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Recensione: “Sei il mio destino” di Giulia Ross (serie Colors #1)

Care Fenici, oggi Lucia ci parla di “Sei il mio destino” di Giulia Ross 

Un nome. Un tatuaggio sul cuore e un ricordo doloroso. Questo è ciò che è rimasto di Emerald nella vita di Andrew. Lui ora vive con Eva, la sua mistress e insieme migliore amica, tentando di dimenticare il suo primo e perduto amore. I sentimenti per Emerald tuttavia sono troppo forti per soffocarli e adesso è arrivato il momento di affrontarli, in un modo o in un altro. È così che Andrew racconta la sua storia, dal primo incontro con il ragazzo dagli occhi color smeraldo, prigionieri nella villa di Madame, fino all’ultimo momento trascorso insieme e alla promessa di amarsi per sempre. Gli anni sono passati e ritrovarsi sembra ormai impossibile. Proprio quando tutto sembra perduto, però, un viaggio inaspettato e il matrimonio di un membro della famiglia di Eva aprono le porte a una nuova avventura. Le strade del destino sono come fiumi sulla terra, che scorrono separati per poi infine ricongiungersi nel mare. Sapranno Andrew ed Emerald ritrovarsi con la forza del loro amore?

«Amami come se non esistesse un domani e io fossi il tuo ultimo giorno di vita».

Questa è una delle recensioni più difficili che io abbia mai scritto, cercherò di essere più obiettiva possibile, tentando di farvi capire quante emozioni discordanti mi abbia provocato il libro “Sei il mio destino” di Giulia Ross.

Avevamo conosciuto Andrew nel libro precedente dell’autrice “Ai tuoi ordini”, un sottomesso che vive assieme a Eva, la sua dominatrice. Nelle prime pagine avvertiamo che qualcosa nel loro rapporto sta cambiando, Eva è intenzionata a conoscere la storia di Andrew e scoprire perché, di notte, urla il nome che ha tatuato sul cuore: “Emerald”. Nonostante l’iniziale ritrosia, Andrew ci porta indietro nel tempo, quattordici anni prima in una grande proprietà in cui ci sono ragazzini che non ricordano neppure i loro nomi, sottoposti a una strana macchina che oblitera i loro ricordi. Qui verranno istruiti dai Colori, ragazzi appena più grandi che devono i loro nomi ad alcuni particolari fisici, per diventare delle squillo perfettamente addestrate al servizio di uomini ricchi e sotto la tutela della terribile Madame. Pagine di grande intensità, in cui vedremo questi ragazzini diventare oggetti di piacere in balia di uomini e donne che li ritengono solo merce.

«Prima di quel momento, però, dovrete accettare che in questa casa niente dipende dalla vostra volontà. Niente vi appartiene, nemmeno i vostri cuori. Ecco perché la prima regola che vi dirò è quella più importante». Si volta verso Gabriel e lo sfida con lo sguardo. «Non innamoratevi. Mai!»

Ma nessuno può arginare l’amore e non importa che già altri abbiano tentato e siano stati scoperti. Andrew, che allora era chiamato Shiba, fin dalla prima sera aveva perso il suo cuore quando aveva incrociato per la prima volta gli occhi di Emerald. Uno dei Colori più richiesti, il preferito di Madame, un sopravvissuto, che porta nella sua anima un atroce segreto e che pur aiutandolo cercherà in ogni modo di allontanarlo non appena si rende conto di quali siano i sentimenti del giovane. Sarà un tentativo vano e il lettore vivrà l’angoscia di saperli in pericolo. Una vita scandita da regole e da clienti che non sanno, o non vogliono sapere che loro sono dei prigionieri, fino a quando inaspettatamente si profila all’orizzonte la possibilità di tornare liberi.

La prima parte di questo libro è avvincente e crudele allo stesso tempo; questi ragazzi in balia di personaggi orribili mi hanno devastato l’anima, ciò che hanno dovuto imparare per sopravvivere, sempre col timore di essere puniti e più di quanto mi aspettassi cominciando questo libro. E devo dire che sono rimasta indignata dal fatto che la loro salvezza fosse in secondo piano rispetto al valore di una macchina, per quanto straordinaria sia. Qui devo assolutamente separare Lucia dal recensore per potervi spiegare come sono giunta alla mia valutazione.

È un libro scritto divinamente, ma che non rileggerei, anche se mi ha molto emozionato. Questi personaggi così fragili e insieme così forti, capaci di sopravvivere a una simile esperienza, senza ricordare nulla della loro vita precedente, ignorando se qualcuno li abbia amati e se qualcuno li stia cercando, si sono insidiati nel mio cuore. Ma mi sono anche chiesta: quello fra Emerald e Shiba in quella circostanza così terribile era davvero amore? Due ragazzi che non sanno neppure chi sono, che vivono una vita assolutamente innaturale, rinchiusi e privati della liberta possono davvero saperlo, o sono stati l’uno per l’altro qualcosa per cui valesse ancora la pena vivere, qualcosa di bello a cui aggrapparsi?

Non posso tacere poi che il modo in cui si ritrovano mi ha spiazzato, avrei preferito vedere compiere delle ricerche e non un’apparizione quasi magica e abbastanza improbabile, così come la ripresa dei loro sentimenti, che sembrano non essere cambiati dopo ben quattordici anni. È bello pensare che l’amore sopravviva nel tempo, ma è anche vero che sono due persone che non si conoscono più, ognuno di loro ha avuto una vita, ha fatto delle scelte, alcune sbagliate, altre dettate dalle circostanze, altre ancora, come quelle di Andrew, dal dolore della perdita, perciò questo finale appare affrettato, non vi è stato per loro il tempo di riscoprirsi e capire bene cosa vi sia fra loro.

Quando valuto un libro mi chiedo se mi abbia emozionato e questo lo ha fatto largamente, se lo ricorderò, e se i personaggi erano ben caratterizzati; in questo Giulia Ross è stata impeccabile così come nella trama, che regala tanti colpi di scena e una storia che intriga. Ma se da recensore non posso che promuoverlo largamente, per Lucia alcune cose ne hanno reso la lettura difficile e non posso davvero dire di averlo apprezzato in pieno.

 

 

 

 

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