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Recensione: “Foglie nel tempo” di Patrizia Ines Roggero

Care Fenici, oggi Nayeli ci parla del nuovo libro di Patrizia Ines Roggero “Foglie nel tempo” 

RACCONTO TIME TRAVEL

Le feste di Natale hanno in serbo una sorpresa per Audrey: un viaggio in un tempo e in una terra lontani, quando l’America era divisa dalla Guerra di Secessione e la libertà un sogno per molti.

Da un amore finito a uno proibito, Audrey seguirà la voce della propria anima, alla ricerca di una felicità che rivendica il diritto di essere vissuta.

Potremmo definirlo Time Travel, Paranormal, Romance che tocca lo storico, fantastico… ma l’etichetta che voglio mettere io su questo racconto è “magico”. È la storia, non solo di quattro personaggi vissuti in due epoche distinte, ma di due anime che viaggiano nel tempo, e geograficamente, per ritrovarsi e poter finalmente vivere il loro amore. I passaggi da un tempo all’altro, da un mondo all’altro, da una vita all’altra sono come passaggi di pennarello glitterato sui biglietti d’auguri.

Nathan tremò contro di lei, lo sentì vacillare. Quando alzò lo sguardo rimase colpita dalle lacrime che gli rigavano la pelle, tentò l’azzardo di asciugarle e seguì l’istinto nel parlare: «È passato, ormai, la tua vita è qui, adesso. Lascia andare il dolore che provi, la paura di amare, il terrore di perdere le persone care.»

«Come lo sai?»

«Sento che è così, perché conosco la tua anima da sempre.»

In 76 pagine troviamo un approfondimento storico molto vivido sul periodo della schiavitù in Louisiana. Scorci di una storia universale, e di storie personali, che si intrecciano alle vicende emotive di Audrey e alla sua fuga da un amore andato male.

«Preferisco guardarti vivere la tua vita, sposare un altro ed essere felice, che trascorrere il resto dei miei giorni senza la dolcezza del tuo sorriso.»

«Io non sarò mai felice con un altro.»

«Non lo saresti nemmeno con me.»

È un racconto molto breve, che fino a due passi dalla fine fa sembrare impossibile che possa concludersi così presto e così bene. Eppure funziona, e non potrebbe terminare diversamente; dilungarsi sulla storia contemporanea avrebbe alterato il giusto equilibrio tra i due periodi storici, e l’importanza della pienezza delle due anime che viaggiano nel tempo.

Evanescente presenza accanto a Nathanaël, incapace di offrire consolazione, di donare un abbraccio. Un’anima errante in attesa di un’altra possibilità per essere felice.

Nonostante questa constatazione, avrei comunque gustato un racconto più lungo, grazie allo stile divino e capace di rompere gli schemi e le etichette. Un racconto decisamente natalizio, grazie al miscuglio tra realtà e sogno che racchiude.

 

 

 

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