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Recensione: “Il re scozzese” di Penelope Sky (La saga scozzese #1)

Joseph Ingram ha commesso l’errore di derubarmi. Quattro milioni di dollari. Si è appropriato di mie informazioni segrete senza pagarle illudendosi di farla franca.

Peggio per lui. Ora sarò io a impadronirmi di qualcosa che gli appartiene. Qualcosa di prezioso e insostituibile. Sua sorella. Danni collaterali. Ma anche quando Joseph mi offrirà il doppio del denaro che mi deve, io non cederò. No. Devo difendere la mia reputazione. La terrò con me. Non rinuncerò a lei.

Rientrammo e scendemmo nei sotterranei. Era una sorta di prigione, con pareti e pavimento di cemento. C’erano una branda, una toilette e un lavandino. Nient’altro. Non c’erano finestre perché le cantine si estendevano a diversi metri sotto terra. Solo alcune lampade alla volta venivano accese, mantenendo la mia prigioniera nella semioscurità. Dunbar la depose sul letto e le pose una coperta sulle spalle poiché il breve tragitto attraverso il prato l’aveva congelata. Le scostò i capelli dal viso e la osservò bene per qualche istante. “Ci farei un giro volentieri. È bella e sexy, proprio come Ethan aveva detto.” Si allontanò, chiudendola in una cella di sbarre d’acciaio. Lei non avrebbe goduto di alcun tipo di privacy nel sotterraneo. Ma, adesso che non era più una persona reale, non aveva nessuna importanza. Era la mia retribuzione per le malefatte di Joseph. Avrei riottenuto i quattro milioni di dollari che mi spettavano.

Il primo personaggio di cui facciamo la conoscenza aprendo questo libro è Joseph, affarista che ha tentato di frodare Crewe, un uomo dalla doppia vita. Da una parte discendente di una nobile famiglia scozzese con sangue reale nelle vene, produttore di un delizioso liquore che la sua famiglia distilla da anni, e, dall’altra, un uomo che vende informazioni segrete e che è temuto da tutti. Eppure Joseph, ha creduto di riuscire a ingannarlo e ora deve pagare. Ma non sarà lui a dover risarcire il debito, sarà la sua unica parente ancora in vita, London l’amata sorella. Una ragazza che è totalmente all’oscuro di ciò che il fratello fa per vivere; e Crewe intende davvero farla soffrire, la venderà come schiava per la somma che Joseph gli ha sottratto. Crewe è un personaggio complesso, e inizialmente sembra un mostro disumano, senza onore, incapace di ogni pietà, eppure quando fa la conoscenza con la sua prigioniera ne ammira il forte carattere e l’intelligenza, anche se questo non sembra cambiare i suoi piani… almeno fino a quando London riuscirà a rendersi così interessante ai suoi occhi da fargli cambiare idea. Da quel momento Crewe farà di tutto pur di possedere totalmente questa donna forte e sfuggente, che pur prigioniera non si piega. Lui sa bene che cercherà in ogni modo di andarsene ed è per questo che la pone di fronte a un terribile dilemma, un ricatto così ignobile che la rende sua schiava per sempre, e per London ci può essere solo una soluzione.

La dote maggiore dell’autrice è la sua capacità di descrivere i caratteri dei personaggi, che risultano sempre ben delineati nella mente del lettore. Come la protagonista, London, che è incapace di arrendersi alla sua condizione e sempre pronta a cogliere ogni occasione per potersene andare, ma non sa negare la sua attrazione per il suo rapitore, un uomo che detesta dal profondo del cuore ma che il suo corpo sembra incapace di rifiutare. È affascinata da Crewe, convinta che in lui ci sia un uomo buono e onorevole, e questo nonostante il suo comportamento e il mondo crudele in cui l’ha coinvolta.

Crewe è invece un personaggio che non abbiamo ancora conosciuto del tutto, viene da una famiglia che è stata distrutta per vendetta, ha un codice morale tutto suo, non esita a prendersi ciò che vuole ma, almeno nei confronti di London, non riesce a essere mai totalmente crudele, anche se desidera più di ogni cosa possederla e poterla controllare.

Eppure il personaggio femminile più sconvolgente è Ariel, il braccio destro di Crewe, una donna che non ha un attimo di esitazione nell’accettare che London debba pagare per un debito non suo. Incapace di provare pietà, considera London un mero giocattolino di cui Crewe prima o poi si stuferà, e un simile carattere mi fa pensare a un passato molto particolare.

Joseph invece è il personaggio più miserabile, ha fatto un errore madornale ma ama davvero la sorella, e sarebbe disposto sia a dare a Crewe molti più soldi, sia a prendere il posto di London. Ma non è in grado di lottare ad armi pari con un uomo come Crewe e per questo rimette tutto nelle mani di London che così si trova a lottare da sola per la propria libertà.

Se i personaggi sono davvero interessanti e incuriosiscono, la parte debole è invece la trama, che è davvero troppo simile a quella della serie “Bottoni”, e devo dire la verità, anche il fatto che i due personaggi principali abbiano nomi simili “Crewe” e “Crow” non aiuta assolutamente. Questa nuova serie è una versione più soft dell’altra, e non ci sono scene particolarmente crude, se si esclude lo spiacevole cameo di Bones… sì, perché il lettore ritroverà questo ameno personaggio per qualche attimo, e nel finale veniamo a conoscenza che presto rivedremo anche Crow stesso, che sarà presente nel prossimo capitolo, dal titolo “La regina scozzese”.

In definitiva è un libro che piacerà sicuramente a chi ha amato la serie “Bottoni”, ci sono scene di sesso ben scritte e abbastanza intriganti, la scrittura dell’autrice è molto scorrevole e il libro non ha momenti di noia. Per quanto il genere non sia propriamente nelle mie corde, è una lettura interessante che riesce a invogliare nel proseguo dei prossimi capitoli, per vedere come evolverà il rapporto fra questi due forti personaggi.

 

 

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