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Recensione “Lo scudiero del Drago” di Catherine Archer (serie La Confraternita del Drago #2)

Inghilterra/Scozia, 1200 – Quando Christian Greatham, figlio del barone di Bransbury, scompare misteriosamente senza lasciare tracce, sua sorella Aislynn decide di chiedere aiuto a Jarrod Maxwell, il valoroso cavaliere che in passato è stato scudiero alla corte del Drago insieme a Christian. Costretto ad accettare suo malgrado che la bella Aislynn partecipi alla ricerca, l’enigmatico gentiluomo scopre a poco a poco che quella giovane dal temperamento coraggioso e passionale gli ha rubato il cuore. E lei, a dispetto delle convenzioni sociali e degli obblighi che derivano dal suo lignaggio, si accorge di essere pronta a seguire l’audace Jarrod… ovunque il destino decida di condurli!

Eccoci con il secondo libro della famosa serie della Archer “La Confraternita del Drago” con protagonisti tre giovani coraggiosi, testimoni involontari della morte di un grande cavaliere e ritornati da un esilio in Terra Santa pieni di propositi di vendetta.

Questa volta il protagonista è Jarrod, figlio illegittimo di un crociato inglese e una prostituta araba: un personaggio forte e coraggioso, con profonde sofferenze dovute ai suoi incerti natali e al distacco con cui è stato allontanato dal fratellastro.

Mi è piaciuto molto seguire la sua storia perché rivela una profonda sensibilità dietro il suo aspetto selvaggio. Molto toccante, in particolare, è il ricordo del suo incontro con la madre che invece di accoglierlo lo scaccerà.

Il giovane, nonostante tema molto l’effetto che la giovane Aislyn provoca in lui, non esita ad aiutarla, colpito dal grande amore fraterno che la anima.

Anche quest’ultima spicca tra le pagine per la sua bella personalità ed il coraggio con il quale affronta un viaggio insieme a Jarrod pur di riunire la sua famiglia.

Al di là della storia il cui clichè è molto simile al primo episodio della serie, questo romanzo mi ha colpito molto di più e mi è rimasto maggiormente impresso, un po’ per l’intreccio quasi giallo della vicenda, un po’ per i protagonisti principali le cui caratteristiche sono spiccate e le azioni decise; infatti, potremmo facilmente proiettare la vicenda ai nostri giorni e non trovarla antiquata.

Certamente, una delle maggiori doti di questa scrittrice è quella di rendere le sue storie sempre vivaci ed attuali.

Recensione a cura

 

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Voto di Pippi Calzelunghe 4

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