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Recensione libri:”“Al di là delle nostre paure – Serie del Rischio 2.0 #2” di Irene Pistolato

 

 

Dopo mesi trascorsi a litigare e a riappacificarsi a modo loro, la storia tra Simone e Noemi sembra giunta al capolinea. Simone decide di lasciarla, in quel momento crede sia la decisione giusta, ma mai scelta fu peggiore.A diciotto anni, si è innamorato per la prima volta e ha dovuto perdere Noemi per capirlo. Da quel giorno il suo cuore non smette di sanguinare e si pente ogni singolo istante della decisione presa. È però troppo orgoglioso per tornare sui propri passi e chiederle un’altra occasione.Noemi era pronta a fare il grande passo: donare il proprio cuore a Simone, confessandogli il suo amore. Peccato che lui abbia deciso di lasciarla proprio quel giorno. È arrabbiata, delusa e innamorata più che mai. Mai avrebbe pensato che avrebbe sofferto e pianto tanto per un ragazzo, proprio lei che non aveva mai creduto nell’amore.La paura di amare è tanta, entrambi sono orgogliosi e testardi e tornare sui propri passi non è semplice. Se vorranno stare insieme, però, dovranno scendere a compromessi e guardare al di là delle loro paure.

Anche lui è tormentato almeno quanto lo sono io, riesco a leggerlo nelle sue iridi che ora sembrano un mare in tempesta, proprio come quella che sta imperversando nel mio cuore e mi mozza il respiro.

 

 

#1 L’amore che cerchi (gennaio 2018)

#2 Al di là delle nostre paure (giugno 2019)

#3 Sarà per tutta la vita (settembre 2019)

 

 

Salve a tutte, fenici!!!

Oggi vi parlerò di “Al di là delle nostre paure”, secondo romanzo de “La Serie del rischio 2.0”, scritto e auto-pubblicato da Irene Pistolato.

Quando è stato chiesto di recensire questo libro, mi sono subito offerta volontaria, nonostante non avessi letto il primo romanzo di questa nuova serie (che, fortunatamente, è composta da storie autoconclusive). La trama mi ha attirata parecchio, anche se, devo ammettere, ricorda molto le opere di Federico Moccia; il che, per le appassionate del genere, è una gran bella premessa.

Il libro è narrato in prima persona e al tempo presente, coi differenti point of view dei due protagonisti, Noemi e Simone. Questa scelta stilistica, personalmente, la trovo molto interessante, in qualunque autore, soprattutto perché delinea la capacità di uno scrittore di saper raccontare una storia senza però, anticipare gli eventi e i pensieri di altri personaggi. Fin qui, scelta più che approvata e apprezzata!

Il racconto inizia con il nostro protagonista, che si presenta al lettore: “Mi chiamo Simone Rossini, ho diciotto anni e sto soffrendo per amore. Proprio io che da sempre schifo questo sentimento, proprio io che non ho mai saputo cosa significasse amare qualcuno!

Sì, perché Simone, dopo otto mesi in cui è stato con Noemi, decide di lasciarla, terrorizzato dai nuovi sentimenti che sta provando; ma, dopo meno di due mesi, è già pentito della sua scelta.

Noemi, dal canto suo, oltre ad essere distrutta, è anche parecchio incazzata. Ha diciannove anni e si sta preparando alla maturità, ma non è semplice: il ragazzo è una costante fissa nei suoi pensieri.

Lui, un giorno, stanco di rimuginare sul suo errore, le scrive un messaggio, dicendole quanto senta la sua mancanza. Non ricevendo risposta, la raggiunge a scuola per portarle una rosa e finalmente attira di nuovo a sua attenzione. Tra piccoli malintesi e gesti d’amore, i due tornano insieme, più felici che mai.

Nella speranza di mettere da parte un bel gruzzoletto per “viziare” la sua bella, il giovane Rossini inizia a lavorare nelle cantine di famiglia insieme al padre, prima durante l’estate e, successivamente, dopo l’orario scolastico. Purtroppo, nelle sue giornate di lavoro, vede qualcosa di strano: il genitore sembra particolarmente attratto da una misteriosa e un po’ scontrosa nuova segretaria. Preoccupatissimo per la sorte della famiglia, ne parla prima con Noemi e dopo col gemello, Max; così, i tre, cercano di saperne di più sulla faccenda. Non riuscendo a cavare un ragno dal buco, i gemelli decidono di affrontare il padre, mettendolo alle strette e, per tutta risposta, ottengono… una grassa risata!!! Sì, perché il genitore, sconvolto anche solo dall’idea di tradire l’amata moglie, inizia a ridere in faccia ai figli. Per tutta risposta, Simone corre via, disgustato dalla reazione del padre e si ripresenta soltanto la mattina dopo, fuori l’università di Noemi (finita la maturità e l’estate, ha deciso di iscriversi a giurisprudenza), con una bottiglia mezza vuota di Whiskey di cui non ha bevuto nemmeno una goccia, se l’è solo versata addosso per errore, e inizia a “insultare” la ragazza. In realtà, le fa presente quanto poco creda alle sue reali intenzioni, in quanto, nonostante le ripetute dichiarazioni di lui, non ha mai nemmeno osato pronunciare quel fatidico “ti amo” [per quanto discutibili i modi, non posso far altro che concordare con le paturnie mentali del povero ragazzo].

Noemi, mortalmente offesa, lo manda a quel paese e decide di non rivolgergli più la parola, a meno che, per farsi perdonare, lui non compia un gesto eclatante. Il suddetto gesto arriva e lei, finalmente, pronuncia le parole tanto attese dal ragazzo.

Insomma, tra varie peripezie, si arriva al tanto atteso lieto fine.

Ma veniamo a noi.

La storia in sé non è male, la trama è carina, tipica dei romanzi rosa, ma, a mio parere, poteva essere sviluppata leggermente meglio. A “rovinare” il tutto sono in parte di discorsi dei protagonisti e in parte gli stessi personaggi.

Per quanto riguarda i primi, sono un po’ monotoni e ripetitivi; ma la “nota dolente” sono i termini usati dai ragazzi: è un linguaggio un po’ troppo ricercato per l’età dei protagonisti, e alcuni monologhi sono un po’… come dire… bizzarri. Mi è rimasta impressa una frase in particolare, di Simone, riferita alla sorellina:

Vorrei avere la spensieratezza dei suoi sedici anni anche solo per qualche minuto, per ricordarmi come si sta senza alcun problema al mondo.

Ora, voglio capire i melodrammi adolescenziali, le esagerazioni tipiche di quel periodo della crescita, ci siam passati tutti; ma che razza di problemi puoi avere a soli diciotto anni? Ma soprattutto, tua sorella ha solo DUE anni meno di te, mica è una bambina allegra e spensierata!!! Discorso un po’ troppo esagerato per i miei gusti.

Nonostante questa piccola parentesi, è proprio lui il personaggio che mi è piaciuto di più. Non è statico, cambia nel corso della vicenda, imparando dai suoi errori e cerca di migliorare e crescere, soprattutto per Noemi.

Ecco, ora arriva il tasto dolente: Noemi. Lei proprio non l’ho sopportata. Ha, dall’inizio alla fine, un caratteraccio da primadonna, il mondo deve ruotarle intorno senza che lei muova un dito. Pretende anche che sia Simone a fare la prima mossa, che si “danni” per l’amore di lei. Dopo una fuga di quest’ultimo, ad esempio, si ostina a non volerlo perdonare, a mantenere saldo il suo orgoglio, pretendendo da lui gesti eclatanti. A differenza del personaggio maschile, lei non ha punti di svolta, non mostra alcun segno di maturazione e questo mi è dispiaciuto non poco. Avrei preferito un personaggio femminile più di spicco, meno anonimo e, soprattutto, meno frivolo.

A parte queste mie elucubrazioni, il libro, almeno inizialmente, è stato carino. Purtroppo, però, a un certo punto, ho iniziato a far fatica a leggere. Come dicevo prima, ci sono troppi discorsi immaturi, persino per un adolescente, e troppo ripetitivi; ma la nota più disturbante è stato l’editing: frasi costruite un po’ maluccio, continui errori di battitura e talvolta anche di grammatica.

Le premesse erano buone e, in fondo, sono state piccole cose a “rovinarlo”, ma con un minimo di attenzione in più ai particolari, sarebbe stato davvero un buon libro. La Pistolato ha un bellissimo stile, molto coinvolgente ed emozionante, nulla da invidiare agli autori più che affermati del genere; andrebbero solo date maggior cura e importanza ai piccoli dettagli.

 

 

 

 

 

 

 

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