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Recensione: C’era una volta un duca (I duchi di Natale #1) di Erika Ridley

 

Attenzione ai romantici spiriti dei Natali passati…

A causa delle condizioni previste dal testamento di un parente ormai a lui estraneo, il duca di Silkridge si vede costretto a rivisitare le fredde e spietate montagne in cui ha perso tutto ciò che amava un tempo. Non appena avrà recuperato l’eredità della sua famiglia se ne tornerà a Londra, dove è il suo posto. Di certo non riaccenderà la scintilla proibita che crepita tra di lui e l’irresistibile peperina che si è lasciato alle spalle…
Noelle Pratchett è immune agli affascinanti farabutti della schiatta dell’arrogante duca. Lui le ha rubato il cuore, le ha rubato un bacio e poi se n’è andato di notte per non tornare mai più. Ora ha fatto ritorno… ed entrambi sanno che non resterà. Ma come farà Noelle a mantenere i suoi gelidi scudi quando ogni singola occhiata ardente la scioglie fin nel profondo?

“I Duchi di Natale” è una serie di commoventi avventure Regency ambientate in un pittoresco villaggio innevato. Dopotutto, nulla scalda una notte invernale come trovarsi tra le braccia di un duca!

La serie è composta da:
1. C’era una volta un duca;
2. Profumo di duca;
3. Il duca tra le stelle;
4. Mai dire duca.

 

C’era una volta un Re, che disse alla sua serva… Ops, scusate, questa è un’altra storia!
(L’uomo col megafono di Daniele Silvestri inizia così, è stato il mio primo album e il primo amore non si scorda mai!)
Dunque dicevamo: c’era una volta un duca, che odiava il Natale.
Benjamin War, quinto duca di Skridge, ha soli brutti ricordi legati a questa ricorrenza: la madre è morta poco dopo la sua nascita, proprio per complicanze del parto, a Natale, anche il padre ha ben pensato di morire a Natale, pochi anni prima della storia narrata. A questo aggiungiamoci che il signor Marlowe, nonno materno che ha sempre visto nel nipote la causa della morte della sua amata figlia e glielo ha sempre rinfacciato, aveva una passione smodata per questa festività, tanto da creare un villaggio a tema.
Nashtale, dove lo spirito natalizio è presente 12 mesi l’anno. Il nonno ha riversato tutto l’amore negato a Benjamin nel villaggio e nei suoi abitanti. La rottura definitiva tra i due è avvenuta quando il signor Marlowe ha sottratto con l’inganno al nipote il medaglione che egli custodiva gelosamente, nel quale conservava l’unico ritratto esistente della madre. Da quel giorno il Duca ha giurato di non mettere mai più piede a Nashtale. Il suo cuore o per lo meno un pezzetto di esso, è però rimasto lì, infatti la notte prima di partire sì è scambiato un appassionato bacio con Noelle, una ragazza del villaggio.
Il 24 dicembre di quattro anni dopo, un messaggero reca al duca la notizia del decesso del nonno, comunicandogli che in quanto erede è convocato per la lettura del testamento. Sperando finalmente di tornare in possesso del suo amato medaglione, Benjamin si mette in viaggio, verso il luogo che pensava di non rivedere mai più.
Al momento della lettura del testamento riceve un’amara sorpresa: per riavere il medaglione dovrà soggiornare a Nashtale 12 giorni e portare a termine un compito e sempre per volere del defunto, gli verrà affiancata Noelle affinché possa adempiere alla sua missione.
Noelle non è semplicemente la contabile del signor Marlowe, ma è un importante componente della comunità, è orfana ed è stata ritrovata proprio al villaggio, posto a cui lei è legatissima e che non si sognerebbe mai di lasciare. Il villaggio viene ormai chiamato Natale dagli abitanti e la leggenda vuole che a Natale ci siano 12 duchi, uno dei quali è per l’appunto Benjamin.
I dodici giorni trascorsi a fianco della donna amata non possono che risvegliare la passione e l’attrazione mai sopita.
Anche Noelle non può negare il legame che c’è tra loro.

“Benjamin era una falena attratta dalla fiamma di lei, ma quella cominuità erano le sue farfalle. Colorate ed energiche dove lui era freddo e inamidato. Nashtale era il luogo e il mondo in cui lei prosperava. Noelle non aveva bisogno che lui interferisse con la sua vita felice”

I due sono molto simili, entrambi con un forte senso di giustizia e grande amore per gli altri, Noelle per la comunità di Nashtale e Benjamin per l’intera Inghilterra, come membro del Parlamento. Entrambi sembrerebbe abbiano trovato il loro posto nel mondo, lei al villaggio e lui a Londra, dove possono rendersi utili e sentirsi realizzati e quindi il loro sembrerebbe un amore destinato a rimanere platonico.
Il romanzo è a tutti gli effetti una favola romantica, si svolge nel periodo Regency, ma il villaggio di Natale rende il tutto estremamente fiabesco. La scrittura è piacevole e piena di spirito… natalizio sì, ma anche umoristico.
Una piccola curiosità: ho riscontrato che per l’autrice il 12 è un numero molto importante, infatti nei due libri che ho letto ricorre spesso, ancora non ho capito bene il perché, ma appena lo scoprirò vi informerò, promesso!
In sintesi: se amate il Natale, questo libro è perfetto per voi; se lo odiate, leggetelo perché vi troverete in buona compagnia, anzi ottima; se siete delle inguaribili romantiche, allora non può assolutamente mancare nella vostra libreria.
Detto questo, io non sono così tanto romantica e quindi il libro mi ha preso solo fino ad un certo punto, e perciò darò tre stelle.

 

 

 

 

 

 

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