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Recensione: La corona di fuoco (Il trono di ghiaccio #3) di Sarah J. Maas

«Era passata una settimana da quel giorno orribile in cui le era crollato il mondo addosso. Tutto a un tratto il mondo era sparito, inghiottito dall’abisso che regnava dentro di lei». Celaena Sardothien è sopravvissuta a combattimenti mortali e a orribili sofferenze, ma di fronte all’assassinio della sua più cara amica è sconvolta e annientata. Consumata dal senso di colpa e dalla rabbia, vuole passare al contrattacco, e mettere in atto così la sua vendetta nei confronti del responsabile dell’atroce delitto, il re di Adarlan. Ogni speranza per distruggere il tiranno, però, giace nelle risposte che potrà darle Maeve, la regina dei Fae, a Wendlyn. Sacrificando il suo stesso futuro, Chaol, il Capitano della Guardia Reale, l’ha mandata laggiù con l’idea di proteggerla, senza sapere che questo viaggio potrebbe invece costarle la vita. In quella terra lontana, infatti, Celaena dovrà confrontarsi con un’oscura verità relativa alla propria origine, ma soprattutto affrontare creature brutali e mostruose che intendono conquistare il mondo intero. Per sconfiggerle, però, dovrà prima di tutto accettare la sua vera natura e far pace con i propri demoni interiori, accogliendo finalmente il suo destino.

“Alzò il viso al cielo per guardare le stelle. Lei era Aelin Ashryver Galathynius, erede di due potenti stirpi, protettrice di un popolo che un tempo era stato valoroso, nonché regina di Terrasen. Lei era Aelin Ashryver Galathynius e non aveva paura.”

Fenici,

con La corona di fuoco, terzo volume della serie Il Trono di Ghiaccio, ritorniamo nel fantastico mondo creato dalla Maas, riprendendo il nostro viaggio accanto alla spietata assassina di Adarlan.

Il secondo capitolo della serie si chiude con la nostra eroina che, grazie all’aiuto del fidato Chaol, è in procinto di imbarcarsi per Wendlyn, regno di magia e di mostri, per rintracciare Meave, regina dei Fae, e ottenere informazioni su dove trovare e come distruggere le chiavi di Wyrd.

In questo terzo volume la narrazione subisce una sorta di tripartizione. L’autrice, infatti, alterna il racconto di ciò che accade alla nostra assassina, con quello di altri due gruppi di personaggi: da un lato, Manon Becconero e le altre congreghe di streghe, convocate, per ordine del re, alle gole di Ferian; dall’altro, Chaol, Dorian e un nuovo sorprendente personaggio, Aedion, che ad Adarlan combineranno non pochi guai.

Ho apprezzato particolarmente questa scelta della Maas di ricorrere alla narrazione “su più fronti”, arricchendo di molto la storia e trasformando quello che potrebbe apparire come un fantasy ordinario in un epic fantasy di tutto rispetto, e lo fa senza distrarre o annoiare in alcun modo il lettore.

Non è mia intenzione svelare ciò che accade, ma sappiate che questo libro è molte cose. É un viaggio nell’animo della nostra protagonista, che dovrà lottare contro se stessa, contro il suo passato, contro la rabbia e contro le sue paure, per ritrovare quella regina dal “cuore di fuoco” che è destinata a liberare tutti i popoli oppressi dal re di Adarlan; nel farlo, avrà accanto un aiuto insperato, Rowan, un glaciale guerriero Fae, dall’animo tormentato, ma con una tempra d’acciaio. È un’escursione nella vita di una strega senza cuore, che non conosce affetto, non conosce pietà, e che si riscopre in qualche modo legata a un drago mutilato, ma temerario. É un pellegrinaggio tra le paure di un giovane principe, che trova finalmente la strada da seguire per diventare il migliore dei re, ma è anche una spedizione nell’animo in lotta di un giovane capitano, che non sa più riconoscere cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma sa di essere disposto a tutto per difendere le persone che ama.

Questo libro è tutto questo e molto altro ancora. Mi ha colpita particolarmente, non solo per le scelte stilistiche dell’autrice, ma anche e soprattutto perché parla di speranza, di fiducia, di amicizia incondizionata.

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