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Recensione: “C’è sempre un lieto fine” di Charlotte Lucas

Care Fenici, oggi Dada ci parla di “C’è sempre un lieto fine” di Charlotte Lucas

Se c’è una cosa di cui Ella è fermamente convinta è che tutte le storie abbiano un lieto fine. E non potrebbe essere altrimenti per lei che da sempre crede nelle favole e tiene un blog in cui si diverte a riscrivere i finali di film e romanzi famosi, riscuotendo grandissimo successo. Fino al giorno in cui scopre che il fidanzato la tradisce. E all’improvviso è costretta ad aprire gli occhi: forse, nella realtà, il finale da favola non esiste? Così, in preda all’agitazione, inforca la bicicletta e si scontra con uno sconosciuto. Si chiama Oscar, ma Ella non fa nemmeno in tempo ad aiutarlo che è già sparito nel nulla. Per fortuna lascia dietro di sé il portafogli, l’unica cosa che può aiutarla a rintracciarlo per chiedergli scusa. È il minimo dopo quello che è successo. Appena lo apre, ne fuoriesce una pioggia di bigliettini scarabocchiati con enigmatiche annotazioni e strani indirizzi. Sembrano indizi messi lì proprio perché lei li trovi. Un invito a capire cosa si nasconda dietro quegli appunti in apparenza incomprensibili. Bigliettino dopo bigliettino, Ella capisce che quell’uomo ha avuto un passato difficile e che ora ha bisogno del suo aiuto. Piano piano entra nella vita di Oscar e lo incoraggia a rimettere insieme i pezzi della sua esistenza. Ma il suo compito non è ancora finito: ha in serbo una grande sorpresa per Oscar, un gesto semplice e naturale che racchiude in sé tutta la forza della gentilezza e dell’amore. Solo se riuscirà a portare a termine il suo proposito, potrà dire di aver regalato a quello sconosciuto il lieto fine che gli ha cambiato la vita. Un lieto fine che forse ci sarà anche per lei.

“Alla fine andrà tutto bene. E se non andrà bene, non sarà la fine.”

Salve Fenici, oggi vi parlerò di C’è sempre un lieto fine, il secondo romanzo di Charlotte Lucas, autrice di Il tuo anno perfetto inizia da qui, libro esordio con cui la scrittrice si è fatta conoscere dal grande pubblico.

A fare da sfondo al nuovo romanzo è la città tedesca di Amburgo, con la sua fitta rete di canali e la sua storia.

La nostra protagonista femminile è Emilia Faust, detta Ella, diminutivo che non deriva dal suo nome ma da Cinderella, pseudonimo con cui il personaggio si firma nel suo blog. Ella è un’utopista “della peggior specie”, un’adoratrice del lieto fine a tutti i costi, tanto da aver aperto un blog, in cui condivide il suo personale happy end di tutti quei romanzi, film e serie con un finale non propriamente felice.

Come ogni sognatrice che si rispetti, Emilia crede di aver trovato il principe in Philip, un avvocato esperto di diritto di famiglia, con cui convive ormai da sei anni e che da poco le ha chiesto di sposarlo.

Emilia ha rinunciato a tutto quando si è trasferita da Philip: all’amicizia di una vita con Cora, alla carriera come collaboratrice domestica e alla sua indipendenza economica. Per questo, quando scopre che il fidanzato l’ha tradita, sente il bisogno di allontanarsi subito da casa. La sua macchina tuttavia non parte, quindi Ella, nonostante la pioggia, inforca la bicicletta di quello che ormai è il suo ex, con l’intento di recarsi nel suo “posto segreto”, l’unico luogo in cui potrà mettere ordine nei suoi pensieri.

Complici l’instabilità emotiva e la pioggia, Ella si scontra, per ben due volte, con lo stesso uomo, Oscar, che nella collisione ha la peggio. La caduta gli provoca, infatti, una perdita temporanea della memoria.

Piena di sensi di colpa, Ella vuole aiutare a tutti i costi l’uomo: si insinua nella sua vita, scoprendo che Oscar ha un passato difficile. A quel punto decide che è necessario il suo intervento per garantire anche a lui il lieto fine che tutti meritano.

Confesso che, terminato il libro, mi sono presa un po’ di tempo prima di scrivere questa recensione. Questo romanzo mi ha infatti provocato sentimenti contrastanti: ci sono parti che ho adorato, parti che mi hanno un po’ annoiato, parti che mi hanno fatto ridere e parti che mi hanno rubato qualche lacrima. Non mi era ancora capitato di leggere un romanzo così… completo: esilarante e commovente al tempo stesso, lento ma capace di creare aspettativa.

Ho amato molto i due protagonisti, soprattutto Ella. La scrittrice è stata capace di creare un personaggio all’apparenza semplice, ma in realtà molto complesso. Ella è una donna di trentadue anni, che nell’anima è rimasta una bambina e una sognatrice incallita. Adora le fiabe, soprattutto quelle che finiscono bene… ma in fondo per lei tutte hanno un lieto fine perché, sin da piccola, sua madre modificava il finale di quelle più tristi, per cui Ella è cresciuta con la convinzione che l’happy end sia l’unica conclusione possibile.

Di Emilia, che io ho immaginato con il volto e il sorriso di Emilia Clarke (per capirci l’attrice di Io prima di Te e di Il trono di spade), ho amato anche le stranezze: è superstiziosa e ha strane manie, come quella di sbattere sempre le ciglia tre volte, di fare strane scommesse con se stessa e di evitare (per scaramanzia) di pestare le fessure tra le mattonelle.

Se riesco a toccare il muro della torre prima dell’ultimo rintocco, tra me e Philip si sistemerà ogni cosa. Non so ancora come… ma in qualche modo succederà che andrà tutto bene.

Come tutti, Ella ha anche qualche difetto: è un’abile bugiarda (o come lei stessa ama definirsi “una narratrice creativa della verità”) e la tendenza a raccontare bugie, anche se a fin di bene, le creerà non pochi problemi. Per riprendere una citazione del Faust di Goethe, richiamata anche nel libro, la nostra protagonista è “una parte di quella forza che eternamente vuole il bene ed eternamente opera il male”.

Il personaggio di Oscar appare, invece, molto più lineare. Burbero e astioso in un primo momento, si scoprirà in realtà un uomo ironico, sensibile e romantico. Il suo passato prenderà forma pagina dopo pagina e scoprire qual è la sua storia terrà impegnata, non poco, la nostra protagonista.

L’avvicinamento tra i due personaggi è molto lento: parte da un semplice rapporto di lavoro e si trasforma, tra un battibecco e un altro, nell’incontro di due anime affini.

Oscar sapeva che il cuore di Ella era stato spezzato, e lei sapeva che a lui non era andato diversamente, anche se Oscar non ne aveva ancora la più pallida idea. Erano solo due complici che stavano insieme per convenienza, l’unione di due persone laboriose e oppresse che si sostengono a vicenda nel loro lunghissimo viaggio attraverso il Boulevard of Broken Dreams, con una presa in giro come parola di incoraggiamento.

Sarà grazie a Oscar che verrà a galla il lato più vero della nostra Ella. Con un post toccante, scritto a cuore aperto, la donna rivelerà qualcosa di insospettabile sulla sua infanzia. Ed è questa la parte del libro che ho amato di più: questa finestra sulla vita di un personaggio, che per il modo in cui è stata raccontata e che non intendo svelarvi, mi ha profondamente commossa.

È un libro che mi sento di consigliare? Ovviamente sì, ma mi preme sottolineare una cosa ai futuri lettori. Il titolo e la sinossi mi hanno tratta in inganno. Mi aspettavo, infatti, di trovare un romanzo leggero e scorrevole, ma così non è stato. Lo stile dell’autrice è poco fluido e la sua scrittura alquanto prolissa, per cui il rischio di annoiarsi o di perdersi è alto. È forse questa l’unica nota dolente del libro, che mi impedisce di attribuirgli le cinque fenicette.

 

 

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