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Recensione: “Buonanotte a chi non c’è” di Angela White (Angeli Caduti #1)

 

 

Due ali d’angelo tatuate sulla schiena e un inseparabile violino. Nicholas e le sue passioni contrastanti troveranno pace tra le braccia di Alice?

Nicholas Payne è uno dei più grandi violinisti di sempre quando, all’apice del successo, qualcosa nella sua vita va storto. Le sue grandi ali d’angelo, tatuate sulla schiena, sembrano non riuscire a sostenerlo nel suo volo. A ventisei anni, Nicholas decide quindi di cambiare vita, suonando Rumpelstiltskin, il suo Stradivari, per le strade di Londra.

Ed è nella capitale inglese che Alice lo ritrova, attratta da un’incantevole melodia alla fermata della metro. È proprio lui: il ragazzo che anni prima aveva conosciuto a New York, in occasione delle seconde nozze dei rispettivi genitori e del quale si era innamorata in maniera tanto maldestra quanto indimenticabile.

Alice, che ora è diventata una chineur, un’esperta collezionista di oggetti di valore, sa riconoscere le virtù nascoste nelle persone, soprattutto in quel giovane bellissimo e dannato per il quale il suo cuore batte ancora.

Chissà se la sua tenacia basterà a risollevare l’angelo caduto, affinché torni a volare in alto sulle note del suo Rumpelstiltskin

Se un musicista riesce a toccare le corde dell’anima con le note sprigionate dal suo strumento, tutt’uno con il suo corpo e la sua mente, allora ha raggiunto l’obiettivo. Credo sia lo stesso per uno scrittore: quando la penna di un autore dà vita a una storia ricca di sensazioni che travolgono il lettore in un turbinio di emozioni contrastanti, può ritenersi ampiamente soddisfatto, il suo messaggio è arrivato dritto al cuore.

Buonanotte a chi non c’è” non è il solito romance, ma molto di più.

È una storia in cui l’amore per la famiglia, per il proprio lavoro e per chi si credeva ormai dimenticato (o si sperava di aver dimenticato), s’intrecciano dando origine a una trama dalle sfumature romantiche ed eleganti come le note di un violino.

Alice, protagonista del romanzo, è una ragazza di quattordici anni che ha tutto: una bella famiglia con cui vive a Verona e un’amica del cuore, Zoe, che la sostiene sempre. La sua adolescenza procede tranquilla.

Un giorno tutto questo però sarà solo un lontano ricordo perché si ritroverà all’improvviso a vivere a New York con la madre, Giulia, il suo nuovo compagno, William Payne, e i suoi figli Liam e Nicholas.

La separazione dei genitori, il trasferimento in una grande città straniera e l’allontanamento dall’amica più cara, porteranno ad Alice inadeguatezza e insicurezza che la faranno sentire sempre più sola; si allontanerà persino dalla madre che da piccola ha sempre cercato di trattarla come una principessa.

Nicholas Payne sembra l’unico, in quella famiglia, a capirla davvero. Dopo un avvicinamento che lascia Alice sognante e innamorata, esce dalla sua vita. Nicholas si trasferisce in un’altra casa per studiare violino e concentrarsi solo sulla musica.

Passati otto anni da quel giorno, Alice, ormai adulta, si trova a Londra per svolgere il suo lavoro da chineur, è un’esperta nella ricerca di antichi oggetti dalla rara bellezza. In metropolitana sente una melodia a lei molto familiare: il concerto per violino di Sibelius, e a pizzicare le corde è proprio Nicholas Payne con il suo Rumpelstiltskin.

All’improvviso sento la musica oltre il vociare della gente, il fischio dei treni, il rumore indifferente di centinaia di passi, le note si susseguono in una melodia bellissima.

Cosa ci fa Nicholas a Londra e, per di più, a suonare con il suo Stradivari in metropolitana?

Alice e Nicholas si ritroveranno dopo anni trascorsi senza sapere niente l’uno dell’altra e si riavvicineranno anche se, le ombre del passato, sono lì pronte a scombinare le carte in tavola.

«Riusciresti a trascorrere tutto un giorno senza suonare?», gli domando a bruciapelo. Quelle poche parole echeggiano indiscrete nel silenzio che lui si prende, prima di rispondermi.

«E tu ci riusciresti, senza respirare?».

Alice e Nicholas sono come la luce e il buio, il bianco e il nero, lo yin e lo yang. Hanno due caratteri opposti: lei è insicura e fragile, lui è arrogante e scontroso; lei è razionale e caparbia, lui è impulsivo e passionale.

Alice si racconta in prima persona e ci fa vivere, capitolo dopo capitolo, i suoi tormenti da ragazzina costretta ad abbandonare le sue certezze, fino a condurci nella sua vita da ventiduenne indipendente che ha deciso di fare quello che la rende felice.

Nicholas, ogni tanto, ci viene presentato in terza persona e ci fa capire il suo allontanamento dalle scene e il suo vero io.

Angela White ha saputo costruire una storia davvero originale senza mai cadere nei soliti cliché. Il suo romanzo si legge in un soffio e le pagine scivolano tra le dita come le note di un pentagramma che creano un’armonia celestiale.

Consiglio vivamente la lettura di questo romance non solo agli amanti del genere, ma anche a chi crede che la musica abbia il potere di trasformare le parole in emozioni intense.

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Voto Arya 5

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