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Recensione: “Il ladro di tatuaggi”di Alison Belsham serie The Tatoo Chief #2

La città di Brighton pullula di vicoli, segreti e sussurri. C’è un intero mondo sommerso che sfugge al controllo della polizia, governato dalle leggi della strada. Con l’arrivo della stagione calda una giovane donna viene ritrovata in fin di vita e, dopo aver trascorso ventiquattro terribili ore di agonia in ospedale, muore in circostanze misteriose. Sul suo corpo è stato lasciato un marchio: un tatuaggio. Quando anche un’altra donna scompare, il detective Francis Sullivan e la sua squadra temono che ci sia un serial killer per le strade della città. Un assassino collegato in modi ancora tutti da chiarire al mondo dei tatuaggi. Ma non appena la polizia identifica un sospetto, Alex Mullins, le cose per Francis si fanno tutt’altro che semplici. Alex, infatti, è il figlio della donna con cui ha avuto una relazione, Marni. Una tatuatrice. Riuscirà a non farsi coinvolgere dai suoi sentimenti per risolvere il caso e fermare l’assassino prima che altre donne muoiano?

Siamo a Brighton e l’ispettore Francis Sullivan viene contattato in seguito al ritrovamento di una ragazza gravemente ferita: Natasha Brady.

La vittima, appena diciassettenne, è stata violentemente picchiata e seviziata e non solo: su mani e piedi presenta dei segni simili a stigmate e tra le scapole le è stato fatto un tatuaggio molto particolare, tre righe in stile gotico e lingua Latina:

Clavos pedum, plagas dura,

Et tam graves impressuras

Circumplector cum affect”

A lanciare l’allarme è Alex, il fidanzato di Tash, contattato da lei dopo l’aggressione.

Una volta ricevuti i primi soccorsi, la ragazza viene trasportata d’urgenza in ospedale, dove piano piano sembra rispondere alle cure. Sullivan riesce a farle qualche domanda a cui lei risponde a fatica, per il grave stato di shock in cui versa.

Partono le indagini e si apre una caccia all’uomo, ma purtroppo Tash, 24 ore dopo l’aggressione muore.

Il primo sospettato è Alex Mullins, il fidanzato, poiché viene riferito che i due innamorati avevano avuto una discussione in un pub.

Inoltre le telecamere del lungomare hanno ripreso Tash che andava via e dopo poco, lui dirigersi nella stessa direzione per cercarla.

Dall’autopsia risulta che nell’inchiostro impiegato per il tatuaggio era presente la Tassina, un veleno altamente pericoloso, che se assorbito dall’organismo in grandi quantità può rivelarsi fatale.

Passano i giorni e le indagini si trovano a un punto morto fino a che non viene ritrovata un’altra ragazzina, Sally Ann Granger, migliore amica di Tash.

Stessa tipologia di aggressione, stesso stile di tatuaggio che cita

Quit sum tibi responsurus,

Actu vilis corole durus?”

Sullivan capisce che che le frasi sono tratte da un brano del corano di Buxtehude, quello che non gli torna è cosa rappresentino per il killer.

Una volta trasportata in ospedale anche Sally Ann viene sottoposta alle cure necessarie ma viene ritrovata nel suo sangue la stessa sostanza ed i medici, in preda allo sconforto, non possono fare altro che attendere che il veleno porti a termine ciò che il killer ha iniziato…

Wow che meraviglioso thriller!

Alex è il personaggio che più mi ha colpita e per cui ho provato subito “simpatia”.

I genitori di Tash scoprono della sua relazione con la figlia solo in ospedale, nonostante i due giovani stessero insieme da circa sei mesi e fossero veramente innamorati.

Tash ha preferito tacere perché, conoscendo il modo di pensare della famiglia, sapeva che non avrebbero mai acconsentito.

Figlio di genitori con un passato un po’ burrascoso, entrambi tatuatori e soprattutto… nero!

Una famiglia benestante come quella della ragazza, chiusa di vedute e molto attenta al giudizio degli altri, non lo avrebbe mai accettato!

La madre di Tash è talmente convinta che lui sia il responsabile della morte della figlia da convincere una delle amiche a dichiarare alla polizia che lui l’avesse colpita tempo indietro, in seguito ad una discussione.

Insomma, quale colpevole migliore di un ragazzo nero proveniente da un’umile famiglia?

Scritto benissimo, in maniera fluida, scorrevole e super coinvolgente, questo romanzo non lascia nulla al caso, niente è insignificante o irrilevante.

In più passaggi vengono menzionati episodi relativi al libro precedente “Il Tatuatore” che io non ho letto, ma vengono rispiegati in maniera molto semplice e diretta, in modo che non vi siano “momenti di vuoto”, come spesso accade quando si leggono delle serie collegate, partendo dal secondo volume.

Spero vivamente che l’autrice decida di proseguire con le avventure dell’investigatore Sullivan perché a mio modesto parere è da primo in classifica nel suo genere.

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