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Recensione: “Una scelta azzardata” di Mary Jo Putney (serie Lost Lords #7)

Care Fenici, oggi Lucia ci parla di “Una scelta azzardata” di Mary Jo Putney, settimo volume della serie Lost Lords

Per Daniel Herbert guarire le persone è una missione irrinunciabile. Ora però teme che l’aver ereditato un titolo nobiliare e alcune proprietà possa impedirgli di continuare il suo lavoro. Accetta così di recarsi a Londra per cercare una moglie che possa occuparsi dei suoi doveri, lasciandolo libero di fare il medico, e s’imbatte nella misteriosa vedova Kelham. Dopo la morte dell’anziano marito e vittima di un passato infelice, Jessie è rimasta sola con l’amatissima figlia ed è costretta a cercare un marito per mettere al sicuro la sua eredità. Tra senso di colpa e desiderio di riscatto, l’attrazione fra i due nasce irresistibile…

Daniel aveva atteso con ansia l’incontro tre ex compagni di scuola e grande fu la sua gioia nel ritrovare persone conosciute in gioventù, quando la vita era meno complicata. Damian Mackenzie fu il primo ad arrivare. Non aveva perso il suo sottile senso dell’umorismo, ma adesso era il proprietario di una sala da gioco molto alla moda e il felice consorte di una giovane esotica, frizzante e che pareva tanto intelligente quanto bella. Justin Ballard, che ai tempi era un anno più avanti di lui, si presentò abbronzato e con i capelli schiariti dal sole; viveva in Portogallo e gestiva l’azienda di famiglia, che produceva porto. Gli strinse la mano con calore, annunciandogli che sarebbe ripartito per Oporto il mattino seguente, ma era felice di non essersi perso questa riunione. Lady Agnes Westerfield entrò con la solennità di sempre, quella della figlia di un duca che non aveva perso il senso dello stile, sebbene lavorasse con rozzi ragazzini. Fu istantaneamente circondata dai suoi ex studenti, come un’adorabile zia carica di doni.

Jezebel la peccatrice e Daniel il santo, mai due personaggi sono stati così agli antipodi. Daniel è un bravissimo medico e chirurgo lo abbiamo già conosciuto nel libro precedente della serie “Una moglie speciale” che ha visto la sorella Laurel ricongiungersi al marito che aveva lasciato dieci anni prima, Lord Kirkland. Ora, dopo la morte dei genitori e di un lontano parente, si trova ad avere un titolo che non desidera ma che non può rifiutare. Deciso comunque a proseguire la sua carriera di medico capisce di aver bisogno di una moglie in grado di occuparsi delle sue proprietà, in modo tale da poter continuare a curare il prossimo e col denaro acquisito aprire anche nuovi ambulatori ed ospedali per i poveri. Per questo accetta l’ospitalità del cognato e della sorella in dolce attesa, che lo aiuteranno a cercare la donna giusta.

Anche Jessie la vedova di un maturo barone ha urgente bisogno di un marito, un uomo in grado di proteggerla e impedire che il nipote del marito Frederick, chieda la custodia della figlia che inaspettatamente e con grande rabbia del giovane ha potuto ereditare il titolo del padre, a scapito del nipote convinto fosse già suo. Il timore di Jessie infatti è che dal suo passato emergano dei fatti che la renderebbero inadeguata per essere la tutrice della piccola Elizabeth, di fatto, la nuova baronessa di Kelham. Quando i due si incontrano sono irresistibilmente attratti l’uno dall’altra, ma mentre Daniel rimasto folgorato e le fa subito una proposta di matrimonio, Jessie rifiuta. Lei cerca un uomo più maturo e soprattutto vuole impedire che il medico ricordi che loro si sono incontrati anni prima, in una circostanza che la giovane ha fatto di tutto per dimenticare.

Questa serie ha avuto capitoli carini, ma in quest’ ultimo libro la scrittrice ha esagerato creando un personaggio femminile ai confini della realtà, nella vita di Jessie non c’è uno scheletro nell’armadio c’è un intero cimitero pronto ad eruttare una sequela di problemi infiniti. Abusi di ogni tipo, omicidio, un marito che non è marito, il crudele nipote che è anche stato qualcosa di più, per non parlare della madre improvvisamente risorta e bigama. Insomma i problemi che Jessie ha sopportato nella sua giovane vita, avrebbero potuto fornire all’autrice materiale per 4-5 libri. Forse per compensare questo personaggio femminile così particolare abbiamo come controparte Daniel, un uomo che lavora incessantemente per curare i bisognosi, che non esita a regalare denaro a persone in difficoltà, che oltre ad essere un nobile e un medico è anche un vicario e, come ciliegina sulla torta, lo scopriremo anche con la virtù intatta. Ma niente paura, perché nonostante questo data la sua conoscenza del corpo umano è in grado di essere un’amante straordinario. Un uomo in grado di perdonare ogni “piccolo” peccato della moglie, man mano che questi vengono alla luce, come conigli estratti da un prestigiatore. Ora, nonostante nel titolo originale ci fosse proprio la parola santo è difficile credere a tanta incredibile comprensione, anche se ogni cosa che Jessie ha fatto è stata dettata dall’istinto di sopravvivenza e si è rivelata una moglie amorevole e una madre tenerissima.

Mary Jo Putney è un’autrice che mi piace, ha una scrittura fluente che non annoia mai ma ad ogni nuova sorpresa sulla vita di Jessie, il personaggio mi è apparso sempre più incredibile, così come la bontà e l’accettazione di Daniel, che non ha mai avuto nemmeno uno scatto di rabbia. Non sarebbe stata una brutta storia se tutto fosse apparso meno esagerato, per poi giungere alla conclusione di ogni problema nel giro di una sola pagina. Per quanto mi riguarda l’episodio più infelice dell’intera serie.

 

 

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