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Recensione: “The best man” di AS Kelly

Care Fenici, oggi Mumù ci parla di “The best man” di AS Kelly

Arrivo sempre al momento sbagliato. Non so sfruttare la situazione, non so dire la cosa giusta, non so quando entrare o uscire di scena. Chiamiamolo pure tempismo di merda.
Non sono uno che brilla per le sue idee geniali; sono un uomo pratico, un lavoratore, uno che vive per la sua famiglia e per l’aria che lei respira.
Peccato che lei non lo abbia mai saputo e che io abbia atteso tutti questi anni per farmi avanti. Inutile dirvi che era già troppo tardi e che ho combinato l’ennesimo disastro.
L’ho costretta a tornare a casa ma non le chiederò di restare neppure questa volta, neanche se fossi l’amore che l’aspetta da sempre.
Perché lei non appartiene a questo posto.
Perché lei non appartiene a me.
Mi chiamo Alex Brennan e questa è la storia di come capisci di aver perso la cosa più importante della tua vita senza averla mai avuta.

Cominciare un nuovo libro di una scrittrice che stimi, e di cui hai amato i lavori precedenti, non è affatto semplice. La domanda che mi sono subito posta è stata: sarà all’altezza dei precedenti?

Di certo quello che salta subito all’occhio è la sua scrittura inconfondibile: scorrevole, frizzante, mai scontata o noiosa. I dialoghi sono ben strutturati, ci vengono risparmiate le solite frasi fatte, e non mancano di certo di originalità. Dei libri della Kelly, amo il suo modo di scrivere, di raccontare, di farci vivere le storie. Storie di amore, di amicizia, ma soprattutto storie di famiglia.

Ma veniamo a noi.

Alex è distillatore in una azienda irlandese di whiskey a Letterfrack, nella parte più a Ovest del Connemara, terra ancora selvaggia e incontaminata, caratterizzata da spiagge di sabbia bianca e onde, che attirano surfisti da tutto il mondo, da colline, distese infinite e laghi. La descrizione di questa cittadina è così accorata che mi ha fatto venire voglia di fare una ricerca. Devo dire che il posto è veramente delizioso, ho anche scoperto che esiste sul serio un Veldons pub!

Alex sta imparando a diventare mastro distillatore, come suo nonno e come il padre di suo nonno. La distilleria Johnston produce uno dei whiskey irlandesi più pregiati, oltre a essere un’attrazione per il turismo. Alex non si ritiene una persona ambiziosa, non vuole allontanarsi da casa, vuole invece stare con la propria famiglia, far parte della propria comunità, è una persona che se ne sta in disparte evitando qualsiasi tipo di problema. E io lo adoro. Siamo abituate ai milionari, ai cattivi ragazzi da redimere, alle anime tormentate da salvare, ma Alex non è così. Lui è il ragazzo più normale che io abbia mai incontrato! È mite e riflessivo, quasi al limite del noioso, è timido, insicuro. Non è uno sfigato, non è un uomo senza spina dorsale, anche se a volte ne dà l’impressione, è semplicemente un bravo ragazzo. Credetemi, non riuscirete a fare a meno di adorarlo.

«Ciao, Ellie.»

Non è una battuta a effetto ma non è che posso fare miracoli, sono già impegnato a non fare figure di merda vomitando o svenendo davanti ai suoi piedi, non posso anche inventarmi qualcosa che la colpisca.

Ecco come si presenta esso stesso ad inizio libro:

Non sono proprio uno che capisce le cose al primo colpo. Sono un sognatore, un romantico. Un ingenuo, direbbero molti. Qualcuno potrebbe anche affermare che io sia stupido, ma in realtà sono solo un uomo che vuole restare nella sua terra, accanto alla sua famiglia. Sono un uomo che ama e che vuole amare e che non si vergogna di dirlo.

Ellie ha sempre creduto nelle possibilità di Alex di emergere in azienda, lo ha spronato negli studi e gli è stata sempre vicino, soprattutto quando ne aveva bisogno. È una ragazza forte, testarda e orgogliosa, con un grande bisogno di mostrare al mondo, e alla sua famiglia, che non è per niente debole. È perennemente in lotta col padre, il quale non apprezza le sue idee per l’azienda, che ritiene troppo innovative e azzardate. E Alex è innamorato di lei praticamente da tutta la sua vita, non ha mai pensato a lei come la sorella che non ha mai avuto o come un’amica, ma sempre è solo come l’unica donna che potesse mai amare.

Prima la volevo, come si fa con qualcosa che non hai mai avuto e che vorresti per scoprire com’è averla per te, ma ora siamo davvero nella merda, perché ora l’ho avuta e non so come posso continuare con la mia vita sapendo che non potrò averla mai più.

Prima la desideravo, ora la bramo. Come se fosse l’ultima goccia d’acqua in un’oasi nel deserto, l’ultimo desiderio prima di lasciarti morire di stenti.

Ed è proprio il modo in cui la ama che colpisce di più, un amore sincero e puro, in cui Ellie viene messa al centro del suo mondo, non in modo possessivo, ma altruista, lasciandola anche libera di andare via, se è questo che lei vuole.

Il racconto lo berrete tutto d’un fiato, come una bella bibita ghiacciata in una torrida giornata agostana.

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale, posso senza ombra di dubbio dire che anche questa volta A. S. Kelly è riuscita a regalarmi grandi emozioni, soddisfacendo le mie aspettative.

 

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