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Recensione libri: Scolpitelo nel vostro cuore di Liliana Segre

Review Overview

“La memoria di Liliana Segre cerca il suo approdo nel presente. Le sue parole lo svelano: racconta di sé stessa in guerra come una profuga, una clandestina, una rifugiata, una schiava lavoratrice. Usa espressioni della nostra contemporaneità affinché la testimonianza del passato sia un ponte per parlare dell’oggi. Qui e ora. E, interrogando il presente, Liliana indica quel futuro che solo i ragazzi in ascolto potranno, senza indifferenza e senza odio, disegnare, inventare, affermare.”

dall’Introduzione di Daniela Palumbo

Età di lettura: da 9 anni.

Io chiedo come può un uomo
Uccidere un suo fratello
Eppure siamo a milioni
In polvere qui nel vento”

Auschwitz

Francesco Guccini/Nomadi

Attenzione: video con immagini che potrebbero dare fastidio

Prima di iniziare a parlare di “Scolpitelo nel vostro cuore” vorrei raccontare, per chi non la conosce, qualcosa dell’autrice.
Liliana Segre nasce il 10 settembre 1930 ed è una delle poche sopravvissute ancora in vita in grado di testimoniare le atrocità commesse durante il periodo nazista. Un nefasto periodo della nostra storia che purtroppo si sta dimenticando.
Il 19 gennaio del 2018 il Presidente della Repubblica Italiana la nomina Senatrice a vita e attualmente è costretta a muoversi con la scorta a causa delle innumerevoli minacce alla sua vita (quasi 200 al giorno fatte principalmente sul web).
Il libro è piuttosto breve, poco più di 100 pagine, e personalmente ritengo che dovrebbe essere letto da tutti anche più volte nella vita perché, come dice Liliana:

“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza
e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze,
a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.”

Scritto in un italiano fluido e di facile comprensione, è adatto alla lettura anche dei più piccoli, e racconta la vita della senatrice poco prima di essere mandata ad Auschwitz e della sua lunga permanenza prima della liberazione . Partita con il padre dal binario 21 di Milano, luogo nascosto della stazione, dove gli ebrei venivano caricati in vagoni bestiame (circa una cinquantina per vagone) con della paglia e un secchio per i bisogni fisiologici per intraprendere il viaggio della morte.
Dei circa 600 ebrei partiti faranno ritorno solo in 22.
Liliana racconta la sua vita da deportata, vissuta per 13 mesi nel campo di sterminio più grande in assoluto dove trovarono la morte 1,1 milioni di persone.
Un libro assolutamente da non perdere.

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