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Recensione: “Possession – Redenzione” di Valentina C. Brin (Obsession saga #2.4)

Care Fenici, per voi oggi Nayeli ci parla di “Possession – Redenzione” di Valentina C. Brin

Southampton, 1716. Sono trascorsi ventisette anni da quando Charles Rochester, duca di Norfolk, ha detto addio a Dorian per riportare la famiglia Stuart sul trono. La congiura gli è costata l’anima, oltre che la libertà, e adesso è ricercato per alto tradimento. Tuttavia il suo destino è già segnato da tempo: Charles è malato di sifilide. Sa che gli restano pochi mesi di vita e non desidera altro che trascorrerli tra le braccia di Dorian e provare per l’ultima volta la dolcezza del suo amore. Ma quando i due si ritrovano a Southampton, Charles inizia a temere di non avere possibilità.

Dorian Pratt, infatti, non è più l’uomo innamorato che ha lasciato a Marsiglia: l’abbandono subito l’ha segnato nel profondo. È diventato freddo, scostante e, ancora peggio, ha donato il proprio cuore al suo migliore amico. Eppure Charles non è pronto a rinunciare a lui. Non più. Non ora che ha capito cosa vuole davvero.

Il tempo stringe, la morte non aspetta. Ma nelle mani giuste, il vero amore può essere più forte di entrambi.

L’impatto con Redenzione, ultimo capitolo della saga è stato molto forte. Lo stomaco ha fatto la fine di un lenzuolo ai tempi delle lavandaie: fin dalle prime righe me l’hanno attorcigliato, poi hanno iniziato a strizzarlo finché non ne era rimasto che un cencio stropicciato. Angoscia, tensione, colpi di scena, imprevisti. Tutte le condizioni peggiori che potevano frapporsi tra Dorian e Charles si sono avverate, tutti i sogni distrutti. Poi me l’hanno preso, sbattuto e steso al sole, e lasciato a riscaldare finché non è stato pulito, profumato, asciutto e bollente.

«Non ce la faccio, Dorian. Pensare di affrontare la morte mi fa paura, ma pensare di vivere senza di te mi leva il respiro. Dimmi come posso fare per cancellare i miei sentimenti. Dimmi come sei riuscito a dimenticarmi, così forse riuscirò a fare altrettanto con te.»

Il Charles che ritroviamo, anche se distrutto, rimane quell’uomo terribilmente passionale che ci ha travolte nei primi libri. Il suo pare un amore egoista, ora che sta per morire e vuole passare gli ultimi mesi con l’uomo che ha sempre desiderato, eppure non dimentichiamo che per 27 anni ha amato in segreto, tenendosi in disparte, rispettando la felicità che Dorian si è costruito con un altro uomo. Ma ora che vede la fine avvicinarsi, Charles non è più disposto a sacrificare niente, non vuole più rimpianti: vuole poter morire assaporando la sua, di felicità.

«Voglio solo un po’ di pace stando al tuo fianco. Sono così stufo di vivere senza di te…»

Charles è esattamente l’uomo che vogliamo. È un uomo che ama dalla punta dei capelli all’ultima unghia, con tutto se stesso. Ama in un modo possessivo, senza risparmiarsi, senza limiti, a dispregio anche del bene e del male, mentre Dorian ha una tremenda paura di soffrire di nuovo, e si aggrappa al suo nuovo equilibrio, alla sua relazione serena con Tristan, negando le sue emozioni e riparandosi dietro uno scudo che si scioglie a ogni sguardo di Charles.

Era comodo, così. Troppo comodo.

Charles l’aveva abbandonato. L’aveva rifiutato per una dannata congiura. E dopo aver venduto l’anima al diavolo invece che donarla a lui, pretendeva di averlo al suo capezzale.

Gli aveva negato la sua vita, ma voleva regalargli la sua morte.

Dopo 27 anni, Dorian è felice, come aveva promesso quando si erano lasciati. Ma è una felicità di ripiego. Ha dovuto rassegnarsi al fatto che Charles non sarebbe tornato, e ha trovato tra le braccia di Tristan un riparo confortevole. Il Dorian che torna dal duca morente è orgoglioso, capace di resistere alle sue avances restando sulle sue posizioni; capace di freddezza, persino di cattiveria, nonostante sia per tutti il “ragazzo buono”. Ha la capacità di ferire Charles in un modo tremendo, perché sa esattamente dove colpire, e lo fa più volte.

Le sopracciglia si mossero impercettibilmente e i suoi occhi si riempirono di un dolore nuovo, lacerante. Era la sua anima, capì Dorian: gliel’aveva appena strappata.

Buona parte del romanzo è angosciante, tremenda, passionale. Sappiamo solo che dovremo dire addio a uno di loro o a entrambi, e certamente al loro amore, al loro modo di stare insieme.

È una serie di incontri e di negazioni drammatiche, dolorose, perché Dorian deve fare i conti col fatto che accettare di amarlo di nuovo significherà dilaniarsi, soffrire nuovamente per la sua perdita di lì a poco. Ma ciò che provano è reale e non può essere ignorato.

Il modo in cui le cose cambiano, il modo in cui gli occhi tornano a splendere in presenza dell’altro, in cui iniziano a toccarsi, è meraviglioso. Avviene un lembo alla volta, in modo timido, incerto, nascosto. Il modo in cui Dorian torna da Charles e accetta la sua oscurità, in cui lo accetta completamente è travolgente.

Dorian prese un respiro profondo. Era sbagliato. Era maledettamente sbagliato, la testa lo sapeva, ma il suo corpo lo tradì: gli passò la pezza sul mento e il pollice si allungò, fino a sfiorare il labbro inferiore di Charles con il polpastrello.

Fu come rubare. 

Poi, verso il finale tutto si trasforma e avviene l’imprevedibile. Charles diventa un amante innamorato e preda dell’estasi, e la sua oscurità sparisce completamente. Sotto un certo punto di vista, senza la sua parte oscura, dominante, arrogante, la dinamica tra loro viene ad assumere una forma diversa da quella che eravamo abituati a vedere. Un Charles romantico e sdolcinato alle prese con un Dorian più razionale e maturo è risultato certamente credibile, ma diverso da quello che i personaggi sarebbero dovuti essere, dal mio punto di vista.

Ho adorato che i due uomini avessero una seconda, definitiva possibilità. E ho adorato la dolcezza e la speranza di cui è intrisa la seconda parte. Questi capitoli ci danno quello di cui abbiamo bisogno per poter dire di avere avuto tutto da Charles e Dorian, per poterli lasciare andare senza rimpianti.

Tuttavia, se devo essere del tutto onesta, nonostante fosse esattamente ciò che volessi leggere, non sono certa che fosse quello che questa storia chiedeva.

«Qui dentro ci sono io, Dorian.»

Ed era vero. Era tutto vero.

C’era sempre stato lui e adesso che la sua mente si aggrappava a quell’illusione, gli era più chiaro che mai. Vi annegò completamente.

Non si oppose nemmeno per un istante.

Charles, Charles, Charles. Lo pensò, lo pronunciò, arrivò addirittura a gridarlo quando l’orgasmo gli schizzò dai lombi e gli morì nella mano.

C’era sempre stato Charles dentro di lui.

Nel corpo.

Nel cuore.

Forse non sono neppure riuscita a esprimere quanto la storia mi abbia toccata e sconvolta. È una lettura che rimane struggente, che ci parla di amore, amore nel senso più ampio della parola, al di là del sesso. Amore come qualcosa che riempie il cuore, che dà pace e sollievo, e al quale non si può rinunciare, soprattutto nel momento in cui si deve fare un bilancio della propria vita e si deve dire addio a tutti. È una cosa che Charles e Dorian devono portare a termine, che non possono più lasciare in sospeso, e che non possono nascondere all’amico più intimo o a se stessi.

È una saga scritta magistralmente e deve assolutamente essere letta.

«Non farmi questo», lo implorò. «Ero andato avanti senza di te, avevo trovato un equilibrio. Non posso, io… io non posso fare questo a Tristan.»

«E quello che fai a me non conta? Questo era mio», gemette Charles, appoggiandogli una mano sul petto, sopra al cuore. «Qui c’ero io. Questo era il mio posto.»

 

#1  Obsession

#1.2  L’uomo di fede

#2.1  Possession – Ascesa

#2.2  Possession – Rovina

#2.3  Possession – Destino

#2.4  Possession – Redenzione 

I romanzi che compongono la quadrilogia Possession possono essere letti indipendentemente dal resto della saga.

 

 

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