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Recensione in anteprima: Dovere di Alessia Rufino

Titolo: Dovere
Autore Alessia Rufino
Data di uscita aprile 2020
formato solo digitale
Genere: fantasy romance
Data di uscita: 11/4/2020
Keha è nata su Utòpia, il pianeta perfetto, ed è un militare.
È il Colonnello dei supersoldati Scarrat, ed è un arma, l’arma più pericolosa dell’universo da loro conosciuto.
Ultima discendente della stirpe di donne che comandano l’esercito, viene inviata, nella sua prima missione in incognito su Tarstac, un pianeta prigione dove le condizioni di vita dei carcerati sono durissime, per salvare Axral detto Ax, re di Prerea.
Keha non è entusiasta dell’incarico. Il Consiglio supremo dei pianeti della Confederazione le aveva promesso un periodo di meritato riposo per la missione appena conclusa.
Convinta che per lei sarà un compito facile, è sicura di portarlo a termine in brevissimo tempo, anche se per la prima volta nella sua vita può contare solo sull’aiuto a distanza del suo simbionte Saggit, un astronave biomecanoide appartenente alla razza Tnaam, e non sulla sua armatura, le sue armi e sulla sua fama.
Non sa quanto si sbaglia.
Ax è nato su Prerea, ma portato, in fasce, su un altro pianeta dalla sua balia, quando gli Ingal, sadici razziatori di pianeti, hanno sterminato la sua famiglia e la corte reale.
Evaso dall’orfanotrofio a quattordici anni, ha trascorso il resto della sua vita fra quartieri malfamati, sobborghi e prigioni, fino al giorno in cui, tornato sul suo pianeta, ha sconfitto il governatore Ingal ed è stato acclamato re.
Tarstac quindi non è la prima prigione in cui è rinchiuso, ma è la prima da cui non riesce a evadere; ha però un piano e avere una donna al suo fianco, soprattutto una come Keha, è l’ultima delle sue intenzioni.
Non sa quanto si sbaglia.

Ben trovate, care Fenici
dopo molte letture sicuramente di qualità, ho avuto finalmente il piacere d’imbattermi in un libro il cui genere letterario è simile a quello che pratico anch’io: il romance fantascientifico. In Italia è difficile imbattersi in questo tipo di stile e la nostra autrice, ne ha dato un saggio molto intrigante. Ma bando alle ciance e parliamo della storia.
Keha è la nona principessa del mondo di Utòpia; considerata una persona molto pericolosa, viene rispettata e temuta da tutti, soprattutto per le sue capacità militari, per il suo grado di colonnello e per le sue caratteristiche fisiche, dovute alla sua nascita. Proprio per ciò che rappresenta, vive in perenne allerta, saltando da una missione all’altra che sua madre, il Generale degli Scarrat, le affida di volta in volta. Ma stavolta la missione che le viene “proposta”, ha un volto e un nome che cambieranno la sua vita: Axral, monarca di Prerea. Dal carattere impossibile e dall’avvenenza incredibile, il giovane re, caduto in un’imboscata e imprigionato dagli Ingal, nemici giurati del suo regno e di Utòpia, si trova ora prigioniero nel carcere di sicurezza, costituito dal pianeta Tarstac. Sarà compito di Keha penetrare nella prigione fingendosi anch’essa una detenuta e trarlo in salvo. La vicenda vedrà i due rampolli mettersi a confronto, tenaci e orgogliosi, avranno difficoltà a riconoscere i loro sentimenti, arrivando a mettere a rischio la loro felicità. Una felicità quasi proibita per l’indomita Keha, la quale vita è praticamente consacrata al dovere, verso la patria, il corpo militare, ma soprattutto, verso la sua famiglia e la madre. La sua intera esistenza, sembra non appartenerle, perché nelle mani del Consiglio. Riuscirà l’amore di Axral a salvarla da una vita priva di sentimenti? Cosa le riserverà il suo futuro, legato alla simbiosi che da sempre ha con i naniti, che formano non solo la sua armatura interiorizzata, ma che convivono all’interno del suo corpo?
Non voglio addentrarmi di più nella trama, per non togliervi il gusto della lettura. Ho divorato il libro in una giornata, arrivando all’ultima pagina con un senso di aspettativa che da un po’, non provavo più. La scrittura fluida dell’autrice, l’introspezione dello studio caratteriale dei personaggi, mi hanno catturato sin dall’inizio. La tensione creata dai tentativi di fuga dal loro eremo, la difficoltà di contatto dei due, quel cercarsi ed evitarsi continuo, sono stati il nerbo dell’avventura, piccante e intrigante. Ho adorato il bel monarca fin dall’inizio e mi auguro di rivederlo nelle altre storie che proporrà la Rufino. Inoltre trovo che sarebbe di un certo interesse, approfondire le vicende legate alla cultura degli Scarrat e alla nascita dell’Impero di Utòpia e del culto delle Madri. Spero che questo sia solo il primo di una lunga serie di libri, perché secondo me, le avventure del Colonnello sono solo all’inizio. Si apre un nuovo universo cognitivo, che ci regalerà sicuramente momenti molto piacevoli.
Vi lascio alla lettura, non perdete l’occasione di leggere il romanzo d’esordio di questa bravissima autrice. In bocca al lupo Alessia Rufino!
A presto care Fenici.

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