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Recensione: “Guardare e volere” di Jay Northcote

Buongiorno Fenici, oggi Nayeli ci parla di “Guardare e volere” di Jay Northcote

Guardare il cam show di Jude smuove desideri che Shawn ha sempre negato.
Shawn è alla deriva. Laureato da poco, è incastrato con un lavoro senza sbocco che copre a malapena le spese. La sua ragazza lo ha mollato, i suoi amici si sono trasferiti e lui è ancora a Plymouth… e la sua vita non sta andando da nessuna parte.
Jude è uno studente che vive nella stessa casa. Orgogliosamente gay, è tutto quello da cui Shawn fugge sin dalla pubertà. Quando scopre che Jude lavora come cam boy, Shawn non può resistere all’impulso di guardare uno dei suoi spettacoli. Gli fa desiderare cose che lo spaventano, ma il modo in cui ne è affascinato lo costringe ad affrontare la sua attrazione per Jude.
Desiderando esplorare il suo lato bi-curioso, Shawn suggerisce di fare uno spettacolo insieme. Jude accetta e le cose si fanno complicate – e kinky – molto in fretta. Ma Jude non ha intenzione di farsi coinvolgere da qualcuno che se ne sta rintanato così a fondo nell’armadio. Se Shawn vuole ottenere quello che desidera, deve trovare il coraggio di smetterla di nascondersi anche a se stesso e di essere onesto su chi è davvero.

È un racconto divertente, sensuale, molto caldo, che si focalizza sulla scoperta da parte di Shawn della sua bisessualità. Un giorno, per caso, Shawn scopre Jude mentre si sta masturbando in una videochat. Questo sblocca una strana sorta di attrazione e scatena una serie di domande sulla sua personalità e sulle sue tendenze sessuali. Per mettere alla prova le sue ipotesi, propone a Jude di partecipare con lui a uno dei suoi spettacoli. Solo per soldi, inizialmente. Ma l’attrazione non diminuisce, nonostante i due provino più volte a esaurire questa strana alchimia che, volta dopo volta, diventa sempre più intima, più tendente a pratiche di sottomissione.

Intenso sembrava una parola tristemente inadeguata per descrivere come si era sentito, come si era perso nell’atto di… sottomettersi a lui.

In quella posizione Shawn non poteva usare le parole, ma scosse di pochissimo la testa. No.

«Ti va bene continuare?»

Un minuscolo cenno del capo, e un tocco di lingua. Sì.

Quando Jude ricominciò a muoversi lui sprofondò in un posto in cui non gli dava fastidio aspettare. Il lato tagliente dell’eccitazione, il bisogno sempre in aumento erano sopportabili, perché sapeva che, alla fine, Jude si sarebbe preso cura di lui e che sarebbe valsa la pena aspettare. Nel frattempo, quello era abbastanza.

Una trama che può sembrare un po’ forzata, per il fatto che Shawn voglia provare la sua prima volta in diretta video, di fronte a una platea di spettatori; tuttavia, siccome a volte la fantasia può superare la realtà, ho trovato stuzzicante questo tentativo di tramutare in narrativa qualcosa di plausibile e allo stesso tempo di provocatorio.

Non che fosse molto diverso dalla sua stessa mano, ma la vista, il sapere che era la mano di un altro ragazzo quella sul suo uccello, era travolgente. Era bello, bello in maniera scioccante, il modo in cui le dita forti e il palmo leggermente calloso di Jude scivolavano sulla sua pelle sensibile. La cosa più strana, però, era quanto sembrasse giusto.

Chiaramente, i giudizi personali sono banditi, quella del voyeurismo è una perversione ben presente sul web ed è interessante questo approfondimento psicologico visto da chi lo pratica.

Aveva condiviso qualcosa di così intimo con una schiera di estranei dall’altra parte del computer, e per un’ora o giù di lì lo avevano fatto sentire speciale, come se per loro lui fosse importante. 

La scoperta della propria omosessualità è ben trattata, con delicatezza, gradualità e la giusta dose di curiosità. La forzatura sul coming out avrei preferito vederla dosata con maggior rispetto alla propria intimità.

 Il silenzio discese come una coperta sgradevole e che dava il prurito.

A Shawn pareva di avere la pelle bollente e come stretta addosso, e all’improvviso si sentiva troppo nudo ed esposto. L’impulso di scappare via gli piombò addosso, facendogli torcere lo stomaco.

Non riusciva a decidere se quello fosse un sollievo o un problema. Si domandò come fosse riuscito a tenerlo nascosto a se stesso così a lungo; era incredibile quanto potesse essere efficace una barriera di negazione. Però sembrava che Jude avesse fatto crollare tutti i suoi blocchi mentali come tessere di un domino.

Quello che conta è che la storia sia scorrevole, che gli snodi che spostano la relazione da “solo sesso per soldi” a qualcosa di più intimo e personale siano credibili. Anche il modo in cui la relazione viene rafforzata, pur non essendo nulla di drammaticamente fantasioso, è credibile e piacevole, per cui il racconto si legge più che volentieri, lasciando un buon sapore.

Pareva stravolto quanto lui. Si fissarono, e Shawn avrebbe voluto dire qualcosa, spiegargli cosa provava. Non si trattava di soldi; e non si trattava più di sperimentazione. Non sapeva cosa fosse, ma era enorme e spaventosa e importante.

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