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Recensione “Beata ingenuità” di Eloisa James (serie Lieto Fine #4)

Care Fenici, oggi Dory ci parla di Beata ingenuità di Eloisa James 

Recensione "Beata ingenuità" di Eloisa James (serie Lieto Fine #4)
Cover a cura di Sweet Fire

Theodora Saxby non osa credere che il bellissimo James Ryburn, inseparabile amico d’infanzia ed erede di un ducato, voglia sposare proprio lei. Può davvero tramutarsi in amore l’amicizia che li lega? Theodora vuole disperatamente sperarci, ma trascorsi pochi giorni dal matrimonio scopre che James l’ha sposata solo per la sua dote. Cacciato il marito da casa, passa sette lunghi anni a ricostruire la fortuna perduta e ad accrescere la fiducia in se stessa, diventando una donna ricca di fascino e di stile. Fino al giorno in cui, dal mare dove ha vissuto come corsaro, James torna a reclamare ciò che gli spetta di diritto. Compresa la donna che ritiene sua…

Cari lettori, sono qui a commentare la lettura del bellissimo romanzo storico–romantico della nostra Signora James (con la esse maiuscola perché, per quanto mi riguarda, è bravissima) Beata ingenuità.

La favola cui si è ispirata è di certo “Il brutto anatroccolo. Parto dal titolo che pare un sospiro, e fa da apripista al quarto romanzo della cosiddetta serie Lieto Fine.

Io qui saltello sul posto: semplicemente ado-ra-bile! Per quanto mi riguarda, ritengo e confermo: questa scrittrice davvero è originale, nonostante i temi trattati siano davvero abusati.

Essendo io una gran lettrice del genere, poche volte mi accade di restare sorpresa. La James ha un tocco in più che va al di fuori della trama, la sua trasposizione e il modo di presentare i propri personaggi è davvero a sé stante. Ed emozionante.

Parto dal fatto che i due protagonisti sono molto giovani all’inizio della storia. Theodora ha solo diciassette anni, e James pochi di più. Sono immaturi; lui ancora pieno di buoni sentimenti, lei innamorata dell’idea di diventare moglie, ma di un tipo in particolare, uno che attira la sua attenzione in modo costante e che la spinge a sospirare e a desiderare di attirare la sua attenzione: Trevelyan. Lo avrà… in qualche modo…

Theo è però colpita negativamente dalla propria inadeguatezza e dalla poca prestanza che la natura le ha dato: un dato di fatto contro cui non ha armi, purtroppo. O così crede.

È la sofferenza che prova a spingerla a chiedere un gran favore al suo amico d’infanzia, con cui è cresciuta come una sorella e che di certo non glielo negherebbe.

Purtroppo, o per fortuna, anche il padre di James chiede uno di questi favori; quelli che non si possono rifiutare, per intenderci.

In particolare il Duca, dissipatore di denaro e dilapidatore di fortune, costringe il proprio rampollo recalcitrante a prendere parte a una farsa, come la chiama un James sull’orlo del collasso. Una farsa che s’incrocia con la richiesta dell’amica… Due piccioni con una fava? Eh… non proprio: povero James!

Il padre gli diede le spalle e si diresse verso la parete opposta della biblioteca, comportandosi come se non avesse detto nulla di straordinario. — Abbiamo bisogno dei suoi soldi per rimettere in piedi la tenuta nello Staffordshire e saldare qualche debito, o perderemo tutto, compresa questa dimora.

— Che cosa avete combinato? — sibilò James. Una paura strisciante s’insinuò nelle sue membra.

Ashbrook si voltò nella direzione del figlio. — Non osare rivolgerti a me con quel tono!

 James vuol molto bene alla sua amica-sorella; forse più amica che sorella? O forse, a pensarci bene, per lui lei è altro? Di certo non vuole ferirla. Semmai, vorrebbe proteggerla. Theo (lei vuol essere chiamata con questo soprannome e lui quanto lo detesta!) per James è e sarà sempre la sua Daisy. Dolce, angelica, bellissima.

Appunto: sua.

— L’altra sera ho sentito due ragazze dire che ho i tratti di un giovanotto — la informò Theo, addolorata. — Non parliamo poi della mia dolcezza.

La madre si fece scura in volto. — Che assurdità. Com’è possibile anche solo pensare una cosa del genere? Probabilmente non ci vedono bene, come la povera Géneviève Heppler. Sua mamma non le permette di indossare gli occhiali e così, proprio l’altra sera, si è scontrata con me.

— Lo pensano perché io ho davvero le fattezze di un ragazzo — ribatté Theo senza aspettarsi alcun assenso. — A ogni buon conto — aggiunse — James e io abbiamo ideato un piano che mi permetterà di essere notata dal delizioso Geoffrey.

 E mentre Theo tesse la sua tela per far innamorare un tiepido spasimante, James farà del suo meglio per assecondare il padre, impedire alla sua amica di portare a termine il proprio piano, e tenere in piedi il proprio rispetto di sé. Troppe cose tutte insieme?

La realtà e che James ama Daisy. Ha nutrito nuovi e conturbanti sentimenti da quando la ragazza è cresciuta. E non la lascerà mai a nessun damerino della buona società, neppure se fosse un re in persona. Di certo non a quell’insulso individuo che porta il nome di Geoffrey Trevelyan.

A questo punto potrei andare avanti con la narrazione. Ho un mucchio di cose da scrivere, o meglio condividere, ma vi dico soltanto che il percorso di crescita che impegna i ragazzi nel proseguimento della storia sarà tangibile.

Scrittrice davvero brava, i personaggi sono dosati e si evince la loro evoluzione. Theo è delicata e James un bravo ragazzo. Lei diventa donna, lui diventa un pirata. Theo si crea la bellezza, James è ormai un uomo. Uno che non abbassa lo sguardo davanti a lei, ma che la sfida ad amarlo ancor di più.

Tutto questo si può toccare con “mano”. Una lettura che non mi ha stancata un momento. E ne sono entusiasta. Bellissime le scene d’intimità tra i due: perché di questo si tratta. Intimità, grande rispetto. Amore.

Credo che questo sia il mio romanzo preferito scritto da Eloisa… a parte la serie delle Duchesse; quelle sono fantastiche! Ma ve ne parlerò in seguito…

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