché confondono le fanciulle su ciò che bene e ciò che è male, i romanzi Rosa non vanno bene perché sono banali. Cosa vogliamo fare? Scriviamo un romanzo in cui la protagonista si alza la mattina, prepara la colazione, va al lavoro, dopo otto ore torna a casa, prepara la cena, fa i mestieri che la stanchezza le consente di fare, e poi va a dormire? È vero, questa è la vita reale, ma i romanzi non sono belli proprio perché ci permettono di evadere dalla nostra solita routine? Detto ciò non è mia intenzione fare polemica. Qualsiasi commento una lettrice desideri fare è sacrosanto, io però ho voluto lasciare il mio, scusatemi per questo! Torniamo a noi… Sara è una semplice ragazza che si innamora di un modello talmente bello, che dovrebbe essere dichiarato patrimonio dell’Unesco. Daniel è il Principe Azzurro che ognuna di noi vorrebbe incontrare. Entrambi rappresentano una splendida eccezione per l’altro. Lei è acqua fresca, va contro tutti gli standard, le menzogne e le ipocrisie a cui lui è abituato; è l’unica a cui concede di conoscere determinati aspetti della sua vita. Il modello è invece fuoco che scotta e può bruciare la Sig.na De Micheli; nonostante ciò, lei vuole rischiare perché crede ne valga la pena, e fa di lui, la sua eccezione. Credi davvero che esitano delle eccezioni nella nostra vita oppure come sostiene un famoso detto “l’eccezione conferma la regola”? Se lo hai scritto supporti la prima ipotesi, ma potresti approfondire il concetto?

Uhhh che domanda articolata, vediamo.

Partendo dalla prima parte, sì, mi hanno come dici “accusata” di essere prevedibile. Ma il genere di romanzo che ho scritto risponde a canoni precisi, e uno di questi è il lieto fine. Il lieto fine è per forza prevedibile, perché chi legge una commedia romantica se lo aspetta. Se io avessi fatto lasciare i protagonisti, come avrebbe reagito il lettore? Si sarebbe sentito tradito da me e dalla storia, perché se per tutto il romanzo propongo un genere, uno stile, un tono, come posso alla fine rinnegarlo solo per creare un colpo di scena? Non scrivo un giallo, ma una commedia romantica. Un filone che amo, anche cinematograficamente parlando, e ben vengano i lieti fini. Ne abbiamo tutti un gran bisogno.

Per il resto, se non ho usato certi espedienti come scenate di gelosia o twist esasperati è perché non solo la storia non li richiedeva così per come si era sviluppata, ma anche perché avrebbe reso incoerenti i miei protagonisti e non c’è niente a cui tenga di più quando scrivo del rispettare i miei personaggi per quello che sono.

Per quanto riguarda la domanda delle eccezioni, penso che nella vita di tutti i giorni abbiamo delle abitudini, delle convinzioni, dei capisaldi che ci aiutano a vivere meglio, a garantirci una sorta di stabilità, di concretezza, binari prestabiliti che rendono il nostro percorso più comodo. Ma penso anche che a volte la stessa vita ci pone dei quesiti che non trovano risposta nella routine, nella quotidianità che ci appartiene. E allora è lì che scatta l’importanza dell’eccezione, di quel cambiamento che ci necessita per sentirci vivi, completi, un po’ pazzi magari, ma di sicuro più contenti. Credo nella eccezione, come nella regola, l’una non ha valore senza l’altra.

 

Il tuo libro fa parte di una duologia. Ci dici qualcosina sul seguito, per favore? Io mi sono fatta un’idea… Alessandro e Virginia arriveranno a fare puci puci bau bau? Se questo non lo puoi dire, almeno ci sveli se Spank smetterà di fare gli agguati alle caviglie di Sara?

Domanda adorabile. Allora, per la verità nelle mie intenzioni è una trilogia. Posso dire che nel seguito Alessandro e Virginia avranno modo di interagire di più e ne vedremo delle belle e Spank resterà un osso duro per la povera Sara, ma cosa avverrà davvero? Chissà. Di certo i protagonisti del secondo romanzo, che spero verrà pubblicato, sono di nuovo Daniel e Sara perché hanno ancora parecchie cosette da raccontarci, ma troveranno spazio tutti i personaggi che avete conosciuto e anche qualcuno in più.

 

Frittattina a casa o cena a base di pesce in un ristorantino romantico?

Una sera una, una sera l’altra.

E’ stato un piacere chiacchierare con te, come dicevo in apertura sembra di vivere in una favola moderna. Grazie per le emozioni che hai voluto regalarci rispondendo a qualche domanda.

 

Intervista a cura di: Mytra

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