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Incontro con gli autori: Silvia Zucca

Lido degli Estensi (FE), 31 luglio 2015

 

 

Protagonista dell’ultima serata di “Librandosi 2015” è stata la scrittrice Silvia Zucca, autrice del libro che è già stato definito il caso dell’anno: “Guida astrologica per cuori infranti”, edito dalla Nord. In una serata insolitamente fresca l’autrice milanese è stata grande mattatrice, con un’intervista ironica e divertente, affascinando anche i più reticenti al mondo dell’astrologia.

Qui di seguito un breve estratto del botta e risposta di ieri.

 

Il tuo libro si trova stabilmente nella top 10 dei libri più venduti. Ti aspettavi un simile riscontro?

No, non me lo aspettavo. Quello dello scrittore è un mestiere solitario, non sai mai quale potrà essere la reazione al tuo libro. Mentre scrivi è difficile avere dei riscontri attendibili da amici e parenti, i miei ci credevano molto più di me.

 

Il tuo libro è diventato un caso ancora prima di essere pubblicato.

Sì, è stata una cosa incredibile. La mia agente aveva portato una sinossi e alcuni capitoli del libro alla fiera di Francoforte. Sono piaciuti talmente tanto che si sono scatenate delle aste e ora i diritti sono già stati venduti in sedici paesi, e, da pochissimo, sono stati anche venduti i diritti cinematografici e tivù alla Endemol.

Silvia, non sei nuova al mondo dello spettacolo. Prima di diventare scrittrice lavoravi in una piccola emittente televisiva. Raccontaci qualcosa di te.

Scrivo da quando avevo tredici anni, è sempre stato il mio sogno. Credo di avere ancora nascosti da qualche parte dei bigliettini da visita, dove come mestiere avevo indicato “scrittrice”. Scrivevo delle storie per le mie cuginette, anche se ai tempi il mio genere preferito era il giallo. Adoravo Agatha Christie. Dopo una Laurea in Letteratura Inglese, e dopo aver seguito parallelamente la Scuola di Cinema a Milano, ho lavorato in un’emittente televisiva come Alice, la mia protagonista. Complice la crisi mi sono trovata senza lavoro e in quel periodo mi sono detta che forse era il momento di trasformare un sogno in qualcosa di vero.

Quanto c’è di autobiografico in Alice?

In Alice c’è un buon 80% di Silvia, il quadro astrologico di Alice è il mio, però la storia di Alice non è quella della mia vita. Credo che per scrivere un buon libro si debba scrivere di qualcosa che si conosce e io conoscevo il mondo della televisione. Alcuni dei personaggi del libro sono ricalcati sui miei ex colleghi; Enrico ad esempio è modellato sul mio ex capo, così come alcuni aneddoti capitati a Odeon sono finiti nel libro. Altri, purtroppo, sono stati tagliati perché non erano funzionali alla storia. Oltre alle grandi soddisfazioni, questo libro mi ha dato la possibilità di riallacciare i rapporti con ex colleghi con cui avevo perso i contatti. È stata una grande emozione.

 

Il personaggio di Alice ricorda molto Bridget Jones.

Il Diario di Bridget Jones, così come il film, ha fatto scuola, aprendo a un genere di protagoniste ironiche – non le solite bellone – che non aspettano di essere salvate dal principe di turno. A differenza di Bridget, però, Alice non ha difficoltà con gli uomini, lei ha difficoltà a tenerseli!

Come ti è venuta l’ispirazione per questa storia?

Chiacchierando con le amiche ci trovavamo sempre ad analizzare i perché una relazione finiva e, dopo mille supposizioni, veniva sempre fuori un’amica dicendo: “Di che segno è?”. Quello era l’inizio della fine. Da lì il passaggio per creare Tio, il “fato madrino” di Alice nel complesso mondo dell’astrologia, è stato brevissimo.

Credi nell’astrologia?

Ho l’applicazione di Fox nel telefonino, la controllo ogni mattina, ma ci credo solo quando mi dice cose belle! Sono una persona piuttosto razionale, non credo che il nostro carattere sia riconducibile al momento in cui siamo nati, ma è incredibile la corrispondenza che ho trovato nella descrizione dei caratteri. Alla fine la grande forza dell’astrologia sta nel riuscire a parlare a tutti, ti rincuora e ti dà speranza.

Come ti sei documentata?

Mentre scrivevo il libro ho letto molti libri di astrologia, consultato programmi su internet, vedendo cosa cambiava giorno per giorno. In alcuni casi si trovano alcune previsioni molto divertenti: prima ti dicono una cosa e appena cinque righe sotto si contraddicono completamente.

Da chi hai preso ispirazione per gli altri personaggi?

Sono figlia della mia generazione e per il belloccio del libro, il passionale Alejandro, non potevo non pensare che a Banderas.

Per concludere, cosa vorresti aggiungere?

Mi piaceva l’idea di trasmettere un messaggio con questo libro, bisogna ricordarsi che non è possibile improntare la propria vita dietro a un’ossessione. Ad esempio, Alice prende in mano la propria vita, tira fuori la grinta e così costruisce il proprio carattere.

 

Articolo a cura di: Nexa

Editing acura di:  Aléthéia

 

 

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