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Recensione: “Pain. Colpa del dolore” di Ashley Jane

Buongiorno Fenici, oggi la nostra Cristiana a recensito per voi il libro “Pain. Colpa del dolore” di Ashley Jane

Il dolore.
Ci ferisce. Ci spinge ai limiti. Ci punisce.
Oppure, per le anime miserabili come me, ci definisce.
Non sono una brava persona.
Non ho delle qualità che possano redimermi, non più. Quelle che avevo, le ho donate al diavolo la notte in cui è cambiata ogni cosa.
La notte in cui la mia sorellina è morta.
La notte in cui ho ucciso il suo assassino.
Sì, ho tolto una vita e lo rifarei ancora, senza pensarci due volte.
E mai e poi mai avrei provato un briciolo di rimorso per essere ciò che sono. 
Poi, è arrivata lei.

Mi chiamo Jackson Reid. Ci sono due cose che dovete sapere di me. La prima: sono innamorato di Alyssa Tanner. 
La seconda: sono un assassino.
***
Mi chiamo Alyssa Tanner, ma è probabile che mi conosciate come la sgualdrina che ha fatto perdere al suo patrigno le elezioni a sindaco di New York.
E avreste ragione, perché il giorno in cui il mondo mi ha etichettata come puttana, ho deciso che lo sarei diventata davvero.
Pensate di conoscere tutto di me perché mi avete visto nuda.
Credetemi, non avete nemmeno scalfito la superficie.
Quello che non conoscete è il mio passato, perché sono stata costretta a tenerlo segreto per la mia stessa sicurezza.
Quello che non conoscete è il mio dolore.
Perché se lo conosceste, sareste morti.
Scommetto che pensate di sapere come si dipanerà questa storia…

Fidatevi, non ne avete proprio idea.

Confesso di essermi approcciata con molta curiosità a questo romanzo poiché non conoscendo l’autrice, non sapevo cosa aspettarmi. Il suo stile di scrittura mi è piaciuto molto: semplice e scorrevole. La lettura risulta fluida e la trama avvincente.

Jackson Reid è il classico bravo ragazzo che tutte noi ci auguriamo di incontrare prima o poi. Se a questo, aggiungiamo la sua bellezza e la sua sensibilità, capite bene perché ci si possa dimenticare il dettaglio che è anche un assassino.

Alyssa Tanner è certamente una donna di carattere ma, credetemi, per buona parte del libro le ho augurato un bel viaggetto a Medjugorje. Ci deve pur essere un limite alla sfortuna di una persona! Personalmente ho trovato un po’ pesante tutta la disperazione legata alla sua storia… tanti, troppi eventi dolorosi per una ventenne.

Allora cosa accomuna i due protagonisti? Sono entrambi delle vittime che lottano come meglio possono per la propria sopravvivenza.

La trama si infittisce e i colpi di scena si susseguono, costringendo il lettore a divorare le pagine per scoprire se la grinta, lo sconforto e l’amore di questi ragazzi li conduca a guadagnarsi un po’ di meritata serenità.

I personaggi di contorno sono ben descritti in tutte le loro sfaccettature e contraddizioni. I rapporti interpersonali non solo creano il contesto in cui si sviluppa la storia, ma regalano anche forti emozioni: gioia per la profonda amicizia che lega Tyrone a Jackson, commozione per l’affetto incondizionato tra quest’ultimo e Mammy, rabbia per la possessività malata di Ford nei confronti di Alyssa e tristezza per il “Ti amo. Sii libera” di Ricardo a Lou-Lou.

Nel complesso Pain mi è piaciuto molto, lo consiglio.

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