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Recensione: “Non fidarti di me (blood bonds #8)” di Chiara Cilli

TITOLO: Non fidarti di me
AUTORE: Chiara Cilli
GENERE: Dark romance
SERIE: Blood Bonds
EDITORE: Self Publishing
PAGINE: 225
PREZZO: € 3,00 (eBook)
PRESUNTA DATA DI PUBBLICAZIONE: 8 maggio 2020

1 Soffocami;
2 Distruggimi;
3 Uccidimi;
4 Per addestrarti;
5 Per combatterti;
6 Per sconfiggerti;
7. Non toccarmi;
8. Non fidarti di me;

Prossimamente:

9. Non fidarti di me;
10. Il campione del re;
11. Lunga vita al re.

Credevo che Katerina sarebbe stata colei che mi avrebbe salvato.
Credevo che sarebbe stata una missione semplice, rapida, pulita.

Poi l’ho trovata nei sotterranei, nella mia stanza.
Invece mi sono avvicinata troppo.

Ora siamo nelle grinfie del mio mostro.
Non avrei mai pensato che Armand Lamaze custodisse un segreto così tremendo.

E non importa quanto lotteremo per liberarci.
Ora devo sopravvivere a qualcosa che non avevo programmato.

Katerina non uscirà viva da qui.

Lo vedremo, Lamaze.

«Armand, ti prego, guardarmi», mi implorò Katerina. «Puoi farcela. So che puoi. Sei più forte di lei. Noi lo siamo.»

Quel noi fu un pugno in pieno petto. Fu una freccia di cristallo che mi penetrò nella carne e si disintegrò in migliaia di frammenti, che si conficcarono nella pietra che rivestiva il mio cuore e, sciogliendosi nelle sue venature come argento liquido, lo irradiarono di luce bianca.

Ricacciarono indietro l’oscurità.

«Lascia che ti protegga ancora», sussurrò Katerina.

(Tratto dal libro)

Un romanzo molto breve, questo ottavo della serie: si compone di un’unica scena, quella in cui Armand sorprende Ekaterina nelle segrete, nella stanza in cui lui compie atti che sono troppo violenti perfino per essere noti ai suoi fratelli.

Questo lungo scontro mette in scena tutto: i demoni di Armand e di Ekaterina, il loro passato, i rimorsi e i sensi di colpa, combattuti dal senso di affinità e attrazione che scorre in modo energico tra loro, e che a tratti riesce a sconfiggere i lati oscuri delle loro menti profondamente disturbate. È un vero e proprio confronto tra tre figure: protagonista, infatti, anche il fantasma della madre di Armand, che tenta di manipolarlo per portare a termine “l’ultimo sacrificio”, seducendolo con l’odore del sangue.

*spoiler*

L’argomento affrontato è particolarmente scabroso, perché affonda sul tema dell’incesto.

Chiara Cilli esplora con estrema sensibilità (ma senza risparmiarci niente) la sofferenza di un Armand adolescente a causa delle violenze subite, mostrandoci svariate sfaccettature, tra cui il frantumarsi dei sogni infantili e dell’ingenuità di un ragazzo che sta per dare il primo bacio, e il senso di colpa sporcato dal piacere e dall’affetto per la madre, per addentrarsi in dolore e frustrazioni ancora maggiori, nel momento in cui si ritiene causa delle violenze sui fratelli minori.

*fine spoiler*

Questo ottavo volume, insomma, in un certo senso chiude il cerchio sul passato dei tre fratelli Lamaze, raccontando finalmente il terzo punto di vista che, per quanto fossero stati disseminati indizi, non immaginavamo così tremendo.

È una scena, questa nella sala delle torture del castello dei Lamaze, prevalentemente di stasi, in cui razionalità combatte con follia, ossessione, psicosi. La doppia personalità di Ekaterina tiene in equilibrio un tagadà di personalità che scopriamo convivere in Armand, tra le quali primeggia il fantasma della madre, che lo circuisce, seduce, esige sangue e dolore.

È una stanza che fisicamente contiene due persone, ma nella quale si fronteggiano cinque anime, cinque vissuti. Ed è sapiente il modo in cui questa giostra di personalità sia stata orchestrata, come esse vengano contrapposte, come si chiamino l’un l’altra, come si ascoltino e si rispondano senza parlare.

Ci si illude, a tratti, che la luce di Ekaterina possa riuscire a salvare Armand dalla nebbia della psicosi riportandolo presente a se stesso. Ma Ekaterina non è pura luce. Anche lei ha una parte oscura che deve essere affrontata e che deve trovare accettazione. Tutte queste carte sono finalmente state messe sul tavolo ed esplorate, anche se non è chiaro quali di loro avranno la meglio nella resa dei conti finale. Inutile dire per quale parteggiano i lettori, naturalmente. Mi auguro che dopo il sacrificio di Andrè e il triste epilogo per Henri non finiremo per piangere (di nuovo) come fontane.

Difficile giudicare questa lettura: di certo non può essere considerata come stand alone, è un episodio da comporre con il volume precedente e con il successivo.

Da notare la magistrale capacità di tenere 130 pagine fisse su un’unica scena e due soli personaggi. Rimarcabile l’intensità e lo spessore emotivo creato dopo solo poche righe, senza bisogno di riallacciare fili lasciati dalla chiusura del precedente.

Non possiamo che attendere ansiosi il prossimo.

Il suo respiro si intrufolava nella mia bocca dischiusa e io lo inalavo con crescente avidità, bisogno. Si stava immergendo in me, gli occhi tanto intensi che non riuscivo a staccarmene.

Non volevo.

Ero… persa.

In lui, che mi sovrastava con la sua poderosità.

Nel racconto del suo passato, che ancora aleggiava nei miei pensieri.

Nel nostro dolore, che infettava l’aria come un morbo.

(Tratto dal libro)

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